Una società che si occupa di wealth management ha sempre un occhio particolare per l’arte. Ma con Antonello Arena SCM Sim, il pool di consulenti di gestione patrimoniale con headquarter a Milano, ha fatto molto di più. Antonello Arena, messinese, 60 anni, vene definito da Pierre Restany, uno dei maggiori critici europei della seconda metà del Novecento, “l’artista italiano più innovativo della generazione di mezzo”.
E negli spazi milanesi di SCM Sim, con la curatela di Milo Goj di ArtRelation, abbiamo assistito al debutto pubblico del nuovo filone del maestro, il paesaggio metropolitano. “Per me la metropoli deve rimanere anche in una dimensione da sogno – ci ha spiegato l’artista – perché è tutto quello che comunica prima di vederla che mi interessa. E nelle tele si evince questa aspettativa”.
Arena, nel suo iter ha perseguito una costante ricerca, che l’ha portato a cambi stilistici quasi traumatici, sicuramente sorprendenti. Dal figurativo classico agli inchiostri su carta, dalla figurazione romantica alla video art e alla digital art, di cui è stato uno dei più importanti interpreti italiani, tanto da essere chiamato a inaugurare, con una personale abbinata a un’asta di beneficenza, nel 2009, la sede del Mip, il master del Politecnico di Milano.
Nel 2012 con le resine ha compiuto un’operazione quasi sentimental-romantica, realizzando opere ispirate al Nouveau Realisme, il movimento teorizzato dal suo guru Restany.

Oggi, Antonello Arena propone un’evoluzione dell’ultimo periodo del suo lungo e articolato percorso artistico, la cosiddetta pittura progressiva. Si tratta di lavori, per lo più squarci di città, e in particolare di New York e Los Angeles (da qui il titolo della mostra “Metropoli”), che se visti da lontano danno l’idea di un figurativo quasi fotografico, osservati da vicino assumono invece l’aspetto di un’arte informale.
Antonello Arena, protagonista di importanti mostre, ospite di Musei internazionali, Arena ha debuttato alla Biennale di venezia nel 1988.

