Un viaggio tra i ristoranti tristellati italiani è un viaggio non soltanto culinario attraverso la Penisola. I ristoranti 3 stelle Michelin nel nostro paese sono alfieri del più alto riconoscimento della ristorazione, ma anche cartina di presentazione di territori ed esperienze uniche.
Si tratta di uno scatto in avanti enorme per l’intera ristorazione di alta qualità italiana. Tant’è che anche l’Enit, che promuove a livello governativo il turismo italiano all’estero, punta all’evento mondiale più atteso nel panorama enogatronomico, The World’s 50 Best Restaurants, che premia i 50 ristoranti migliori al mondo. Nell’edizione 2022 la presenza italiana è cresciuta molto, nei numeri come nelle posizioni, grazie a chef come Riccardo Camanini, gli Alajmo, Niko Romito, Mauro Uliassi, Enrico Crippa (del tristellato Piazza Duomo di Alba e Norbert Niederkofler).
In attesa di vedere come ci comporteremo nella classifica mondiale, ecco, per ora, in un elenco, tutti insieme i ristoranti tristellati italiani per il 2023.
ANTONINO CANNAVACCIUOLO
A Villa Crespi di Orta San Giulio in Piemonte, con Cinzia Primatesta, lo chef napoletano è diventato secondo l’ultima rilevazione Michelin, il dodicesimo tristellato in Italia. Qui si degustano trota, scampi, linguine di Gragnano, c’è finanche un menu degustazione che racconta la storia dello chef “Da Sud a Nord”. Che è quella di un ragazzo, appena ventenne, che dalla penisola Sorrentina giunge sulle sponde del lago d’Orta. Un itinerario dal mare al lago in un menù ricco di contrasti e colori.
ENRICO BARTOLINI
Lo chef Enrico Bartolini, forte di 12 stelle Michelin che ne fanno lo chef più stellato d’Italia, è saldo al timone del ristorante al Museo Mudec di Milano. Il suo nome è il secondo al mondo per numero di stelle. Situato in Zona Tortona, al terzo piano del MUDEC-Museo delle Culture, in un ambiente intimo ed elegante, il ristorante nel cuore del design district, è un luogo di sperimentazione. L’alta gastronomia rispetta le biodiversità dei territori ma a Milano succede di più: Bartolini ha impiantato una fucina creativa per ogni declinazione della sua “Classicità contemporanea”.
MAURO ULIASSI
Semplice e contemporanea, la cucina di Uliassi affonda le radici nelle tradizioni della Riviera. In inverno il ristorante di Senigallia è chiuso per “letargo creativo” ed è un bene, perché le buone idee hanno bisogno di tempo. Qui si viene a degustare la prelibata cucina di mare sul litorale marchigiano: gambero rosso, estratto di mandarino, fiori di salvia, ananas è un must. Uno dei trademark è la Rimini fest spiedini di calamaretti alla griglia e shot ghiacciati di citronette.
NORBERT NIEDERKOFLER
Il ristorante Kosmo Taste the Mountain – Livigno & AlpiNN è improntato sulla la filosofia dello chef 3 stelle Michelin e Stella Verde per la sostenibilità, Norbert Niederkofler. Originario della Valle Aurina nella provincia di Bolzano, si è avvicinato con passione alla cucina di suo padre e si è formato in Germania, poi in Svizzera, negli USA, in Austria. Ha imparato il mestiere dagli Chefs Jörg Müller e Eckart Witzigmann. Oggi scrive: “Con tanta disciplina sono stato in grado di avere successo, mettendo me stesso sempre in discussione e rimanendo umile.”
NIKO ROMITO
Niko Romito dal 2000 gestisce con Cristiana Romito il ristorante Reale. Cuoco autodidatta, profondamente legato al suo Abruzzo, gestisce la sua impresa a “Casadonna”, ex monastero del ’500 a Castel di Sangro. Attraverso una ricerca incessante e con uno spiccato approccio imprenditoriale, Romito percorre la strada dell’essenzialità, dell’equilibrio e del gusto. In poco tempo ha saputo creare un linguaggio gastronomico incisivo e personale, e un sistema complesso in cui coesistono alta cucina, format di ristorazione diffusa, formazione superiore e prodotti per il consumo domestico.
