È uno dei premi letterari leopardiani più amati e attesi in Italia e in Europa: giunto alla sua XVII edizione, il Premio La Ginestra celebra da sempre la figura di Giacomo Leopardi e i luoghi della Campania che sono profondamente legati al grande poeta recanatese. Il riconoscimento viene assegnato ogni anno – a giudizio del Comitato Scientifico – a personalità del mondo culturale che si sono distinte nell’analisi e nell’approfondimento del pensiero e dell’opera di Leopardi.
Dopo due edizioni tenutesi nella prestigiosa sede della Villa Campolieto di Ercolano, il Premio ritorna alla sua sede naturale, Villa delle Ginestre: “La bellezza del luogo, sospeso tra il Vesuvio ed il Golfo di Napoli, conferisce alla serata di consegna del Premio La Ginestra un contenuto emozionale non descrivibile a parole ma ben percepito, di edizione in edizione, dal pubblico presente, a testimonianza della perenne attualità del poeta recanatese” spiegano gli organizzatori del premio.
PREMIO 2024
Il Premio LA GINESTRA, prestigioso riconoscimento nazionale letterario leopardiano che gode del Patrocinio del Ministero della Cultura, è stato assegnato alla poetessa e saggista ANTONELLA ANEDDA.
Alla saggista e poetessa –vincitrice nel 2000 del Premio Eugenio Montale e nel 2007 del Premio Napoli “Libro dell’anno” – sarà consegnato il premio GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE 2024 (inizio/evento ore 19.30) negli spazi del Teatro di Verzura della Villa delle Ginestre di Torre del Greco (NA), residenza campana dell’ultima stagione della vita di Giacomo Leopardi.
La villa appartenne in origine al canonico Giuseppe Simioli (1713-779), poi a sua sorella Margherita che sposò Diego Ferrigni; al figlio di questi ultimi Giuseppe che nel 1826 sposò Enrichetta Ranieri e fu valente avvocato e letterato napoletano.
Questi offrì nel 1836-37 la dimora al cognato Antonio Ranieri perché conducesse l’amico poeta recanatese Giacomo Leopardi, infermo e bisognoso di aria salubre. Il Leopardi nelle sue passeggiate nei dintorni, osservando il territorio sovrastato dal minaccioso vulcano e cosparso degli arsi costoni della lava dell’eruzione del 1806 sui quali fioriva la ginestra, ascoltando dalla viva voce dei contadini i racconti delle funeste eruzioni, concepì qui il sublime e sconsolato canto de “La Ginestra” che è la “summa” che unisce in una sola visione lirica i più intensi e profondi elementi della sua filosofia e della sua poesia: la teoria della Natura, forza brutale, cieca e ostile all’uomo, la negazione di ogni sforzo umano di progresso sociale! l’illusione nella vita che viene invece è distrutta.
Il Poeta compose ancora qui “Il tramonto della luna” che è la melodia dell’addio, le ultime strofe dei “Paralipomeni alla Batracomiomachia”, satira delle tirannidi che opprimevano l’Italia posta sotto l’influenza dell’Austria, e diversi “Pensieri”.