Diamo credito ai francesi per aver incoraggiato la crescita di Laure Prouvost. L’artista di soli 40 anni rappresenterà la grande nazione europea alla prossima Biennale di Venezia d’arte nel 2019. Ed è già nella storia per aver vinto il prestigioso Turner Prize nel 2013.
Da noi, a Milano, l’Hangar Bicocca le ha dedicato una mostra finita nel 2017, “GDM – Grand Dad’s Visitor Center”. Lì, Laure Prouvost portò un’opera d’arte totale con oltre quindici lavori – installazioni, video su monitor e proiezioni, sculture e objet trouvé – che davano vita a un singolare museo dedicato al nonno dell’artista, che potete vedere in apertura di questo servizio.
IN PATRIA – Per la prima volta ospite di un’istituzione francese, questa estate (fino al 9 settembre) la Prouvost è protagonista di una personale al Palais De Tokyo di Parigi. La mostra si chiama “Ring, Sing and Drink for Trespassing” una sorta di passaggio che trascende il fisico e il luogo geografico visto che l’autrice dice che spesso per creare si “abbandona senza controllo in modo che lo spettatore possa attribuire alle opere il suo pensiero”.
La mostra viene trasformata in uno spazio naturale col passar del tempo, perché vuole essere un rifugio. Un’ispirazione alle conseguenze del surriscaldamento globale che celebra l’ambiguità della natura. Le scritte dei messaggi che si trovano indicano cose che “idealmente” le piante farebbero. In uno studio biologico elevato a forma d’arte, l’artista ci accoglie in un territorio sconosciuto con un giardino e una fontana di “seni” provocante e simbolica.