L’imprenditore del settore luxury Alberto Algerini si siede accanto a noi di The Way Magazine per una city trip a Milano a bordo della Tesla Model S. Subito la discussione parte sulle cose belle della vita: donne, bellezza, eleganza, lusso.
“È la prima volta che provi la Tesla, Alberto?”, chiediamo all’erede di un’attività di lavorazione di gioielli e pietre preziose che a Milano ha fatto epoca. “Sì e la vorrei per sempre, come i diamanti”.
Il ghiaccio si è rotto, la chiacchierata procede amabilmente tra le strade che portano dalla zona Navigli, in cui opera Algerini Gioielli, e il centro. Direzione, il Trussardi Caffé in Piazza Scala dove il nostro tour prevede una visita al bar della rinomata casa di moda bergamasca.
Che tipo di lavoro è il tuo?
Ho la fortuna di lavorare con le donne, sono a contatto con persone che vogliono il bello e sanno apprezzare il lavoro che c’è dietro. Non facciamo soltanto forge di pezzi unici. Siamo un riferimento per chi considera la scelta di pietre preziose una risorsa. E noi ne scoviamo sempre di belle e rare.
Che caratteristiche deve avere un oggetto prezioso per valere, oggi?
Il gioiello deve anche essere un po’ personalizzato, gli orecchini vanno molto con la fisionomia del viso e lì va un po’ studiato, per esempio. Logicamente seguendo il cliente curandolo e facendolo sentire importante, seguiamo le richieste e i sogni. Oltre alle caratteristiche dell’oggetto, devono essere forti anche le caratteristiche di chi lo rivende: se si crea anche un rapporto d’amicizia , questo favorisce molto anche il rapporto del commercio.
Che rapporto c’è tra il gioiello e la donna?
Il gioiello è dedicato soprattutto alla figura femminile e alla bellezza delle donne, si cerca di interpretare cosa il cliente vuole giorno per giorno. Anche quando sono gli uomini a comprarlo, ovviamente dietro c’è l’indicazione della donna. Qualcosa cambia con l’oscillazione dei prezzi, ovviamente. Nel nostro settore c’è stato l’innalzamento del prezzo della materia prima, quindi alleggerendo l’oggetto si va incontro alle esigenze del grande pubblico e il parco clienti si allarga.
Questo comporta cambiamenti anche di manifattura?
Molta dell’artigianalità è andata via. Si trovano degli anelli con uno starnuto potrebbero piegarsi. C’è da riabituare il pubblico al bello, alla qualità e alla sostanza.
I cicli nel campo dei gioielli sono di varia natura…ce li racconti?
L’oro è rimasto il bene rifugio per eccellenza. Due anni fa, quando non si sapeva che direzione stesse per prendere l’euro, l’oro dai 20 euro al grammo è salito fino ai 50 euro. Segue molto le problematiche mondiali e ha delle oscillazioni molto forti, ora siamo sui 34 euro al grammo. Anche il diamante è un bene rifugio, ultimamente il mercato è stato un po’ inquinato da operazioni bancarie.
Come nasce un gioiello di Algerini?
Si può partire dal disegno da una proposta, e poi finire per accordarsi col cliente. Solitamente si dice che quello che si propone non è mai quello che si va a realizzare. Però è anche vero che è un’idea di partenza. A volte bisogna fare delle prove, perché il designer o il cliente non sempre hanno delle nozioni sui materiali. Come per l’edilizia, deve essere tutto studiato, specie verificando se il supporto regge il peso di quello che si è scelto.
L’oggetto più venduto oltre i preziosi?
Restano sempre le cornici d’argento, anche in pieno boom di foto digitali. Perché esporre un ricordo stampato è sempre un bell’angolo di arredo. Specie se il contorno è elegante e bello da far vedere.
E del vintage cosa pensi?
Coi gioielli d’epoca c’è anche un mercato a parte. Ci sono oggetti che mantengono il loro valore anche negli anni soprattutto per la manifattura che hanno. Ultimamente è sempre più difficile trovare oggetti fatti con gusto. Quindi anche nelle manifatture moderne, il gioiello classico rimane quello più venduto. A volte si cerca di creare qualcosa di nuovo ed estroverso che non sempre incontra i favori.
Alberto, hai ereditato una gloriosa attività di famiglia. Cosa ti appassiona di più oggi?
Nel mondo del gioiello mi appassiona molto la ricerca di pietre e dei diamanti. Punto molto sulla pietra, la scelta della sua valorizzazione e di cosa trasmette con la luminosità, la luce la brillantezza. La montatura è anche importante ma deve far risaltare la bellezza del diamante.
Una curiosità sul tuo mestiere: come si fa a riportare alla realtà clienti che vogliono valutazioni spropositate dei loro preziosi?
Non è semplice dover dare brutte notizie…. logicamente bisogna entrare nella mente delle persone che pensano di avere il pezzo unico e di valore. Ma è meglio essere realisti che imbrogliare o illudere.
Una cosa da evitare per il futuro di questo settore?
Tutto sviluppo delle stampanti 3D è avvincente ma dobbiamo ricordarci che nessuno può sostituire gli artigiani. Sono loro che “soppesano” il reale valore e la vera qualità degli oggetti. Senza la mente e le mani umane è facile poter andare incontro a delle incongruenze nella realizzazione.