Il soprano Lucia Aliberti trionferà il 21 luglio a Berlino. La grande artista per i 40 anni di carriera riceverà il premio internazionale Bellini d’Oro, il più longevo riconoscimento istituito in Italia in onore di un musicista. La tradizione degli organizzatori della Società Catanese Amici della Musica vuole che si attribuisca ai grandi nomi della cultura italiana. E il premio stesso taglia il traguardo quest’anno delle 30 edizioni. Un riconoscimento prestigioso e appropriato, visto che del grande musicista siciliano, Lucia Aliberti è interprete magistrale da tempo. Uno dei soprani più famosi del mondo, la conosco da sempre visto che è messinese come la scrittora e ci legano gli anni del Conservatorio Corelli dove io ho capito che era la scrittura la mia carriera e da dove lei è decollata spiccando il volo alto della star.
Chi è Lucia Aliberti?
Una cantante lirica che ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, conosciuto star di fama internazionale, eppure nella vita privata resto una persona molto semplice e timida. Nelle mie rare pause, salgo sul tram e mi mescolo tra la gente: mi piace osservare la loro quotidianità, forse perché a me è mancata. Ma non recrimino nulla: sono felice e fortunata.
Come si diventa una star mondiale?
Non ti saprei proprio dire: la grande occasione arriva con il Festival dei Due Mondi di Spoleto dove Giancarlo Menotti mi sceglie come protagonista ne ‘La sonnambula’ e da qui in poi è iniziata la carriera con le produzioni importanti che mi hanno scritturata come protagonista nei grandi teatri di caratura mondiale.
Hai fatto tra l’altro 10 anni da primadonna alla Scala di Milano.
Sono stati anni bellissimi in cui ho consolidato la mia fama, ma ho lavorato pure al Teatro dell’Opera di Roma, al Deutsche Opera di Berlino ed al Teatro Bellini di Catania.
Curiosamente un’artista siciliana ha una predisposizione particolare per il grande maestro catanese Bellini.
La protagonista che preferisco è “Beatrice di Tenda”, che trovo congeniale sia per la trama musicale che per il sublime ruolo di Beatrice. Bellini lo scrisse tra “Sonnambula” e “Norma”, lavori con cui ha una contiguità artistica nella sua potenza compositiva. Io mi identico proprio in Beatrice! L’ho cantata nella produzione emblema di Pierluigi Pieralli, diretta dal compianto maestro Marcello Viotti alla Scala di Milano, alla Deutsche Opera di Berlino ed al Teatro Bellini di Catania.
A proposito di Germania, è mancato da poco il cancelliere Kohl che tu hai conosciuto.
Dopo un mio concerto a Bonn, ci fu una cena ed ero seduta al tavolo d’onore con il cancelliere Helmut Kohl, che si mostrò con me affabile e galante. Arrivati al dolce, mi portarono un dessert al cioccolato alquanto duro e nel tagliarlo, fece proprio un volo posandosi sulla camicia del cancelliere! Nel silenzio generale e mentre mi scusavo, ne ordinò seraficamente un altro, pulendosi col tovagliolo e continuando a chiacchierare come se nulla fosse accaduto!
Come accade spesso in Italia, gli onori alle star nostrane vengono tributati all’estero e il 21 luglio Berlino festeggia i tuoi 40 anni di carriera.
Non voglio fare polemiche: certo mi sarei aspettata che questo avvenisse per più motivi al ‘Bellini’ di Catania, ma oggi le maestranze si avvolgono su se stesse in giochi di potere che mi sono estranei. Resta il dispiacere ma resta pure sovrano il mio essere artista. Allora dico grazie alla Germania che si addobba a festa per onorarmi. Guarda che cantare 40 anni a livelli planetari è fatto straordinario! In genere i cantanti lirici hanno vita ben più breve.
Come si snoderà la serata?
Sarò “Guest Star” del Concerto alla “Gendarmemarkt”, e d’altronde è alla “Deutsche Oper” in “Lucia di Lammermoor” che è decollata la mia carriera planetaria: ipnotizzai pure il leggendario Herbert von Karajan! Riceverò in questo contesto, dalle mani del presidente della SCAM di Catania Giuseppe Montemagno il “Bellini d’Oro”. Verrà da Messina per l’occasione la mia cara sorella Pinella e permettimi di aggiungere che dedico la serata e il premio, alla memoria di mio padre, che non è più tra noi, ma so che dall’alto batterà orgoglioso le mani per la sua ‘Lucietta’.