A 26 anni e una folta carriera accanto ai prestigiosi marchi di moda che l’hanno adocchiato, Giovanni De Rosa resta un ragazzo con i piedi per terra. Oggi più che mai, dopo aver vissuto in giro per l’Italia grazie al suo bell’aspetto, in cui non credeva nemmeno tanto all’inizio. È raro che capiti di incontrare modelli dal grande fascino che restano comunque vicini alle proprie origini e ai propri valori. Giovanni è uno di questi. Nato il 7 dicembre 1995 a Napoli, ha giocato a calcio per 12 anni, contando anche i 4 anni da professionista: “Ho militato anche in Lega Pro – ci racconta nel nostro incontro al The Britannique Naples – . In quel momento mia madre mi spinse a fare qualcosa nella moda, provando a convincermi di partecipare ai concorsi. Io consideravo questi suggerimenti solo dettati dall’amore di un genitore, ero sempre molto timido. Finché alla vigilia di un concorso a Ischia dove stavo trascorrendo delle vacanze, a 18 anni, fui convinto da un amico a partecipare alle selezioni provinciali per Mister Campania. Arrivai tra i primi tre, da lì andai a ‘Il più bello d’Italia’ a Roma nel 2015 piazzandomi nella top 10 dei finalisti”.
La mamma, come si può vedere dalle foto concesse da De Rosa, aveva ragione. “Dopo una settimana dal concorso arrivai a scattare per la copertina del catalogo di Harmont & Blaine, il brand napoletano col bassotto, e scoprì un mondo che mi piaceva. Anche se per vergogna non mi spinsi ad accettare inizialmente ingaggi fuori dagli studi fotografici. Lì mi sentivo protetto, tra fotografi e assistenti, senza pubblico. Un ambiente che si adattava al mio carattere riservato”.
Instagram e Facebook a nome suo sono collegati. Per provare, il modello inizia a postare foto dei primi lavori posati per i brand e bei successi non tardano ad arrivare. “Per ispirarmi – racconta – alle prime armi prendevo spunto dai profili di altri modelli. Il mio account sui social media è il mio biglietto da visita, dove posso catalogarmi e posso comunicare chi sono”. Lavorando con l’immagine, un filtro tra apparenza e persona vera sussiste sempre. Giovanni affronta la questione in maniera molto trasparente: “Qualcuno dice che sembro snob nelle foto, poi mi consocono e scoprono un ragazzo umile e alla mano. Ma se devo essere in posa è normale assumere delle fattezze diverse dalla vita di tutti i giorni”.
Dopo gli shooting, ben presto le passerelle di Moda lo chiamarono. “Mi aspettavo molto clamore ma alla fine lo affrontai come un lavoro che richiedeva impegno e alcune doti. Partivo da un’altezza di 1.89 , sono sempre stato una taglia 48 e il viso mi aiutava. Insomma, avendo i numeri giusti sono arrivato al debutto in pubblico con più fiducia”.
Trasferitosi a Milano, Giovanni inizia a frequentare il mondo rutilante di sfilate e feste. Un’occasione da raccontare, oggi che è tornato a Napoli e ha vari business legati alla moda nella sua regione: “L’ambiente di Milano mi ha lasciato un buon ricordo. Era giusto per quel momento, del resto per me la moda è stata sempre una questione di equilibrio. Sia quella che si indossa, sia quella che si vive. Ricordo che appena arrivato dovevo condividere casa con modelli di ogni provenienza, anche quello era un esercizio di equilibrio, dovevo avere a che fare con vari tipi di mentalità e abitudine“. Nessun rischio di montarsi la testa, nella patria del fashion dove piovono opportunità di tutti i generi a un’età così giovane: “Ovviamente ho dovuto fare attenzione, sai, poco più che adolescente ,in un mondo nuovo , con tante celebrità dove non paghi nella maggior parte dei posti che frequenti…fortunatamente non mi sono allontanato mai dai miei valori e non sono cambiato. Anzi, quando mi sono allontanato per motivi di famiglia da Milano, ho affrontato il distacco con positività. A Napoli non avevo lavori con marchi equalmente prestigiosi ma ho fatto delle scelte. Il contorno è meno risonante ma almeno sono a casa mia e ho continuato a lavorare con belle soddisfazioni. Oggi lavoro tutti i giorni, tra shooting, fiere, moda sposa. Diciamo che mi sono dedicato alla bellezza della mia terra e ho cercato di portare qualcosa di nuovo anche qui”.
Infatti oggi Giovanni De Rosa è a capo di un marchio, fondato con l’aiuto del suo socio Saverio Ventura , che la moda la crea. “Ho molti obiettivi. Voglio arrivare con questo brand più in alto possibile e vorremo aprire in più punti cercando di ingrandirci sempre di più . Lo abbiamo chiamato Identity Not Found perché quando pensavamo al brand e dovevamo dare un’identità, volevamo essere molte cose per prendere un vasto mercato. Sappiamo bene quello che siamo ma non vogliamo catalogarci in una singola cosa, e quindi ci siamo attribuiti questo nome che è anche ironico”.
Giovanni è anche la faccia del progetto fashion Identity Not Found: “Personalmente abbino e scelgo , il mio socio nel brand disegna e progetta, mi consulta e io lo supporto e indosso. Al momento si possono fare sia acquisti online che in negozi che accettano la nostra distribuzione, ma le cose cresceranno”.
Oggi che la sua carriera è in piena evoluzione, cosa resta del giovane ventenne impaurito dal confronto col pubblico in passerella? “Sono consapevole di quello che sono. Ho un viso molto commerciale e ho i miei clienti, non ho un’immagine particolare o spigolosa che possa riscontrare favore tra i trend di oggi. Ma so dove posizionarmi. Anche l’attività dei social media mi offre molte possibilità di confronto col pubblico. Mi arrivano principalmente commenti positivi, i followers vogliono consigli su come vestirsi e come comportarsi .Quando pubblico un’immagine di stile, subito arrivano richieste su come andare a feste o come colpire i cuori delle partner. Mi fa piacere dare aiuto a chi è insicuro. Nel mio piccolo cerco di mettermi a disposizione. Ma vivo di semplicità e poco di apparenza, che detto da me sembra strano ma è così. Forse per questo ho fidelizzato seguaci, capisco che non sono influencer alla Di Vaio o Ferragni, non sono posizionato a quei livelli. L’autenticità mi sta a cuore, la lealtà soprattutto. E la moda può essere questo”.
E veniamo ai gusti. Su di sé, Giovanni De Rosa ha idee chiare: “Io mi rivedo in uno stile classico con lo stivaletto, jeans, cappotto. Ho tre fissazioni estetiche: scarpe, intimo e profumi . Guardo sempre questi particolari, sono molto importanti. Su di me, le calzature sono generalmente varie, porto scarpa classica o sneaker ma con gusto. Per l’intimo uso Versace. Il profumo di nicchia lo scelgo in base alle novità in arrivo. In macchina prima di scendere per un appuntamento l’ho sempre a portata di mano. E chi viaggia con me è costretto a sentire quello che spruzzo!”.