Nei loro paesaggi onirici mozzafiato e nelle pozze di setose tonalità gioiello tinte di macchie oscure, i dipinti di Xingzi Gu materializzano un’atmosfera morbida e psichicamente carica in cui l’esperienza emotiva è anche fisica, simile al “vapore del cuore”.
La sensibilità nebbiosa che emerge nella serie artistica di quadri Pure Heart Hall, dice la curatrice della mostra newyorkese di Xingzi Gu, Margaret Kross, rappresenta gran parte della nostra vita come fonte di dolore.
Le figure leggermente riassunte con tocchi appena accennati in questi quadri sono esseri da espressioni esili, che entrano ed escono da strani momenti di raccolta mentale e solitudine. L’artista rappresenta una realtà vista attraverso occhi colmi di lacrime o semplicemente visioni liquide.
L’origine di questa visione è nel romanzo del 2008, Binu and the Great Wall: The Myth of Meng, dove Su Tong (una pietra di paragone del sentimentalismo per l’artista) immagina un villaggio dove è assolutamente vietato piangere. In quel racconto, la maggior parte delle donne intelligenti possedeva la magia adeguata per impedire il pianto.
I dipinti di Xingzi Gu ci portano una narrazione di indeterminatezza che arriva anche a sdoppiare e confondere i personaggi, spesso anche con l’ambiente circostante dove vengono ritratti. Per questo si ipotizza siano intrisi della libertà di semplicemente non essere coerenti. La curatrice scrive: “I dipinti risultanti non sono vincolati da allusioni simboliche, ma piuttosto si sviluppano in una ricerca dolce e malinconica di qualcosa a cui aggrapparsi: qualcosa di informe come lo siamo noi stessi negli stati di intimità che ci tengono insieme, per quanto informi e incerti”.
In foto di apertura:
Lili Pond, 2024. Acrylic on canvas. 42 x 60 inches.
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