Visto alla Maison Européenne de la Photographie a Parigi, Boris Mikhailov è indubbiamente un testimone degli ultimi cento anni di cambiamenti del blocco sovietico. L’artista ucraino con il suo obiettivo è stato capace di raccogliere cambiamenti e documentarli nel silenzio per poi avere un’ampia ribalta globale oggi più che mai, visto che del suo paese si parla per la tragedia che sta vivendo.
La più importante retrospettiva finora dedicata all’artista ucraino Boris Mikhailov (nato nel 1938 a Kharkiv) si è appena conclusa a Parigi. Considerato uno degli artisti contemporanei più influenti dell’Europa orientale, da oltre cinquant’anni sviluppa un corpus di lavori fotografici sperimentali che esplorano temi sociali e politici.
La pratica pionieristica di Boris Mikhailov comprende fotografia documentaria, lavoro concettuale, pittura e performance. Dagli anni ’60, ha creato un archivio dei tumultuosi cambiamenti in Ucraina che hanno accompagnato il crollo dell’Unione Sovietica e le disastrose conseguenze della sua dissoluzione. Concepita in stretta collaborazione con l’artista, la mostra di Parigi riuniva più di 800 immagini attingendo a più di venti delle sue serie più importanti, fino alla sua opera più recente.
Mikhailov sconvolge i codici visivi soprattutto con le serie “Yesterday’s Sandwich”, dove giustappone due immagini di genere diverso, e gli altri filoni che variano enormemente in termini di tecnica, formato e approccio, testimonia le dure realtà sociali e le assurdità del suo tempo.
Negli scatti coesistono umorismo e tragedia ed emerge la libertà artistica come mezzo di resistenza. Attraverso il suo trattamento senza compromessi di argomenti controversi, dimostra il potere sovversivo dell’arte.
Per più di mezzo secolo ha testimoniato la presa del sistema sovietico sul suo paese, costruendo un racconto fotografico complesso e potente sulla storia contemporanea dell’Ucraina che, alla luce dell’attualità, è tanto più toccante e illuminante.
Boris Mikhailov è un fotografo autodidatta. All’inizio della sua carriera, gli fu data una macchina fotografica per documentare la fabbrica statale dove lavorava; lo usava per scattare fotografie nudi di sua moglie. Sviluppava le foto nel laboratorio della fabbrica ed è stato licenziato dopo che sono stati trovati dagli agenti del KGB.
Considerato oggi come una delle figure più importanti della scena artistica internazionale, ha ricevuto molti prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Goslar Kaiserring Award 2015, il Citibank Private Bank Photography Prize (ora Deutsche Börse Photography Foundation Award) nel 2001 e l’Hasselblad Premio nel 2000. Ha rappresentato l’Ucraina alla Biennale di Venezia nel 2007 e di nuovo nel 2017.
Il suo lavoro è stato esposto in importanti sedi internazionali, tra cui la Tate Modern di Londra, il MoMA di New York e, più recentemente, la Berlinische Galerie e il C/O Berlin di Berlino, il Pinchuk Art Center di Kyiv, lo Sprengel Museum di Hannover e la Staatliche Kunsthalle di Baden Baden.
Fotoservizio da Parigi di Andrea Agostinelli/The Way Magazine