31 Marzo 2018

Gli otto patrimoni immateriali dell’Unesco in Italia

L'ultima aggiunta è la pizza napoletana. Ma ci sono anche i pupi siciliani, le viti di Pantelleria e la dieta mediterranea. Scopriamo tutte le eccellenze tricolori "protette".

31 Marzo 2018

Gli otto patrimoni immateriali dell’Unesco in Italia

L'ultima aggiunta è la pizza napoletana. Ma ci sono anche i pupi siciliani, le viti di Pantelleria e la dieta mediterranea. Scopriamo tutte le eccellenze tricolori "protette".

31 Marzo 2018

Gli otto patrimoni immateriali dell’Unesco in Italia

L'ultima aggiunta è la pizza napoletana. Ma ci sono anche i pupi siciliani, le viti di Pantelleria e la dieta mediterranea. Scopriamo tutte le eccellenze tricolori "protette".

I patrimoni orali e immateriali dell’umanità sono espressioni della cultura immateriale del mondo che lUNESCO ha inserito in un apposito elenco, per sottolineare l’importanza che esse hanno secondo tale organizzazione.

IMPORTANZA – Questo patrimonio culturale immateriale è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. La sua importanza  non risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra.

OTTO PRIMATI – Quest’anno ricorrono 10 anni dalla prima inclusione di un patrimonio italiano nell’elenco dell’Unesco chiamato ” Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale mmateriale”. Ve li elenchiamo:

2008 Opera dei Pupi siciliani

Il teatro di marionette conosciuto come Opera dei Pupi è nato in Sicilia all’inizio del 19° secolo ed ha sin dall’inizio avuto un grande successo tra le classi lavoratrici fino agli anni 50 del Novecento. Le storie raccontate, i cui dialoghi sono quasi sempre improvvisati dai burattinai, si basano soprattutto sulla letteratura cavalleresca medievale, sui poemi italiani del Rinascimento, sulle vite dei santi e sui racconti di banditi. Le principali scuole di pupi siciliani sono quelle di Palermo e Catania, spesso condotte a livello familiare e i cui burattini vengono costruiti e dipinti con metodi tradizionali.

2008  Canto a tenore sardo;

Il canto a tenore, che si è sviluppato nell’ambito della cultura pastorale della Sardegna, è una forma di canto polifonico eseguito da un gruppo di quattro uomini usando quattro diverse voci chiamate bassu, contra,boche e mesu boche. Questi cantori vivono nella Barbagia e nella Sardegna centrale e si esibiscono spontaneamente nei bar chiamati “su zilleri” ma anche in occasioni formali e cerimonie e durante il carnevale barbaricino.

– 2012  Saper fare liutario di Cremona;

L’artigianato cremonese è rinomato per la costruzione e il restauro di violini, viole, violoncelli e contrabbassi. Gli artigiani frequentano una scuola specializzata, basata su uno stretto rapporto insegnante-studente, prima di fare apprendistato in una bottega, dove continuano a perfezionare la tecnica. Il “Consorzio Liutai Antonio Stradivari” e l’”Associazione Liutaria Italiana” sono considerati fondamentali per l’identità di Cremona e dei suoi cittadini.

2013  Dieta mediterranea, elemento “transnazionale” (comprendente oltre all’Italia anche Cipro, Croazia, Grecia, Marocco,  Spagna e Portogallo).

La dieta mediterranea comprende una serie di competenze, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni concernenti la coltivazione, la raccolta, la pesca, l’allevamento, la conservazione, la cucina e soprattutto la condivisione e consumo di cibo. Mangiare insieme è la base dell’identità culturale e della continuità delle comunità nel bacino Mediterraneo.

2013 Feste delle Grandi Macchine a Spalla  (La Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri di Sassari, il trasporto della Macchina di Santa Rosa a Viterbo).

Le processioni cattoliche che prevedono strutture da portare a spalla si svolgono in tutta Italia ma sono particolarmente articolate in quattro centri storici: Nola, con una processione di otto obelischi di legno e cartapesta che commemorano il ritorno di San Paolino; Palmi, dove i portatori trasportano una complessa struttura in onore di Nostra Signora della Sacra Lettera; la Faradda dei Candelieri di legno di Sassari; la Macchina di Santa Rosa a Viterbo.

2014 Vite ad alberello di Pantelleria

La tradizionale coltivazione della vite ad alberello, che avviene in condizioni climatiche molto dure, è tramandata attraverso istruzioni pratiche e orali in dialetto locale da generazioni di vinai e contadini dell’isola di Pantelleria, dove 5000 abitanti coltivano piccoli lotti di terra usando metodi sostenibili. La tecnica di coltivazione, abbastanza articolata, prevede diverse fasi e si conclude con la vendemmia a mano durante un evento rituale che inizia alla fine di luglio

2016 Falconeria elemento transnazionale (comprendente oltre all’Italia anche Emirati Arabi, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Kazakhistan, Repubblica di Corea, Mongolia, Marocco, Pakistan, Portogallo, Qatar Arabia saudita, Spagna, Repubblica Araba Siriana).

Nata come metodo per procurare il cibo, la pratica della falconeria si è evoluta rafforzando il suo aspetto legato alla conservazione della natura, al patrimonio culturale e all’impegno sociale all’interno delle comunità. La falconeria è stata riconosciuta patrimonio vivente dell’umanità nel 2016 ed è bene transnazionale dei seguenti paesi: Emirati Arabi, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Kazakhistan, Repubblica di Corea, Mongolia, Marocco, Pakistan, Portogallo, Qatar Arabia saudita, Spagna, Repubblica Araba Siriana.

2017 L’Arte dei pizzaiuoli napoletani

Terzo elemento gastronomico italiano ad essere protetto dall’Unesco, dopo una campagna di raccolta firme sostenuta da 2 milioni di persone nel mondo. Dichiarato valido nel 2017, questo riconoscimento porta la pizza, cibo tra i più amati e consumati al mondo, nell’Olimpo della cucina nazionale e internazionale e identifica l’arte del pizzaiolo napoletano come espressione di una cultura che si manifesta in modo unico, perché la manualità del pizzaiolo non ha eguali e fa sì che questa produzione alimentare possa essere percepita come marchio di italianità nel mondo.

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