Uno dei graffiti writer italiani della prima ora, KayOne, classe 1972, ci ha accolti nella galleria dove si teneva la presentazione del disco di Giorgia. Marco, questo il suo vero nome, è stato chiamato per dare vita a un’interpretazione pop e street del disco di cover della diva della musica italiana.
Per KayOne un riconoscimento mainstream dopo anni di attività “da strada”: ha cominciato a dipingere per strada nel 1988 a 15 anni a Milano, quando i Graffiti comparivano solo nelle serie riciclate dei telefilm americani.
“Erano tempi duri per i writer italiani, non si conosceva a fondo il fenomeno e si guardava all’estero con curiosità e ammirazione”, ci ha detto mentre approntava il quadro che ora è esposto in bella mostra agli RCA Recording Studios, il complesso di registrazioni della Sony Music Italy.
Lo ha definito frutto “dell’improvvisazione”, ma questo Pop Heart di KayOne è talmente bello che potrebbe davvero essere un’alternative cover del disco di rifacimenti dei classici che è in classifica in questi giorni.
Fondatore nel 1991, insieme ad Airone e Adstar, della prima fanzine italiana dedicata al writing “Hip Hop Tribe Magazine”, assemblando fotocopie e fotografie, KayOne ha segnato la storia del writing italiano promuovendo il primo mezzo di diffusione della cultura a livello nazionale e internazionale diventando voce ufficiale del movimento.
Lo stile di KayOne è rimasto fedele ad una linea più “old school” rispetto a molti filoni contemporanei vicini ad influenze dettate dalla grafica e il 3D, mantenendo vivo lo spirito dei primi pionieri di newyorkesi. Molte le esposizioni recenti di successo: Museo della Triennale, 54ª e 55ª Biennale di Venezia e Grattacielo Pirelli. Nel 2017 ha pubblicato con la casa editrice Drago il suo libro “Vecchia Scuola – Graffiti Writing a Milano” dedicato alla nascita di questa cultura nella sua città tra il 1980 e i primi anni ’90.