Quando ha aperto in Italia nel 2011 aveva 1 milione di iscritti in tutta Italia. Oggi, 8 anni dopo, LinkedIn aggrega un milione di professionisti e lavoratori solo a Milano, e gli iscritti nel nostro Paese sono ben 13 milioni.
Un social network che è anche uno specchio delle tendenze del Paese e non solo: su LinkedIn ormai ci si va anche per esprimersi, per capire dove vanno gli altri anche in momenti di calma e appagamento per la propria situazione lavorativa. Insomma, il “guardarsi intorno” dal punto di vista professionale, il fare conoscenza, non è mai stato così di tendenza come ora.
Le digital skill oggi in Italia sono un elemento chiave per trovare e per cambiare lavoro anche nel nostro paese. E non è vero, come in altri campi, che siamo fanalino di coda. Nel settore della ricerca online, tra Human Resources e ricerche in proprio, gli italiani si comportano in maniera dinamica e precisa proprio come tutti gli altri iscritti nel mondo occidentale. Lo dice la ricerca appena presentata da LinkedIn Italia e soprattutto lo dicono anche le aziende. Che credono nel training, nel definire il re-skilling dei propri dipendenti, nel voler colmare i gap di conoscenza che resistono.
A tal proposito LinkedIn è anche molto avanti: organizza il learning con video pillole di pochi minuti, per non far calare l’attenzione, informa le aziende sulle azioni più efficaci per fare engagement con i proprio dipendenti. Addirittura per i propri lavoratori organizza il “Bring In Your Parents” day, un giorno in cui i genitori sono accolti negli uffici e possono finalmente “capire” cosa fanno i figli impiegati in una realtà digitale innovativa come questa azienda.
RAPPORTI DI LAVORO – LinkedIn, che è oggi la rete professionale online più grande del mondo, ha voluto indagare attraverso la Community Research, che fa emergere quali figure legate alla vita personale e lavorativa hanno influito, e influiscono tutt’ora, sulle scelte relative alla carriera dei professionisti italiani.
Lo studio, sviluppato dalla società CensusWide per conto di LinkedIn, ha coinvolto oltre 2.000 lavoratori italiani, part-time e a tempo pieno, di diverse fasce d’età e provenienza geografica.
La famiglia, gli insegnanti e i professionisti del work placement sono le persone che maggiormente influenzano le scelte iniziale della nostra carriera lavorativa.
Tra i principali dati della ricerca, emerge che, in merito alla scelta della tipologia di lavoro e di carriera da intraprendere, circa il 50% degli intervistati hanno fatto emergere diverse tipologie di figure in diversi ambiti della vita personale, il 13% ha indicato i propri insegnanti durante la scuola, l’11% un career advisor o un professionista deputato al work placement dopo il periodo degli studi, il 10,5% il recruiter/HR con il quale i professionisti italiani hanno sostenuto un primo colloquio, l’8% ha attribuito le proprie preferenze ai professori universitari, con il restante 7,5% legato a diverse tipologie di figure significative, come un politico, un business leader o, addirittura, un attore/attrice particolarmente carismatico/a.
Lo scenario cambia sostanzialmente in relazione alle scelte intraprese dai professionisti italiani per il proseguimento del proprio percorso di carriere: in questo contesto, i lavoratori del nostro paese indentificano in se stessi (o in alcuni casi nessuna figura in particolare oltre se stessi) la risorsa fondamentale in termini di crescita professionale, con il 35% delle risposte, a dimostrazione che, con il procedere degli anni, i lavoratori italiani tendono a sentirsi più maturi e self confident rispetto alle proprie capacità di avere successo nel lavoro; a seguire, il 19,5% degli intervistati ha, invece, identificato il primo capo o un superiore nella precedente esperienza professionale; il 18,5% ha indicato l’attuale superiore o manager di linea; il 13,5% degli intervistati si sono dimostrati ancora legati ai professori dei tempi della scuola o dell’università, o un formatore generico, come figure che continuano ad avere influenza anche sugli anni successivi nelle proprie esperienze professionali; il 5,5% ha indicato un/a collega; il 2,5% un business leader e un residuo 1,5% ha addirittura indicato i propri sottoposti in ufficio. In questa speciale classifica, gli “indecisi”, ovvero coloro che hanno indicato più tipologie di risposta, totalizzano il 4% delle risposte.
“La nostra ultima ricerca fa emergere diversi dati interessi in relazione alle scelte professionali, sia all’inizio che in una fase più avanzata della nostra carriera. Risulta evidente che, per i lavoratori italiani, l’influenza dei familiari sia preponderante all’inizio del percorso professionale, mentre man mano nel tempo emergono figure sempre più legate all’ambiente lavorativo. In questo contesto, che può essere al contempo l’ambito dell’azienda, così come i contesti lavorativi extra ufficio, e le piattaforme di lavoro online, i professionisti del nostro paese dimostrano chiaramente come qualsiasi tipo di personaggio legato al lavoro possa risultare determinante e utile nel nostro percorso di crescita. Come LinkedIn, pensiamo che tutte le figure siano fondamentali per la nostra formazione professionale, perché tutte fanno parte della comunità di persone con le quali ci confrontiamo, collaboriamo e dialoghiamo ogni giorno; e la nostra rete di contatti rappresenta, insieme alla formazione e all’esperienza, uno degli elementi chiave che può portarci al successo nel tempo.” ha commentato Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia.
Foto d’apertura: Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia.