16 Aprile 2021

Jude Rosemond, atleta e artista dal Texas: “Abbiamo bisogno di omaggiare la natura”

Un creatore caraibico contemporaneo: così si descrive l'artista del Texas che abbiamo intervistato per il suo debutto con l'audience italiana.

16 Aprile 2021

Jude Rosemond, atleta e artista dal Texas: “Abbiamo bisogno di omaggiare la natura”

Un creatore caraibico contemporaneo: così si descrive l'artista del Texas che abbiamo intervistato per il suo debutto con l'audience italiana.

16 Aprile 2021

Jude Rosemond, atleta e artista dal Texas: “Abbiamo bisogno di omaggiare la natura”

Un creatore caraibico contemporaneo: così si descrive l'artista del Texas che abbiamo intervistato per il suo debutto con l'audience italiana.

Col corpo e con la tela è solito proporre al pubblico opere d’arte che crea, forgia e medita. Jude Rosemond, 29 anni, artista di Houston Texas è un tipo solitario, molto introspettivo, a dispetto della sua figura imponente e un recente passato da bodybuilder professionista impegnato anche nelle competizioni. Oggi lo incontriamo come pittore e artista a tutto tondo che sta appassionando migliaia di persone attravero i suoi canali social.

Non essendoci la possibilità di incontrare il mio pubblico – ci racconta Jude – condivido online le mie passioni che sono il bodybuilding e l’arte. Ho sempre fatto sport, dal nuoto al wrestling e quando ho iniziato a competere nelle gare ho condiviso anche le mie conoscenze sulle proteine e l’allenamento assieme al progresso nell’arte”.

Jude Rosemond, 29 anni, vive in Texas. A sinistra mostra la medaglia del secondo posto al Texas Muscle Beach Classic del 2018. Oggi è artista e personal trainer. Esprime il suo corpo fotografandosi davanti ai suoi quadri e interagendo con la sua arte. Certified Personal Trainer, TRX Certified Coach, Memorial Hermann IRONMAN Athlete & Health Coach, Lonestar College, University of Houston.

Jude come ti presenteresti al pubblico italiano?

Sono innamorato dell’equilibrio della bellezza, ma sono molto timido e quindi non mi sono mai avvicinato alla moda. Sublimo con la cultura del corpo questa esigenza estetica di apparire in equilibrio. Sono anche frutto di un incontro di culture, il mio spirito appartiene a St. Martin, l’isola caraibica di cultura franco-olandese da cui arrivo.

Sui social ti fotografi assieme alle tue opere di grandi dimensioni. Che cosa vuol dire?

Ho una predilezione per la motivazione, spero di ispirare mostrando questi due lati della mia persona. Lo faccio con queste fotografie anche se sono sostanzialmente una persona timida, infatti non mi esprimo quasi mai con la voce. Preferisco mostrare l’allenamento, il mio esercizio con l’arte e col corpo. Non faccio mistero delle mie passioni, la pittura e il cibo caraibico. Preferisco rappresentare me stesso in grandi spazi aperti e con le arti fotografia, musica, pittura, danza.

I tuoi quadri sono molto colorati. Che pensiero c’è dietro questa scelta?

Sono affascinato dalla cromoterapia e l’abilità della colori di promuovere il buonumore. Credo che i colori esprimano la familiarità con degli stati d’animo, per questo molte persone ne sono attratte. Inoltre sono un uomo innamorato della scienza, che spiega anche l’origine e l’associazione dei colori.

Jude Rosemond, “troppo timido per fare moda, troppo equilibrato per rinunciare alla bellezza”, ci racconta in questa intervista. L’artista del Texas è originario di St. Martin, isola caraibica metà francese e olandese.

Le tue tele, così come le sculture, sono molto materiche e quasi primitive. Sei d’accordo con questa definizione?

L’origine dei miei lavori è quasi sempre riferita alla creazione degli elementi e a tributare rispetto a madre natura, quindi credo tu abbia centrato. La sensazione primitiva è esattamente quello che volevo esprimere, e alcune di queste creazioni le faccio vedere a The Way Magazine per la prima volta. Per realizzare le tele e le sculture uso elementi naturali, pietre, argilla e acqua di rose. Quello che modello è un processo organico e istintivo. Punto a essere inusuale.

Recentemente hai postato dei video dove ti si vede forgiare dei pezzi di argilla. Che riscontro hai avuto?

Quei pezzi volevo farli da mesi, quando ci sono riuscito ho pensato che erano per mia soddisfazione. Non erano pensati per essere mostrati, li ho realizzati ispirandomi a degli elementi di design che avevo visto in America, fatti senza grandi rifiniture. Quando li avevo adocchiati nei negozi avevo riconosciuto il coraggio che ci vuole per commercializzare una cosa così semplice e figlia di emozioni istintive. Ora le sculture per me sono dei figli di cui andare orgogliosi. il gesto di creare con le mani ha qualcosa di naturale e terapeutico. Abbiamo tutte queste emozioni e nessuno è perfetto, sembrano dire. Farmi ritrarre mentre realizzo qualcosa con le mani è solo un modo per far vedere come nascono le sensazioni in una dimensione concreta.

Perché dipingi su tele grandi?

E saranno sempre più grandi col passar del tempo. Sulla tela di grande dimensione posso dire quello che non riesco a racchiudere in un quadro piccolo. Le cose che passanonella mia mente sono molto dinamiche e concepisco i quadri come se fossero dei viaggi per gli occhi di chi li guarda. Io stesso a volte mi metto a guardare quello che faccio e scopro le aree delle tele dove si annidano tanti dettagli. Vorrei che le persone guardassero i miei quadri per ore, vorrei stimolare un’osservazione dell’arte molto intenzionale.

Che tipo di clientela acquista le tue opere?

Credo che ci si riconosca e che le emozioni comuni creino grandi incontri. Le persone che mi si avvicinano mi somigliano, sono molto eclettiche e molto introverse. Ho perlopiù clienti esigenti e molto all’avanguardia, pur rimanendo affascinati dal classico. Credo che sia questa la mia migliore descrizione: sono persone in contatto con il proprio femmile e il proprio maschile. Credo anche che la mia arte sia apprezzata più all’estero perché gli americani mi chiedono: cosa è? Mentre io dico: cosa ci vedi tu?

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Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Figlio degli anni 70, colonna del newsfeed di The Way, nasce come giornalista economico, poi prestato alla musica e infine convertito al racconto del lifestyle dei giorni nostri. Ossessionato dal tempo e dall’essere in accordo con quello che vive, cerca il buono in tutto e curiosa ovunque per riportarlo. Meridionale italiano col Nord Europa nel cuore, vive il contrappunto geografico con serenità e ironia. Moda, arte e spettacoli tv anni 80 compongono il suo brunch preferito.
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