Alson Gallery, quartiere Cinque Vie, Milano storica. Stretta tra via Torino e Piazza Affari, quest’area di Milano non smette di riservare sorprese incantevoli. Capita solo di recente di intravedere piccole visite guidate, soprattutto di stranieri, alla ricerca di cortili e scorci nascosti tra le gallerie d’arte e negozi vintage che popolano la zona. Tra le segrete stanze racchiuse nell’Antico Palazzo Biancardi, in via san Maurilio 11, nella zona imperiale della vecchia Milano, le Cinque Vie rivelano il gioiello nel gioiello.
La Alson Gallery è infatti un luogo poliedrico che ha lanciato una sfida nel quartiere degli antiquari: ospitare artisti internazionali di contemporanea che non hanno paura di confrontarsi con maestri del passato, ma che con forza esprimono la propria arte, dando vita ad un’atmosfera magica che nasce dal matrimonio tra antico e moderno che mensilmente si rinnova di nuova linfa. “Siamo stati tra i primi ad avere antiquariato gioielli design arte contemporanea perché lo spazio ce lo permette. Si va dai gioielli ad argenti antichi ad arte contemporanea“, ci dicono i proprietari, Alessandro Alessandroni e Sonia Zentilini.
Si possono notare i busti ottocenteschi in marmo che racchiudono in se un vissuto ormai passato, per non parlare degli arredi neoclassici, degli avori europei ed orientali, dei gioielli che variano dal periodo Art decò ad oggi, firme come David Webb, Harry Winston, Tiffany, Van Cleef & Arpel’s, Boucheron, e Cartier. Ce n’è abbastanza per farsi raccontare tutto Alessandro e Sonia, da cui deriva, l’avrete capito, l’acronimo della Alson Gallery.
LA COMMISTIONE
“Abbiamo incorporato il nostro background classico estendendo quella sensibilità alla scelta del moderno più spinto. Alessandro viene dall’antiquariato. L’idea di ridurre l’attività esclusivamente votata al classico, perché l’antiquariato è sceso tanto, si è rivelata un’opportunità di business per noi e di entusiasmo per i nostri clienti. Lo spazio c’era, permetteva un uso esteso del dialogo tra due epoche ma l’abbiamo voluto necessariamente comunicante. E ci siamo chiesti: perché non proviamo a fare eventi di arte contemporanea con artisti da tutto il mondo? E da un anno e mezzo abbiamo avuto circa 12 nomi nuovi accanto alle sale dove esponiamo barocco e salotti francesi“.
ARTISTI DI FERRO
“C’è appena stata la prima personale dell’americano Matthew Broussard, che è un artista molto singolare, che lavora il ferro. Prima abbiamo avuto Isabella Nurigiani, anche lei legata al ferro ma non è un trend, perché abbiamo avuto scultura, pittura e spaziamo. Facciamo valutazione di alternanza, cerchiamo di alternare. Cerchiamo di essere i primi a dare un’opportunità. Matthew aveva fatto altre mostre e ci teneva a Milano come piazza perché non l’aveva mai fatto. Aveva esposto per il Salone del Mobile per oggetti di design. La personale è stata la prima“.

IL CLIENTE
“Il nostro cliente tipo dal classico si sta spostando al moderno e contemporaneo pur continuando a comprare l’antico. Oggi per arredamento, ma anche per investimento, molti mixano antico e moderno. È diventato accettabile farlo e non esibire le case museo. Non ci sono più quelle necessità“.
LE CINQUE VIE
“Le Cinque Vie erano riconosciute come il quartiere delle antichità. Siamo qui dal 1994, via San Maurilio era la via degli antiquari, ce n’erano quasi 20, ora siamo in due. La rimessa a nuovo del quartiere ovviamente ci fa piacere è un’area molto interessante, con la vivacità espressa anche dalll’associazione di via e il Fuorisalone. La trasformazione della zona è partita anche da noi, che abbiamo deciso di accostare antico e moderno. C’è anche molta identità, tant’è che per il Fuorisalone ci siamo noi, Tortona e Lambrate, principalmente. Quello che funziona è la comunicazione, e abbiamo la fortuna di essere sempre in centro e di passaggio. Lambrate si vivacizza solo nel mese del Salone”.
PEZZI E SPAZI
“Il nostro pezzo più pregiato è il nostro Tintoretto, ma abbiamo anche un capolavoro di Guarcino. Abbiamo anche mobili firmati, di grandi ebanisti e grandi sculture pregiate. Abbiamo anche uno spazio sottostante la galleria, in fase di ristrutturazione suddiviso in quattro stanze da sfruttare come area di artisti emergenti giovani. Li vogliamo mettere in dialogo, a confronto e invitare le persone a esprimere le preferenze. Vedremo la reazione del pubblico e potremmo dare la possibilità a un emergente di fare una mostra personale al piano di sopra. È un approccio che crea connettività, connessione”.
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