Fino al 9 settembre a Milano al PAC (Padiglione d’arte Contemporanea) si esplorano altri continenti attraverso l’arte contemporanea con mostre collettive: nel 2018 è protagonista il Brasile.
L’esposizione si chiama Brasile. Il coltello nella carne (a cura di Jacopo Crivelli Visconti e Diego Sileo) con una selezione di 30 artisti brasiliani di diverse generazioni, attivi dagli anni Settanta in poi.
‘Il coltello nella carne’ (Navalha na Carne) è il titolo di un’opera teatrale dello scrittore brasiliano Plínio Marcos, particolarmente attivo durante gli anni della dittatura militare brasiliana. La mostra si dichiara così, sin dal titolo, in conflitto, specialmente sociale e simbolico. Sicuramente espressione di un popolo che sa conservare un sorprendente ottimismo e una grande fiducia nel futuro.
artisti in mostra: Maria Thereza Alves; Sofia Borges; Paloma Bosquê; Jonathas de Andrade; Iole de Freitas; Daniel de Paula; Deyson Gilbert; Fernanda Gomes; Ivan Grilo; Carmela Gross; Tamar Guimarães; Maurício Ianês; Clara Ianni; Francesco João; André Komatsu; Runo Lagomarsino; Leonilson; Ícaro Lira; Cinthia Marcelle; Ana Mazzei; Letícia Parente; Regina Parra; Vijai Patchineelam; Berna Reale; Celso Renato; Mauro Restiffe; Luiz Roque; Daniel Steegmann Mangrané; Tunga; Carlos Zilio.
BIENNALE – Saranno 12 i progetti individuali e 7 quelli singoli in esposizione a San Paolo per la 33esima biennale d’arte una delle più attese del mondo da quando il Brasile è diventata la nuova frontiera dell’arte contemporanea.
Dal 7 settembre al 9 dicembre 2018 si parlerà di Affinità Affettive (Affective Affinities) che è il tema principale della mostra scelta da Gabriel Pérez-Barreiro incaricato dalla Fundação Bienal de São Paulo di organizzare il tutto, a metà tra Johann Wolfgang von Goethe (Elective Affinities, 1809) e Mário Pedrosa (On the Affective Nature of Form in the Work of Art, 1949).
La ricerca che unisce tutti i lavori della Biennale è sull’arte che crea relazioni e comunicazioni, come l’ambiente influisce sulle nostre scelte e come l’informazione spesso conduce ad alienazione e passività. Molto su cui dibattere, quindi, specialmente in un clima sociale in Brasile dove all’indomani di un grande boom economico regna l’incertezza. Ma l’arte, si sa, quella dirompente, nasce nei periodi meno floridi.
Eppure gli scambi con l’Italia continuano nel segno della contaminazione. Così capita che un colosso brasiliano si affidi agli italiani per gli arredi del proprio quartier generale. Maxdesign, marchio italiano in costante ascesa nel settore dell’arredamento per contract ed ufficio, è stato scelto per arredare la nuova sede del colosso tecnologico A&C di São Paulo, in Brasile, che occupa 750 m2 nel palazzo Rochaverá.
Zed, Stratos, So Happy e Plato le collezioni dell’azienda scelte per arredare gli ambienti teconologici e in costante crescita della societá di outsourcing. Si tratta di un design dalle linee semplici ma altamente funzionale quello del marchio diretto da Massimo Martino che ha fatto colpo sui brasiliani.
In foto d’aperutura, particolare di un’opera in mostra al PAC di Milano: educación para adultos, Jonathas De Andrade.