Con un romantico e sensuale video con l’attore Stefano Gianino, esce sul mercato discografico in questi giorni “Psicofarmaci”, preludio del debutto su album di Isotta. La cantautrice senese a ottobre 2021 ha vinto il Premio Bianca d’Aponte, contest per cantautrici, che fra i vari bonus ricevuti ha visto un contributo da parte di Nuovo Imaie per un tour di sei date.
“Romantic dark” è il titolo del lavoro di Isotta,un viaggio dentro l’anima attraverso le vibrazioni che crea il suono della voce della sua protagonista. Rassicurante e serena rappresenta la purezza e la luce è una guida nel lato dark. Un voce che dolcemente entra nell’anima arrivando fin dentro il nostro spirito che, intento ad accarezzare il cuore, lo fa rallentare creando uno stato fisico e psicologico positivo. È il vento che entra dentro, che porta la luce nel nostro lato dark.
È un racconto della parte più oscura dell’uomo, dove i desideri e gli impulsi si manifestano nella assoluta libertà. È il racconto dei nostri valori e della nostra coscienza che è nostro controllore impedendo alla parte oscura di prendere il sopravvento ed è il racconto del proprio Io, dell’individuo nel suo quotidiano.
“Romantic Dark” (etichetta Women Female Label & Arts / distribuzione Artist First) è disponibile in digitale (ASCOLTA QUI): 13 tracce in cui la cantautrice toscana racconta la sua vita, i legami umani, le difficoltà quotidiane, le fragilità, la violenza, sotto ogni sua forma. In contemporanea, sarà in rotazione radiofonica il quarto singolo estratto, “Psicofarmaci” (con la partecipazione di Claudia Gerini, voce fuori campo).
“Spesso nelle canzoni racconto mie storie – dice Isotta– e mi piace anche raccontare storie che ascolto come ad esempio in Pornoromanza, che è stata l’ultima canzone ad essere arrangiata, che racconta una storia di revenge porn, una delle forme più subdole di violenza che, soprattutto in questo periodo storico, sta condizionando tragicamente la vita di molte donne”
Invece in Psicofarmaci canti un suicidio, il suicidio della coscienza.
“In questa canzone gli psicofarmaci non sono intesi come composti chimici, non mi riferisco alle pillole, ma ad un viaggio in tutte le nostre convinzioni che sporcano le nostre coscienze. Gli psicofarmaci sono tutte quelle convinzioni che ti allontanano da ciò che sei veramente e quindi è un allontanarsi dalla nostra coscienza, dai nostri valori e da quello che vogliamo veramente. Gli psicofarmaci sono tutto ciò che ci impedisce di arrivare a te stesso. Claudia Gerini, che ha collaborato in questa canzone, nella sua parte parlata è come se leggesse una lettera che può essere intesa come la lettera lasciata da un suicida. “Passerò dall’altra parte del muro” l’ho visto come un passaggio da fuori a dentro la nostra mente, ho provato a capire cosa abbiamo nella nostra testa. La canzone è sempre al limite tra un suicidio mentale e un suicidio fisico.”
Psicofarmaci è accompagnata da un videoclip, prodotto da Movi Production, nel quale proponi la dualità di due corpi a rappresentare il torto e la ragione, il buono e il cattivo ed il positivo e negativo.
Un video nel quale il protagonista è anche il numero 3, tre pillole e tre sigarette. La Kabalah associa questo numero alla terza lettera dell’alfabeto ebraico la cui forma, rappresenta la spinta ad uscire da sé stessi e dalle proprie limitazioni. È la sede della volontà di crescere è ciò che invita al miglioramento di noi stessi è un invito ad uscire dalle nostre abitudini, da ciò che ci limita e a dirigerci verso il nostro vero sé, la parte più vera di noi stessi.
Che concetto c’è dietro il clip di “Psicofarmaci”?
“Nel video, girato in bianco e nero, ho voluto inscenare una particolare interpretazione del rapporto d’amore. Richieste, concessioni, rifiuti, violenze rappresentate dall’interazione tra i corpi in un contesto dark. Nel video ci siamo io ed un altro attore e descriviamo l’incontro di due volontà anche nei loro contrasti. Ci si fa del bene ma anche del male.”
Romantic Dark cosa rappresenta per te, un bisogno, è la realizzazione di un sogno, un tuo obiettivo o tutti e tre?
