È vero: Fernando Cerrone vive in un paradiso terrestre, tra Paestum, Amalfi e le bellezze della Campania che per un fotografo sono il pane quotidiano per l’ottima riuscita di uno scatto. Ma ci vuole di più. Ci vuole ingegno, capacità di rinnovarsi e inventiva.
E Fernando ce le ha tutte queste caratteristiche, visto che, scoperto sui social media, The Way Magazine ha poi appurato che non si trattava di un gusto solo individuale. Le sue foto piacciono davvero a molti, avendo vinto due contest nell’associazione WPJA (Wedding Photojournalist Association) ed essendo un Select Photographer in ANFM (Associazione Nazionale Fotografi di Matrimonio) dove ha vinto diversi contest negli ultimi anni. Due primi posti nel contest internazionale della PWS (Photo Wedding Stories) aggiudicati nel 2016 e 2017. Nel 2015 e nel 2016 3 foto premiate dall’associazione WEP (World Elite Photograpers).
Fernando tu vivi a Campagna, in provincia di Salerno e le tue foto spesso sono ambientate nelle bellezze della tua terra. Ma come fai ad aggiungere quel tocco internazionale?
Faccio dei corsi di aggiornamento con i fotografi più bravi del mondo anche grazie all’associazione europea PWS, la photo wedding stories, che mi ha anche premiato con due primi posti negli ultimi anni. Giudice nelle ultime due edizioni della convention PWS insieme ai fotografi più bravi del mondo. Viaggiare aiuta a scoprire, sia tecniche che visioni nuove.
Come fai ad ottenere questo effetto così distintivo nelle tue foto che spesso sembrano dei dipinti illuminati?
Ho sviluppato uno stile molto personale, ho messo insieme più tecniche che ho imparato ma è la sensibilità di ognuno di noi che poi rende uniche le proprie fotografie. La mia tecnica è una sorta di HDR dove ricavo dettaglio sia nelle zone scure che nelle zone chiare dell’immagine rendendole molto piacevoli alla vista. Per questo sembrano oniriche perché esalto delle luci che non si vedono a occhio nudo.
Qualcuno potrà pensare che sia riduttivo fermarsi solo ai matrimoni. Le tue fotografie sono delle vere opere d’arte.
Ma a me piace quello che faccio, io vivo per rendere soddisfatti gli sposi, mi piace il meccanismo che c’è dietro la scelta e la preparazione dei setting per i matrimoni. Credo che ognuno debba fare il suo mestiere e io mi sento portato per questo. I risultati poi si vedono per i molteplici riconoscimenti ricevuti dai vari concorsi a cui partecipo.
Cosa c’è da fare per essere ricordati con una fotografia?
Bisogna essere visionari perché oramai la fotografia si fa anche col telefonino e ci si deve distinguere dal semplice scatto. Non ha senso fare cose banali per una cerimonia che vuole essere ricordata per tutta la vita. Io tendo allo spettacolare, al diverso, al mai visto. L’immagine deve colpire, cerco sempre di coccolare le coppie e spiegar loro che si possono valorizzare dei paesaggi con un tocco diverso e immergerli nel contesto nel modo giusti.
Ti ascoltano?
Nell’effettuare il servizio fotografico si ci deve divertire, questo l’unico modo per rendere uniche le foto del giorno più bello, poi torno a casa per esaltare quello che ho fatto. La cosa bella è il dopo: quando vedono l’album in questo stile alternato tra il reportage con tante foto spontanee rubate e ritratti creativi con luci studiate e paesaggi stupendi mi fanno i complimenti anche gli amici degli sposi. Anche su matrimoni.com leggo molti commenti positivi e mi fa piacere ovviamente.
Giochi molto con la luce nelle tue foto. Che procedimento adotti?
Uno scatto nasce dall’osservazione dei posti, al Sud in giro per passeggiate costantemente scopro panorami nuovi. Mi interessa fare sopralluoghi proprio per la luce, in diversi momenti della giornata. Il 90% della riuscita dello scatto per me è la luce. Porto solo un piccolo flash su un cavalletto. Durante lo shooting alterno ritratti creativi e foto stile reportage, perché le pose spontanee sono sempre quelle che colpiscono una volta finito tutto.
Hai degli obiettivi?
Vorrei partecipare al contest WPPI che è il più importante nel mio settore con la speranza di vincere qualche contest e spero di girare il mondo per fotografare matrimoni di culture diverse.