21 Giugno 2018

Da un’isola vulcanica della Corea, l’arte di Park Gil-Ju

L'impegno dell'associazione italo-coreana Orange Bridge e della curatrice Michela Ongaretti, firma di The Way Magazine, per la promozione della cultura del paese asiatico in Italia.

21 Giugno 2018

Da un’isola vulcanica della Corea, l’arte di Park Gil-Ju

L'impegno dell'associazione italo-coreana Orange Bridge e della curatrice Michela Ongaretti, firma di The Way Magazine, per la promozione della cultura del paese asiatico in Italia.

21 Giugno 2018

Da un’isola vulcanica della Corea, l’arte di Park Gil-Ju

L'impegno dell'associazione italo-coreana Orange Bridge e della curatrice Michela Ongaretti, firma di The Way Magazine, per la promozione della cultura del paese asiatico in Italia.

C’è anche la possibilità di visitare le sale del Consolato della repubblica di Corea a Milano grazie alla rassegna d’arte Korean Wunderkammer. In questi giorni nel centro città, la kermesse promossa dall’associazione italo-coreana Orange Bridge e dalla curatrice Michela Ongaretti, che scrive anche per The Way Magazine, presenta una personale di Park Gil-Ju presso le sale del consolato a piazza Cavour.

Da sinistra Jang Sung-An di Orange Bridge, la console coreana a Milano Eun Kyoung Jang e Christian D’Antonio, direttore di The Way Magazine.

La pittrice coreana nelle sale eccezionalmente aperte al publico, espone le sue opere che riflettono la violenza della natura dell’isola da cui proviene. Si chiama Jeju, una terra di origine vulcanica dove gli elementei del mare e della montagna sfanno da sfondo alle attività manifatturiere di antica tradizione. “La natura è un dono – dice l’artista – e gli esseri umani con lei si completano, quindi non possiamo che coesistere”.

Michela Ongaretti, curatrice d’arte, introduce il lavoro di Park Gil-Ju alla presentazione dei quadri dell’artista presso il consolato coreano a Milano (foto: The Way Magazine).

Una denuncia in parte dell’industrializzazione che però rrsta lontana dal romanticismo tipico delle rappresentazioni occidentali. Nelle sue opere il contesto selvaggio e libero è ben saldo. Il colore a olio, dice la curatrice Michela Ongaretti “riecheggia la ricerca sul paesaggio occientale di Otto e Novecento, c’è evocazione e tecnica tra Turner e Constable ma è vivido nell’aspetto rigoglioso della vegetazione. Non c’è qui inquietudine ma inclusione nella natura per quello che siamo, viaggiatori e ospiti del pianeta”.

Orange Bridge è nata a Milano nel 2014 per volontà di Jang Sung-An, artista sudcoreano da molti anni residente in Italia, per promuovere  l’arte e la cultura coreana nel nostro paese, ma non si limita a questo: vuole favorire lo scambio tra Italia e Corea attraverso iniziative dedicate alla creatività dei due paesi nei due paesi.Il suo nome simboleggia quindi la connessione proficua tra le due nazioni, un ponte arancione. Il colore unisce la solarità e luminosità del giallo alla forza e alla vitalità del rosso, ben esprime i valori della nostra associazione che intende riscaldare con la luce della creatività l’Italia e la Corea del Sud.

Michela Ongaretti, firma di The Way Magazine e curatrice della rassegna Korean Wunderkammer giunta alla quarta edizione, in posa con il console della Repubblica di Corea Eun Kyuoung Jang (foto: The Way Magazine).

Intento in primis di Korean Wunderkammer è portare l’arte e la cultura coreana in Italia per farla conoscere e perché si possa connettere con quella italiana e milanese, giovane e non solo

Mostra personale di Park gil-ju

Consolato della Corea del Sud, Piazza Cavour 3 Milano

 

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Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Figlio degli anni 70, colonna del newsfeed di The Way, nasce come giornalista economico, poi prestato alla musica e infine convertito al racconto del lifestyle dei giorni nostri. Ossessionato dal tempo e dall’essere in accordo con quello che vive, cerca il buono in tutto e curiosa ovunque per riportarlo. Meridionale italiano col Nord Europa nel cuore, vive il contrappunto geografico con serenità e ironia. Moda, arte e spettacoli tv anni 80 compongono il suo brunch preferito.
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