Al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, in partenza oggi, si sa, si arriva in jet privato, si atterra da vip e si conduce una settimana di sfarzo e discussione “elitaria”. Ma gli osservatori internazionali lamentano nel 2019 l’assenza dei veri politici, di quelli che decidono le sorti del mondo. Tutti impegnati in beghe interne ai loro paesi in questo avvio difficile dell’anno: non c’è Theresa May da Londra, non c’è Macron da Parigi, non c’è Donald Trump da Washington.
Ci sono invece, almeno nella lista di quelli confermati, Angela Merkel e Giuseppe Conte. Il premier italiano non sarà l’unico tricolore presente al forum. Tra gli imprenditori di brand legati al lifestyle sono stati invitati Mario Moretti Polegato (Geox), Nerio Alessandri (Tecnogym) e circa 3000 figure chiave della finanza ed economia mondiale.
GLOBALIZZAZIONE – Una globalizzazione 4.0 che funzioni e sia inclusiva e sostenibile è il tema protante di questo meeting, che rilancia anche gli accordi climatici, visto che i cambiamenti del tempo atmosferico sono una delle variabili più pesanti dell’economia globale.
La globalizzazione quarta-fase si poggia sullo sviluppo dell’industria 4.0. Che è quella che connette sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso Big Data e adattamenti real-time come venne detto già nel 2011 alla Fiera di Hannover, in Germania.
In pratica, stiamo vivendo la quarta rivoluzione industriale, dopo quelle del 1784 (macchina a vapore), 1870 (industria di massa dell’elettricità), 1970 (informatica).
Forse il 2019 sarà ricordato come l’anno in cui la rivoluzione ha avuto l’avvio formale, visto che se ne parla ma non si è stabilito un avvio temporale. L’industria, e la globalizzazione, sono plasmate da tecnologie avanzate dove il mondo digitale e quello fisico-biologico si combinano per creare innovazioni a velocità e scala senza pari nella storia umana. Sono cambiamenti che riguardano tutti, coinvolgono il mondo in generale.