19 Ottobre 2022

Fabrizio Maddalena: “L’indie horror, un genere mutato nel tempo”

Un genere sempre florido in Italia che col regista si è evoluto negli anni. La proiezione a La Casa delle Associazioni di Rozzano.

19 Ottobre 2022

Fabrizio Maddalena: “L’indie horror, un genere mutato nel tempo”

Un genere sempre florido in Italia che col regista si è evoluto negli anni. La proiezione a La Casa delle Associazioni di Rozzano.

19 Ottobre 2022

Fabrizio Maddalena: “L’indie horror, un genere mutato nel tempo”

Un genere sempre florido in Italia che col regista si è evoluto negli anni. La proiezione a La Casa delle Associazioni di Rozzano.

Il regista Fabrizio Maddalena ritorna con la proiezione di due suoi cortometraggi venerdì 21 ottobre alle 21, presso la Casa delle Associazioni di Rozzano (Milano), “L’urlo”, un corto del 1989 e “La mano nera” del 2022. Presenta Franco Dassisti critico cinematografico di Radio 24 conduttore de “La rosa purpurea”. Entrambi i lavori di Maddalena hanno riscosso notevole successo e portato a casa diversi premi tra cui Miglior Fotografia per Paola Rita a Camaiore nel 1991 e  Miglior Attore Protagonista per Mauro Ruggeri a Lastra a Signa nel 1991 per “L’urlo”. Mentre per “La mano nera” interpretato da Jessica Resteghini e Alessandro Davoli è arrivato il riconoscimento al Miglior cortometraggio horror al X-World Film Festival di Roma 2022.

Fabrizio Maddalena ha avuto doppio premio per il suo corto horror “La Mano Nera” (produzione I Teatrabili) all’Doppietta di premi all’XWorldFilmFest di Roma: miglior short-short e miglior performance attoriale a Jessica Resteghini e Alessandro Davoli nella categoria Dark-Mistery.

Fabrizio Maddalena, perché proiettare due film, entrambi horror ma così distanti nel tempo?

Noi proietteremo due film che ci permetteranno di capire come la produzione di film indipendenti è cambiata in 30 anni. Praticamente il primo corto è del 1989 e s’intitola L’urlo. Questo lavoro parte dall’assunto che la realtà è più spaventosa dell’incubo. Racconta di un uomo che ha degli incubi notturni piuttosto inquietanti. Il protagonista è il compianto Mauro Ruggeri che è stato uno dei fondatori dei Teatrabili nel 1987 e che è venuto a mancare nel 2009; è stato praticamente sempre l’attore del nostro gruppo fino all’ultimo. Il secondo film invece, si può dire che viene proiettato in prima assoluta perché è stato visto solo in alcuni Festival e si intitola La mano nera.

L’origine di questo film?

È un corto tratto da una mia sceneggiatura per un lungometraggio che avevo scritto un po’ di tempo fa. Il film si rifà ai film di Lucio Fulci e di Dario Argento. Si tratta della vita di due fratelli, Lucia e Marco, mentre stanno discutendo delle inclinazioni stregonesche del padre morto di recente. Questo è più un horror classico che riprende tutti i canoni, sia tecnici che di scrittura, dei film di paura degli anni ‘70 e ‘80.

Tu hai lavorato anche col lungometraggio, qual è la differenza sostanziale tra i due modi di realizzare un film?

Il cortometraggio è un mezzo d’espressione molto più libero del lungometraggio, questo perché, in generale, costa meno e quindi è meno vincolato ad un’ottica economica. Mentre per la realizzazione di un lungometraggio si deve sempre, o quasi, scendere a compromessi di diverso tipo a partire per esempio dagli attori, dalle modifiche di sceneggiature per incontrare delle esigenze produttive che normalmente sono sempre finalizzate al risparmio economico e altro. Nel corto questo non succede, o capita di meno, quindi il regista è più libero di esprimere la propria arte.

Viviamo in tempi diversi rispetto agli anni d’oro del genere.

Vero, i film oggi, soprattutto quelli americani, sono minati da tutto questo politicamente corretto che limitano ulteriormente la realizzazione del film stesso, per cui obblighi vari come l’etnia, l’inclinazione sessuale, costringono gli autori a muoversi in un certo modo. Ora io non dico che sia giusto o sbagliato, certamente è una cosa che portata all’estremo può compromettere l’espressione artistica del regista e di chi scrive. Facendo del cinema indipendente, e i cortometraggi spesso sono indipendenti non essendo prodotti da major, questi prodotti riescono ad esprime appieno il potenziale artistico del regista a cui sono affidati.

Per un regista di cortometraggi esiste un mercato?

Il regista da solo non fa un corto, questo è molto importante perché normalmente nel cinema indipendente il regista continua a dire: il mio film. Nei social io non scrivo mai il mio film, io scrivo il nostro film, perché il regista è colui che convoglia tutte le esperienze e tutte le professionalità di un team di persone, quindi è il team che fa il film. Un’espressione artistica corale. Questo è importantissimo. Ogni professionalità messa a disposizione di un film: dalla regia alla scrittura, dalla fotografia alle riprese, dal montaggio alle musiche. Non esiste un mercato del cortometraggio, finora è stato disatteso. Io spero che si ritorni ai film ad episodi tipici della commedia all’italiana, in pratica erano tanti corti montati insieme come ad esempio “I mostri” di Dino Risi. In pratica il corto vive solo nell’ambito di un Festival e stop.

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Enzo Latronico

Enzo Latronico

Sceneggiatore e giornalista, laureato in Scienze dell’educazione e della formazione, Enzo Latronico è il nostro esperto del grande schermo. Ha diretto per il Ministero per i Beni e le attività culturali, il docu-movie "A memoria d'uomo" e ha sceneggiato il film “Solo di passaggio”. Autore dei libri "Ugo Pirro. Indagine su uno sceneggiatore al di sopra di ogni sospetto", “La settima arte della seduzione”, “Gli attori mangiano per finta” e “Quando c’era Maciste”. Fondatore del blog/magazine cinemascritto.wordpress.com, è un appassionato studioso della cinematografia di James Bond. – “Nel guardaroba di un uomo non dovrebbe mai mancare uno smoking”
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