“The Captain Reik Diary” è un album denso di infusioni elettroniche e indie e Fonohead, l’autore e produttore, ci ha messo dentro tutta la sua esprienza multiculturale. Attivo da qualche anno nell’indie pop europeo, Fonohead è un musicista elettronico e produttore che vive attraverso il continente da anni. Sarà per questo che la sua musica si ciba della gloriosa tradizione electro che qui si annida, dalla new wave alla scena berlinese e bavarese. Sono gli anni Ottanta l’origine del suo appeal sonoro ma dietro le sue composizioni c’è molto della musica che ha ascoltato per anni e di una nuova filosofia: “Il mondo è aperto a tutti”.
Metropolitan Child è stata la sua prima canzone completa, scritta ormai 7 anni fa, ed è secondo The Way Magazine il suo vero manifesto. Fonohead ci racconta che è stato il primo esperimento con le parole. “Prima pensavo che fosse sufficiente solo la musica, ma mi sbagliavo. Perché per comunicare in completezza si ha bisogno delle parole. Prendo le mie tracce strumentali e cerco di inserire le parole su questa base melodica e ritmica. Avevo un’espressione che mi era rimasta in mente e l’ho usata come ritornello, visto che si prestava perfettamente in quella posizione“.
Di ritorno a Londra da una vacanza, in aereo completò il testo in bozza e nacque la prima canzone di Fonohead con testo e musica. “Sono passate quattro versioni da quel momento e poi è diventata la canzone che mi ha fatto raggiungere quel suono che credo sia riconoscibile”.
Fonohead è ancora in una fase in cui non vuole comunicare la sua origine geografica. Si limita a dire: “Arrivo da un Paese che non esiste più, non me la sento di rivelare la mia storia, mi piace mantenere un riserbo sui dettagli, voglio che sia la mia musica a parlare. Non mi sento pronto a presentarmi a nudo in pubblico. Il mio progetto musicale è basato in Gran Bretagna, che è il posto da cui mi sono spostato a Riga, in Lettonia. Qui non resterò molto, non mi sento una persona radicata in un particolare posto“.
Da artista indipendente nel mondo dell’indie pop, Fonohead non si ritiene propriamente un act dance: “Alcune tracce che produco sono ballabili ma non è lo stile prevalente. Mi piace molto l’energia e il beat della dance music ma non è il mio scopo principale. Anche se probabilmente entro l’anno farò uscire un album di remix che hanno un sapore più da club music“.
Una connessione con l’Italia c’è visto che quando era piccolo ascoltava musica pop italiana: “A sette anni ero esposto a tanta musica italiana che piaceva molto ai miei genitori, Ricchi e Poveri, Toto Cutugno, Pupo, Albano e Romina, mi piaceva un sacco ‘Felicità’. Erano i primi ascolti musicali che ho fatto”. Poi per Adriano Celentano ricorda anche un culto maggiore: “Si vedevano i film e si ascoltavano i dischi. Forse anche per effetto di questa esposizione mi ha sempre attratto la melodia nella canzone”.
Da giovane adulto, la prima band che ha idolatrato è stata quella dei Depeche Mode: “Credo sia stato per loro che ho deciso di fare il musicista. Poi c’erano i Pet Shop Boys e da lì sono passato alla musica con chitarre prevalenti come Cure e U2. Per poi approdare a Davide Bowie che per me resta l’influenza e ammirazione maggiore. Non evito mai una sua canzone”.
Essendo prevalentemente un artista visibile sul web, non è importante da dove arriva il suoo ascoltatore, che gusti ha e di che età è: “La mia musica forse non attecchirà con i teen-agers, anche se le statistiche di chi mi visita dicono che l’interesse arriva anche dalla fascia 18-25. Il cuore del mio following sono i trentenni”.
Per il 2023 ci sono molte aspettative: “Mi reputo un artista emergente in cerca della sua audience e i feedback che sto avendo sono positivi. Il nuovo album è indirizzato a realizzare i miei piani per tutto l’anno. Sono ottimista e ai miei ascoltatori dico: quello che faccio non è rivolto a un pubblico specifico, se vi piace state con me e cercherò di non deludervi nel futuro“.
Il lavoro è stato scritto tutto da solo e prodotto nel suo studio privato. “L’unica cosa che non faccio è il master finale perché mi fido molto del mio mastering engineer che pulisce il tutto nella fase conclusiva. Il risultato dovrebbe essere di essere ascoltato da quante più persone possibili. In passato non ho puntato molto alla promozione dei miei lavori e così quest’anno ho deciso di prendere l’attività più seriamente rispetto a tre anni fa, il momento del mio esordio”.
Links
https://www.youtube.com/@Fonohead