“Amy: Poesie in Burlesque” è il nuovo spettacolo, scritto e diretto da Sophie Lamour e prodotto da Genova Dreams con la compagnia delle performers de L’Amour Burlesque, che andrà in scena all’Instabile di Genova, domenica 16 giugno 2024 alle 21.00. Un atto d’amore dedicato ad Amy Winehouse, la cantante londinese nata nel 1983, scomparsa nel 2011 e passata alla leggenda della musica; un viaggio alla scoperta della sua femminilità e della sua sensibilità unica. Proprio per questo, siamo entrati quasi in punta di piedi tra le quinte dello spettacolo per incontrare Sophie Lamour alla quale abbiamo chiesto di parlarci del suo lavoro.
Si tratta “solo” di un tributo ad Amy Winehouse o c’è di più?
Non si tratta solo di un tributo, ma di uno spettacolo che celebra la cantante nella sua intimità: Amy si rifugiava spesso nel suo appartamento che rispecchiava la duplice condizione di “luogo protetto” e di “gabbia”. Amy osservava dalla finestra lo scorrere del tempo, vivendo i suoi momenti più cupi e i suoi attimi di euforia, ma là fuori vi era una costante che non cambiava mai: i fotografi inglesi e i giornalisti di riviste scandalistiche che in lei avevano trovato una “facile preda”. Facendo ricerca ho visto anche video di comici che la prendevano in giro. Forse oggi abbiamo più sensibilità, ma osservando tutto questo materiale ho trovato la condizione di Amy come una tortura indotta dal sistema. Ho provato a immedesimarmi, con molta empatia, tralasciando il pregiudizio negativo delle sue dipendenze. Non giudicandola per l’eccessiva magrezza, per le cicatrici, per i denti rotti, per le ferite auto inferte per il suo andamento sbilenco a causa dell’alcol. E li ho compreso che la dipendenza è stata una vera e propria “coperta” per Amy, che la avvolgeva di un alone distorto, facendole percepire una realtà in cui lei non si sentiva se stessa, non si sentiva a suo agio. Ho percepito quindi la sua dipendenza come una conseguenza , sicuramente sbagliata, a un mondo troppo egoista per comprenderla dal profondo. Da quel disagio, oltre agli amori finiti male, lei ha scritto canzoni che rimarranno per sempre diventando classici. Da questo contesto ho unito delle sue dichiarazioni, insieme alla traduzione dei testi in chiave poetica per accompagnare il pubblico per mano verso la sua unicità. Lo spettacolo però propone un vero e proprio viaggio virtuale che parte dai murales di Camdentown con la sua statua, per spostarsi all’interno della mostra dei suoi abiti, dei suoi accessori battuti all’asta per cifre astronomiche.
Cosa ci ha lasciato, a parte le canzoni ovviamente, dal tuo punto di vista?
Amy Winehouse ha compiuto una vera e propria rivoluzione in campo musicale: la sua voce unica ha aperto la strada ad artiste del calibro di Adele, Lana del Rey, Billi Ellish, Lady Gaga e Future penso poi a Miley Cyrus e i Måneskin che hanno rifatto le sue canzoni sul palco o Giorgia o ancora Elodie che insieme all’arrangiamento sublime di Dardust ha ricordato la cantante con una sua cover molto intima al pianoforte “Love is a Loosing Game”. Credo che sia molto difficile ricordare tutti gli artisti che l’hanno amata. Lei è una Musa e lo sarà per sempre. Una voce delicata e graffiante, morbida e cattiva, femminile e irrequieta E questo fa capire la classe intramontabile di Amy Winehouse. Molti anni fa quando arrivò all’apice del successo già facevo Burlesque, e quest’arte si è alimentata tantissimo delle sue sonorità che univano un gusto retrò style insieme a un messaggio rivoluzionario per le ragazze. Ogni sua canzone è intrisa di tanti elementi che la rendono insostituibile e inimitabile: sensualità, un beat irresistibile, testi contemporanei in cui non esiste un velo di ipocrisia, autoironia e tanto colore. Spesso il mondo del burlesque ha interpretato le sue musiche con performance di rilievo ispirandosi anche grazie ai suoi outfit. Infatti Amy non solo è stata una cantautrice geniale e originale ma anche un’icona di stile: un esempio lo è stata la collezione Couture Primavera/Estate 2012 by Jean Paul Gaultier, interamente dedicata a lei. Ma anche Moschino e Vivienne Westwood hanno creato dei capi e degli accessori ispirandosi al suo modo rockabilly e un po’ pin up di vestire, amy ha sempre amato la moda infatti nel 2010 firma con Fred Perry una collazione dallo stile retrò.
Attraverso quali esperienze verrà condotto il pubblico?
Entreremo dentro il suo guardaroba: osserveremo insieme ogni suo vestito svuotato del suo corpo, le sue ballerine consumate, le sue foto, le sue borse, i suoi orecchini, in un montaggio quasi cinematografico a ritmo della sua musica per poi cambiare registro. L’esperienza a cui aspiro è quella di trasportarli idealmente nel suo appartamento, nella sua solitudine di donna giovane all’apice del successo: una condizione di sofferenza che l’ha portata a scrivere i capolavori che tutti conosciamo e cantiamo. Lei in una sua dichiarazione ammette che la sofferenza alla fine è una canzone blues che attende di essere scritta…E questo ci fa capire molto di lei.
Amy Winehouse ha un’anima segreta?
L’anima segreta l’abbiamo tutti: la sua tenerezza insieme al suo modo di essere così buffa, e strana, bellissima e orribile nello stesso tempo, a tratti “crazy” sono elementi di una donna che non ha vissuto l’età adulta rimanendo ancora bambina. Leggendo le biografie, guardando i documentari e ascoltando interviste di chi l’ha conosciuta si evince la sua semplicità, la sua grande generosità verso tutti, l’attenzione ai più deboli. E poi amava la piccola vita del pub, senza scordarsi mai della famiglia. Di sua nonna in particolare. La fragilità in certi ambienti è una caratteristica che porta purtroppo all’autodistruzione. Più che anima segreta la percepisco come un’anima fragile, citando Vasco Rossi.
Cosa puoi dirmi invece del legame con il Burlesque?
Il Burlesque deve tantissimo alle sonorità di Amy. Tutto ciò che è vintage, retrò style alimenta questa forma d’arte nata in Inghilterra alla fine dell’Ottocento. Amy ha sicuramente dato molto con il suo contributo artistico e il suo senso estetico. Lo spettacolo “Amy: Poesie in Burlesque” mette al centro l’anima colorata e fragile dell’artista. Spogliandola pagina dopo pagina, testo dopo testo. Ogni performer rappresenta un colore, un mood dell’artista. Lo storytelling lascia spazio agli act che celebrano la vita tra le mura di una ragazza Pin Up: i tubini, le gonne di tulle, le “cofane”, i tacchi con plateau, i boa, l’immancabile eyeliner da gatta, e molto altro. Sarà un crescendo emozionale in cui le persone verranno sedotte dalla gioia per poi scendere nelle atmosfere cupe di Back to Black e per tornare a volare nella luce, senza mai prenderci troppo sul serio. D’altronde è Burlesque!
“Red Light: i 10 comandamenti del Burlesque” ORE 18.30 inizio spettacolo “Amy: Poesie in Burlesque” ORE 21.00
Foto Daruma Photo