Stefano Cescon (classe 1989) nasce a Pordenone ma dal 2017 vive e lavora tra Treviso e Venezia.
Gaggenau e Cramum aprono la stagione dell’arte 2023 a Milano con la presentazione dell’inedita opera “Oltremare” realizzata in cera, paraffina e lapislazzuli da Stefano Cescon. Il trittico arricchisce la mostra “TERRA!” prorogata fino al 17 marzo al Gaggenau DesignElementi Hub di Milano (Corso Magenta 2).
“Con questo lavoro l’artista porta avanti in modo coerente la sua originale riflessione materica sul futuro della pittura a partire da uno dei colori più preziosi e alla base della stessa storia dell’arte… il blu”, spiega il curatore della mostra Sabino Maria Frassà.


Il nuovo trittico dal titolo “Oltremare” consta di tre opere in cera e paraffina attraverso le quali l’artista prosegue la propria riflessione materica sul futuro della pittura a partire da uno dei colori più preziosi: il blu oltremare, estratto dai lapislazzuli.
“Terra!” è il culmine dell’odissea di Stefano Cescon nell’arte contemporanea e celebra l’approdo dell’artista a un lessico artistico nuovo, che unisce passato e presente e si basa sulla fusione di linguaggi diversi. Lungo le pareti dello spazio milanese di Gaggenau trovano spazio i quadri-scultura in cera e paraffina per la prima volta di grande formato che si proiettano nello spazio. Il gesto pittorico quasi scompare, sostituito da una sedimentazione di colori che offre all’osservatore l’illusione di trovarsi di fronte a concrezioni minerarie stratificate e caratterizzate da inattesi collassi di colore tra uno strato e l’altro. L’arte di Cescon vive così nell’incessante ricerca di equilibrio tra tecnica ed estro creativo, controllo e imprevedibilità.
Sabino Maria Frassà, curatore della mostra, spiega: “Come un moderno alchimista, Stefano Cescon cerca la propria “Terra!” dando una lettura inedita alla storia dei colori e sceglie di indagare nelle nuove opere in mostra il blu oltremare”.
Un pigmento notoriamente raro e prezioso, il cui nome deriva dal fatto che in tempi antichi il colore si ricavasse dai lapislazzuli che giungevano in Europa dai porti del vicino Oriente, in particolare dalle cave afghane del Badakhshan, territori conosciuti in epoca medievale come “Oltremare”.