“Io ho iniziato a scrivere non con l’idea di fare l’album, quella poi è arrivata successivamente. Sicuramente è sempre stato un mio sogno poter pubblicare le mie canzoni anche se nel mio sogno, come in ogni sogno, non vedevo bene il punto d’arrivo. Sentivo che era la strada giusta da seguire affinché la musica fosse sempre presente nella mia vita. L’album è stata una conseguenza di tutto. Spesso mi chiedono quale sia il mio ascoltatore ideale, sicuramente il mio ascoltatore ideale è un ascoltatore che ascolti, che ascolti attivamente le parole e la musica delle mie canzoni”
In “Un due tre stella”, “Doralice”, “Psicofarmaci”, “Bambola di Pezza” c’è sempre un riferimento al luna park. Canti dell’ottovolante, dici che sei al lunapark, fai riferimento ad un giostraio. Come mai questi riferimenti?
“Ho pensato anche io a questi riferimenti nelle canzoni e penso che mi ricordi quei momenti vissuti da bambina ai quali sono molto legata. Ho molto rispetto del mio ricordo da piccola perché mi sento molto più fortunata adesso di com’ero prima. È come se dovessi qualcosa all’Isotta piccola. In ogni caso il luna park mi ha sempre trasmesso emozioni molto contrastanti e cioè da un lato il divertimento e dall’altro angoscia e tristezza per la vita dei giostrai, io la vivevo così.”
Sempre in “Un due tre stella” canti: “cerco ancora me stessa ma trovo ancora la peggiore di me”.
“Il percorso dell’album è l’essere sempre più coscienti che è importante conoscersi ed accettarsi per quello che si è. Quindi la parte peggiore di noi se accolta con amore e quindi non cercando di eliminarla, potrebbe non essere più la parte peggiore ma semplicemente una caratteristica propria e potrebbe poi piacerci di più. Io ho cercato, in questi anni, di accogliere quelle parti di me che mi piacevano meno.”
“Hawaii“, altra canzone dell’album, parla della mancanza di sintonizzazione tra l’illusione di ciò che pensiamo ci manchi e ciò che davvero ci manca.
In questa canzone canti “Dimmi cosa vedi nei miei occhi”. Parafrasando ti chiedo tu ora cosa vedi nei tuoi occhi?
“Nell’album si possono vedere anche malinconia e nostalgia, invece in questo periodo nella mia vita c’è un sottofondo musicale molto positivo. È un bel momento della mia vita vista l’uscita dell’album, è una mia bellissima realizzazione.”
“Kebab”,altra canzone presente nell’album, è un’ode all’irrazionalità delle nostre preferenze, è una dichiarazione d’amore verso le cose semplici e banali che finiscono per rivelarsi il vero motore delle nostre emozioni più profonde.
Di questa canzone mi ha particolarmente colpito una tua parte parlata nella quale dici “Non so se essere magra o essere felice, felice”.
“Kebab è una canzone molto particolare il cui reale significato arriva dopo qualche ascolto, sia come testo che significato. Nello specifico quella parte parlata era stata registrata in precedenza e quando l’ho detta ridevo davvero e non avrei pensato che poi sarebbe stata inserita nella canzone, quindi è stata molto naturale”
Per la tua partecipazione a Musicultura stai pensando a qualcosa di particolare riguardo alla tua entrata in scena o alla teatralità della tua interpretazione?
“Posso dirti che ho voglia di divertirmi e sono felicissima di esserci ma non posso dirti di più”
Le altre canzoni presenti nell’album, dopo un Intro parlato, si sono “IO”, con cui Isotta ha vinto il Premio Bianca d’Aponte 2021, un brano cheesprime la voglia di realizzare chi si è nel profondo attraverso la forza ribelle di cambiare strada rispetto a quella che si sta percorrendo. “Doralice” racconta la nostalgia degli anni magici della nostra infanzia e la ricerca continua e spesso sterile di una connessione vera e spontanea con le cose e le persone che avevamo in quel periodo così lontano. “Cryptocornuta” è un brano che la cantautrice spiega con una metafora “siamo il cappello magico del mago dove si nascondono le tante possibilità umane e in base alle nostre unicità ne tiriamo fuori alcune invece di altre”. “Palla avvelenata”, in cui si affronta, senza sfuggire, i mostri dell’infanzia attraverso gli occhi maturi e distaccati dell’Isotta di oggi, per poterli accettare come una semplice esperienza di vita vissuta. “Bambola di pezza” invece parla di stati d’animo, di rapporti di coppia tossici, morbosi e vigliacchi ma non senza un messaggio di speranza, quella speranza racchiusa nella forza che ogni donna deve trovare per ribellarsi. “Tecniche di sopravvivenza” è filosofia spicciola, un compendio di efficaci espedienti per superare le difficoltà della vita quotidiana. L’album chiude con “Ti amo ma ho da fare”, canzone che traccia lo scorcio del labirinto in cui si avviluppa il groviglio di sentimenti ed emozioni che si celano sotto l’inflazionata ed abusata parola “amore”.