Dopo un periodo di ferma per il lockdown e i suoi ripensamenti conseguenti, molti artisti stanno ricominciando a comunicare col proprio pubblico. E Michele Penna attraverso i suoi canali social ha debuttato oggi la sua nuova opera, “ANGELS”.
“Mi sono ispirato ai busti romani, aggiungendo le ali. Volevo che rappresentasse un corpo arrugginito di ferro, con la speranza che porta alla mente la copertura dorata delle ali”.
Il busto, la nuova opera dell’artista che usa materiali di recupero ormai famoso nel circuito artistico milanese, è una goduria per gli occhi. Ma anche per le orecchie visto che, con un video diretto da Riccardo Gaffuri, Michele Penna ha abbinato l’opera a una narrazione.
Il compito di recitare una poesia è stato affidato dall’artista all’autrice Emanuela Botti. Nel video si vede la stessa poetessa recitare “la fine non c0è” tratta dal libro “le fate ingorde” edito nel 2018.

In queste foto il work in progress di “ANGELS” concesso a The Way Magazine dall’artista stesso.
Michele Penna dice: “Vi siete mai sentiti come se vi stesse crollando tutto intorno? Come se aveste perso il controllo di tutto quello che sta accadendo.
E vi sentite smarriti, impotenti, e l’unico sentimento che provate e la paura, la paura di non sapere se questo momento passera.
Poi arriva quel momento dove la paura l’incertezza si scontrano con la voglia di ricominciare la voglia di ripartire e colmare quel vuoto che si era creato dentro di noi.
Ci sono cicatrici che non si rimargineranno mai, e anche se non visibili, possiamo vederle negli occhi di chi le porta con sé
Questa mia scultura è un omaggio a tutte le persone, che pur portando con loro la propria sofferenza continuano a lottare per loro e per gli altri, rendendo questo mondo migliore.
Il busto arrugginito con tante cicatrici visibili sta come ad indicare un corpo ed un’anima martoriata dalla vita e dai suoi eventi, mentre le ali rivestite in foglia oro stanno ad indicare la nostra voglia di rivincita seppur anch’esse contaminate dalla ruggine” .