HEINZ BECK
Il pluripremiato chef Heinz Beck dell’unico ristorante di Roma con tre stelle Michelin. La Pergola, Roma un’esperienza culinaria indimenticabile in un ambiente di arredi sontuosi e una terrazza mozzafiato sulla capitale. Qui non c’è niente di understatement: i piatti sono delle piccole opere d’arte, con minuziosa cura dei particolari. A dispetto delle sue origini, lo chef orienta l’offerta verso un clima gastronomico mediterraneo.
MASSIMO BOTTURA
Massimo Bottura, l’alchimista della cucina italiana, titolare dell’Osteria Francescana, ristorante con tre stelle Michelin nel centro storico di Modena, due volte premiato come miglior ristorante al mondo da The World’s 50 Best Restaurants. Ora che ha aperto anche a Miami (“La dolce vita romagnola”), il cuoco e imprenditore può dirsi completamente globalizzato. Anche se la sua cucina resta estremamente italiana, locale, come si legge sul sito del ristorante modenese: “La nostra cucina non è una lista di ingredienti o una dimostrazione di abilità tecniche: è il racconto del paesaggio Italiano e delle nostre passioni.
La cucina è una collisione di idee, tecniche e culture. Non è matematica, è emozionante”.
ENRICO CRIPPA
Enrico Crippa nasce a Carate Brianza nel 1971. Da suo padre impara ad amare la bicicletta, dal nonno la passione per il mercato e il cibo sano a km zero. Per questo, quando ha aperto il ristorante in Piemonte, situato a pochi km da Alba, nel terreno della Tenuta Monsordo Bernardina di proprietà dei Ceretto, il suo “Piazza Duomo” è stato circondato da coltivazioni. L’orto comprende una serra e un appezzamento, dove vengono coltivati in regime biologico e biodinamico gli ortaggi, le erbe e i fiori che lo chef Enrico Crippa ogni mattina raccoglie personalmente.
ANNIE FÉOLDE
La prima donna Chef a conquistare 3 stelle Michelin in Italia e la quarta al mondo. Annie Féolde, nata a Nizza, ma italiana di adozione, nel suo ristorante Enoteca Pinchiorri a Firenze. Il menu che omaggia la “madre terra” comprende crema fredda di pinoli di san Rossore, olio di noci tostate e infuso di cipolle bruciate, le chicche di zucca arrosto, crema di stracchino di pecora, mostarda di pere e tartufo bianco, Capellini in ristretto di funghi porcini, spuma tiepida di zafferano e briciole di pane al tuorlo d’uovo.
GIOVANNI SANTINI
A Canneto sull’Oglio, provincia di Mantova, c’è una storia famigliare stellata singolare. Per anni la cucina de Il Pescatore è stata mandata avanti da quella che è stata considerata la migliore chef al mondo, Nadia Santini. E oggi c’è il figlio, Giovanni, che porta l’onore e l’onere delle 3 stelle.
FRATELLI ALAJMO
Sono contesi un po’ ovunque i fratelli Alajmo. Ma il loro marchio a 3 stelle resta quello del ristorante Le Calandre a Rubano, vicino Padova. Massimo Alajmo, col fratello Raffaele, hanno costruito un mondo, con location prestigiose a Venezia, Parigi, Marrakech. A casa loro però leggerezza, profondità dei sapori, fluidità, rispetto degli ingredienti per cogliere l’essenza della materia sono i principi di cucina cari a Max. Il menu si ispira agli ingredienti di stagione ed è una mappa che conduce ad un’esplorazione multisensoriale.
ENRICO CEREA
A Brusaporto, provincia di Bergamo, i cultori dell’alta cucina arrivano da ogni parte d’Italia per degustare la cucina di Enrico Cerea “Da Vittorio”. L’impresa famigliare include anche l’esperienza della natura a pochi passi dalla metropoli milanese. Lo chef, detto Chicco, primogenito di Bruna e Vittorio che ha avviato l’impresa decenni fa, nel centro di Bergamo, si distingue per tradizione lombarda e genio creativo. L’insegna è talmente conosciuta da essere replicata finanche a Shanghai e Saigon, in Asia.