Eataly “regala” 500 anni di vita al Cenacolo. Ecco come
Le macchine sono già operative: il restauro ambientale è concluso. L'opera ha guadagnato vita e il primo incremento di visitatori è effettivo, andrà aumentando nei prossimi due anni.
Eataly “regala” 500 anni di vita al Cenacolo. Ecco come
Le macchine sono già operative: il restauro ambientale è concluso. L'opera ha guadagnato vita e il primo incremento di visitatori è effettivo, andrà aumentando nei prossimi due anni.
Eataly “regala” 500 anni di vita al Cenacolo. Ecco come
Le macchine sono già operative: il restauro ambientale è concluso. L'opera ha guadagnato vita e il primo incremento di visitatori è effettivo, andrà aumentando nei prossimi due anni.
Eataly Milano ha finanziato un’operazione di tutela del Cenacolo Vinciano, grazie alla quale l’opera avrà 500 anni di vita in più, consentendo l’ingresso a un numero maggiore di persone.
Il dipinto a muro più famoso del mondo è scampato miracolosamente ai bombardamenti delle guerre del Novecento, non ha mai traslocato ed è sempre stato “venerato” da tutto il mondo come unico, irripetibile capolavoro di Leonardo Da Vinci. Si tratta di un monumento alla cultura e saper fare italiano che fonde sapienza interpretativa, artistica e religione alla perfezione. Custodito nel plesso di Santa Maria delle Grazie a Milano, l’affresco è di una delicatezza estrema, tanto da costringere visitatori a lunghe file in ogni momento dell’anno, perché non consente illuminazione e momenti di soste lunghi.
Dal 1498 fino ad oggi, l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci ha subìto diversi restauri: per via della tecnica con cui è stato dipinto, il capolavoro continua lentamente adegradarsi a causa delle polveri sottili che ogni visitatore porta con sé e motivo per cui, fino ad oggi, poteva essere ammirata da non più di 1.300 visitatori al giorno.
Eataly, insieme a Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha finanziato un’imponente operazione di tutela che ha permesso di immettere ogni giorno circa 10.000 m³ di nuova aria pulita all’interno del refettorio di Santa Maria delle Grazie, contro i circa 3.500 m³ immessi sino a oggi, e che permetterà a un numero maggiore di visitatori di ammirare l’opera prolungando inoltre di ulteriori 500 anni la vita del dipinto.
Secondo quanto convenuto con la Commissione Scientifica che ha seguito i lavori è in atto infatti un incremento progressivo (con due incrementi del 16% per biennio in 4 anni) pari al 33% dei visitatori attuali (420.000) con un incremento finale annuo di 126.000 visitatori.
“Dopo aver adottato una guglia del Duomo di Milano, Eataly apre al mondo la possibilità di apprezzare una delle opere artistiche più famose della storia, sostenendo il museo del Cenacolo Vinciano nella tutela e valorizzazione dell’Ultima Cena di Leonardo”, dice Oscar Farinetti ideatore di Eataly.
Una delle novità per il 2019 saranno delle cene, organizzate con il corporate executive chef di Eataly Enrico Panero presso Eataly Milano, che approfondiranno gli studi di Leonardo sulla cucina e sugli utensili da cucina.
Saranno quindi un racconto più che una cena, gli eventi che prenderanno diretto spunto dagli scritti del grande maestro e che tramite le ricette studiate da Panero.
Alessandra Pellegrini, Partner Aragorn iniziative srl ha reso possibile l’incontro tra Eataly e il Cenacolo: “Da oltre 30 anni dedico la mia vita professionale al reperimento di fondi perfinanziare progetti di valorizzazione del patrimonio culturale, monumentale e ambientale Italiano. Credo che averfatto “incontrare” il Cenacolo e Eataly sia l’operazione più bella e gratificante che abbia mai seguito. Un risultatoconcreto che durerà nel tempo con la massima soddisfazione tra i due attori protagonisti: Pubblico e Privato”.
‘L’arte è il cibo dell’anima’ e, grazie a questa partnership, si riconferma l’importanza dell’impegnodel mondodell’impresa nel sostenere la cultura e l’arte italiana, asset fondanti della nostra economia.”
Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Eataly, unico sostenitore privato a finanziare il progetto, dopo due anni di lavori hanno condiviso i risultati di questa imponente operazione di tutela che ha permesso di immettere nuova aria pulita all’interno del refettorio di Santa Maria delle Grazie che custodisce L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.
DETTAGLI TECNICI – Racconta la Direttrice Chiara Rostagno:
“La condotta consapevole. L’attività di restauro ambientale è stata condotta senza interruzione del servizio museale, attraverso una accorta organizzazione dei lavori.
Altro tema di attenzione è stata la ricerca di una riduzione complessiva degli impatti attraverso lo studio della riduzione degli apporti di vibrazioni anche in sede di esecuzione delle opere.
Il sistema di monitoraggio strutturale è stato arricchito con accelerometri e velocimetri, mentre l’originariosistema è stato acquisito, ammodernato e arricchito con strumentazioni dinamiche di ultima generazione. L’intero sistema è stato dotato di silenziatori e dispositivi atti a contenere le vibrazioni”.
La macchina esistente è stata “restaurata” e potenziata, nonché aggiornata in alcune sue componenti. Il sistema è stato incrementato poi con una nuova macchina finalizzata alla climatizzazione del nuovo blocco dei servizi aggiuntivi e all’inserimento di una unità di aspirazione.
Di particolare interesse è l’acquisizione di un ventilatore di mandata di emergenza. La ricerca di una condotta ambientale responsabile, sfruttando le balaustre esistenti è stato inserito un sistema di canali che permette l’aspirazione all’interno del refettorio (livello pavimento) e che conduce ad un’unità di filtraggio collocata al suolo (per ragioni antisismiche) presso il Chiostro dei Morti. La macchina, montata per la prima volta secondo uno schema verticale e subasamento antisismico e antivibrazioni, è pronta ad entrare in funzione in condizioni ambientali estremamente severe.
Grazie al sistema di filtrazione in funzione, il numero di particelle all’interno del Refettorio subisce un notevole decremento rispetto all’esterno.
“Il progetto attuato dimostra che sia possibile contenere e controllare gli effetti dei grandi cambiamenti ambientali sul patrimonio culturale, anche il più fragile. Ricerca e collaborazione internazionale possono portar un cambiamento reale nel modo di conservare e valorizzare i capolavori che abbiamo ereditato, per consegnarli al futuro” conclude Chiara Rostagno.
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