Il luogo di aggregazione che la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli si proponeva di essere è stata proprio un’intuizione giusta. Ieri sera a Milano, a due passi della modaiola corso Cormo, c’era un mare di gente in attesa al freddo. Tutti volevano vedere la nuova Fondazione Feltrinelli, l’edificio avveniristico dello studio svizzero Herzog & De Meuron che ha creato un insediamento di architettura civica che cambia il volto di Porta Volta.
Milano ha sacche di spazi in pieno centro città in attesa di essere riqualificati e restituiti alla città. E questo sicuramente è uno di quelli più ambiti e attesi. Da ieri sera, con la delusione per l’ingeneroso spazio riservato a quel tocco di verde che non ci sarebbe stato male, tutto diventa più vicino al cittadino. Come lasciano intendere le grandi vetrate che dal palazzo piramidale lasciano vedere davvero tutto all’esterno. E per giunta, il simbolismo è giocato con la cultura, il che va enfatizzato, visto che siamo sempre più abituati a parlare di profumi e stoffe che di libri al centro delle opere di riqualificazione.
Non che guasti avere stilisti e imprenditori che credano nel potenziale della città europea d’Italia, beninteso. Qua in viale Pasubio, stretto tra l’eccellenza di Eataly e la prima China town italiana, si sta aprendo qualcosa di più impegnativo di un semplice store di libri. Un punto di ritrovo, quello che nel bel libro fotografico a cura di Luca Molinari Luogo dell’Utopia Possibile (edito per questa occasione) “la casa del pluralismo delle culture“.
LA VISITA – Siamo stati all’inaugurazione, organizzata in modo da permettere la visita ai cinque piani (non all’interrato dove ci sono gli arrchivi con migliaia di libri e manoscritti) guidati da letture del nostro patrimonio letterario anti-fascista. Al piano terra c’è la caffetteria e la nuova libreria in senso tradizionale. Facile immaginare che questo Babitonga Caffè diventerà il nuovo polo di aggregazione prima dello svago. Ed è un bene, perché all’aperitivo letterario da adesso in poi farà da contrappunto nel quartiere più disimpegnato della città.
La pluralità dell’offerta di intrattenimento di una grande metropoli contemporanea passa anche dai punti di aggregazione che offre. E come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Questo è un palazzo della cultura e della ricerca realizzato con capitali privati ma con intenti di servizio pubblico“.
Infatti al primo e secondo piano ci sono le sale polifunzionali, due spazi per performance e uno spazio espositivo. Al terzo e quarto piano ci sono gli uffici della fondazione. L’ultimo piano è la sala della lettura, quella fotografata in apertura con la piramide dei libri, che è il simbolo di questo nuovo luogo.
La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha anche un primato architettonico: è il primo edificio italiano di Herzog & De Meuron, gli ormai leggendari designer di Basilea che hanno realizzato degli edifici che resteranno nella storia dei secoli a venire. Loro gli stadi futuristici di Pechino e Monaco e loro la Tate Modern di Londra. Ora lasciato il segno anche da noi.
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