L’artista campano Gennaro Scarpetta ovvero un differente modo di interpretare la visione trasognata di oggetti e personaggi incontrati tra la realtà e gli aspetti ludici del quotidiano. Volti che appaiono e si accampano sulla carta con le loro debolezze infantili, un viaggio à rebour nell’intimità del proprio vissuto. Colori più accesi, cromie spregiudicate fino alla violenza di aranci primari, viola e rossi. Un’esplosione per svelare/occultare passioni morbose, amori contemporanei o remoti. Volti morbidi resi mediante una tecnica più repentina, istintiva: il segno si fa dolcezza e incanta di nuovo.
” Bruxelles è diventata la mia seconda casa, mi sono trasferito qui nel 2015, dopo aver vissuto in Francia, a Parigi e poi in Svizzera. Qui, ho trovato uno stile di vita che ci piace molto, insieme a moglie Maria Grazia e al nostro piccolo Samuel. Ho installato per qualche anno il mio precedente atelier “Le Hic” nel quartiere di Forest; l’idea era quella di creare uno spazio dove poter produrre le mie opere e allo stesso tempo aperto al pubblico. Bruxelles è affascinante, una città dalla bellezza anche nascosta con un grande fermento culturale”.
Abbiamo chiesto a Gennaro Scarpetta di descriverci la sua dimora e il suo atelier: “L’appartamento ha 3 stanze: un grande salone e 2 camere da letto (matrimoniale e del piccolo Sam), cucina e bagno, in un tipico palazzo brussellese, una maison de maître di inizio ‘900. “l’appartamento è sviluppato su 2 piani, duplex con grandi finestre e tanta luce, al piano terra ho il mio atelier e al primo piano la casa. Il quartiere è un posto molto ricercato, giovani coppie e famiglie alternative; nuovi negozi e ristoranti design, attenzione ai prodotti bio e tanti posti adatti alle famiglie con bimbi, scuole rinomate e tutti girano in bici”. E la sua vita artistica? La sua arte? Iniziata già durante gli studi all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, con mostre collettive ed una personale “Questa storia di fili di marionette” curata da chi scrive. Un grande successo di pubblico e di critica nella cornice di Villa Wenner, una storica dimora dal fascino d’oltralpe sui declivi collinari di Salerno. Illustra “La divina commedia” e produce un video d’animazione per qoob tv: “Poi domani piove”. Nel 2008 è a Parigi con atelier nella vecchia fabbrica “Imprimerie 168”; espone presso la “Drogheria” di Rue Quincampoix, una personale in occasione dell’apertura dei suoi spazi espositivi, partecipa infine a due esposizioni collettive nella capitale francese: “Paris Show” una selezione di artisti europei, e “Salon d’art contemporaine” a Colombe.
A settembre 2010 Scarpetta viene invitato per una personale, curata da chi scrive, alla Galleria “Le petit prince”, nel suggestivo chiostro di San Francesco a Ravello. Nella primavera del 2011, invece, le opere dell’artista campano sono esposte, sempre per una personale, alla Galleria-J a Lodz in Polonia; Ad agosto del 2011 Scarpetta si trasferisce a Berlino. Nel suo atelier in Prenzlauerberg la ricerca e il gesto pittorico trovano la massima espressione nelle opere create in Germania. Una empatica varietà cromatica caratterizza le tredici opere esposte per la prima mostra a Berlino, “Häuser auf dem Kopf” sulla terrazza del Praxis-Mitte in Gendarmenmarkt. È un periodo di grande fermento artistico e di effervescenze creative per Scarpetta che “colleziona” successi e consensi di critica e di pubblico.
Oggi gestisce Le hic, uno spazio di produzione e distribuzione artistica da lui fondato e che ospita il suo laboratorio.
Le sue marionette sono “ruffiane” quanto basta a far comparire i suoi dipinti in case raffiante che puntualmente sono pubblicate su riviste di interior design in Europa intera. Partecipa alla collettiva organizzata dall’ Associazione francese “Kill Oh Wath” al Museo di San Prisco a Nocera Inferiore in provincia di Salerno, nell’ambito del progetto “Leonardo” della C.E. Una sua opera è selezionata come finalista per la mostra Collettiva del Premio Arte Marina (galleria Faro Arte, Marina di Ravenna, 23 agosto 2012). Ad ottobre, l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia diviene la location per la mostra “Favole, bugie e cieli neri”, durante gli eventi della Settimana della Cultura Italiana nel mondo. Ancora un’altra tappa: vive e lavora in Svizzera, le sue opere sono presentate alla Galleria “Cathedrale” di Friburgo. Dopo si è trasferito Bruxelles dove tuttora ha messo radici con moglie e figlio e la sua arte si orienta verso nuove ricerche pittoriche, tecniche in fieri collage e disegno a tecnica mista su carta forse che saranno protagoniste di una mostra nuova da preparare per l’anno che verrà. Marionette a volte tristi e rassegnate a volte accennano un guizzo gioioso e casette dai colori vivaci ed allegri che costellano pianeti o si sovrappongono una sull’altra (quasi un retaggio di visivo della costa d’Amalfi poco lontana dal suo paese d’origine), cavallucci a dondolo che tentano di liberarsi dai fili sottili, improbabili acrobati e giostre ariose e sonore si librano sulla carta o sulle tele in virtù delle pennellate ora corpose e dense ora leggerissime e vibranti. A volte, come nel primo catalogo edito dell’artista trasognato si accampano sullo spazio bianco, “pezzi di lenzuola e di legni, nelle sembianze di burattini, marionette, pupi alla ricerca di minime battaglie quotidiane; sono verosimilmente, solo persone piantate nella terra, come il seme e/o i semi che attendono poi, ancora la pioggia, per esistere ed animarsi, in qualunque latitudine, in quel magnifico teatrum mundi che è la vita”.
Testo a cura di Teobaldo Fortunato