Christian Aloi in arte Aluà, quest’anno compie 30 anni e non è un compleanno qualunque per l’artista calabrese. Da qualche settimana, i residenti di NoLo, quartiere a Nord di Loreto sulla bocca di tutti i milanesi negli ultimi tempi, hanno iniziato ad appassionarsi agli omini rosa che spuntano come street art in angoli impensati. O solitamente degradati e oggetto di scarabocchi.
Ovviamente c’è anche ci storce il naso, ma in linea di massima questi omini rosa che ricordano l’elementare efficacia della street art di Keith Haring stanno simpatici un po’ a tutti, tanto che quando si notano in altre aree della città ci si sente quasi a casa (e le si posta). Aluà da Catanzaro è diventato il giovane artista che abbellisce i muri di Milano. È autodidatta, e non è solo street artist, è anche pittore e scultore. Questa settimana ha inaugurato una personale di opere su tela (sempre con protagonisti gli omini che attacca con il vinavil sui muri) al locale Lecco Milano di Porta Venezia.
Ha portato la sua esperienza artistica sia a Expo Barcelona che Expo Milano ma a quanto pare la strada sembra essere il suo luogo d’elezione, o comunque lo scenario che lo ha fatto notare ai più. Ora è inserito nella rosa di 15 talenti italiani del crowdfunding di London Is Open (per finanziare una residenza qui ) e prima di sapere se ce la farà a spuntarla si è fermato a parlare con The Way Magazine.
Quando crei gli omini rosa, a cosa ti ispiri per realizzare i movimenti? Cose che vedi, che sogni, che stanno bene esteticamente?
Quando creo gli omini mi ispiro a noi esseri umani, i movimenti e le azioni che utilizzo per mandare il mio messaggio. Nell’arte comunque spazio. Ho operato con la street art anche a Catanzaro e Londra dove sono stato invitato a fare una mostra in appartamento oltre che una performance di bodypainting.
Raccontami del tuo periodo a Barcellona. Credi che all’estero ci sia più rispetto per la street art?
Il viaggio a Barcellona mi ha aperto al mondo della pop art materialmente vedendo dal vivo le opere. Ho avuto da allora subito l’apprezzamento e il rispetto per questo tipo di arte. All’estero la street art non è solo accettata e rispettata ma anche finanziata.
Come hai iniziato?
Ho iniziato a dipingere su tela e ad esporre in locali e gallerie, dopp ho scoperto la street art e faccio entrambi, l’arte è una sola, i modi per farla sono tanti, a me piace sperimentare e non mi piace ghettizzarmi in un solo modo di esprimerla.
Qual è la tua idea di bello? Cosa vai a cercarti nelle mostre o arti altrui?
Il bello per me è il colore ed il messaggio, non mi piacciono le cose senza senso e credo che il colore dia vita, emozioni, accenda i sensi e da emozioni. Se si sa scegliere i colori giusti, l’opera parla.
Sei partito da NoLo e hai “invaso” gli altri quartieri. Ti fa piacere essere identificato come artista del quartiere emergente?
A Nolo ci vivo da almeno 5 anni, lavoravo in zona Turro e vivevo a Rovereto, la zona mi è sempre piaciuta da quando l’ho frequentata. Mi sembra sia viva e folcloristica, c’è tutto, mi dà un senso di casa anche perché mi ricorda il Sud da dove provengo. Ora mi fa piacere che il quartiere sia social, e sono contento che i residenti mi hanno notato, apprezzato e accettato. Ovviamente la mia arte non si ferma solo qui, ma ci vivo e non posso non abbellire casa mia. Anni fa facevo streetart sempre a nolo con delle statuette in das sempre dell’omino rosa che attaccavo su semafori e fermate del tram oltre che muri e ringhiere.
Fotoservizio: mostra a Lecco Milano, via Lecco 5 – Milano