In un periodo storico costellato da scomparse illustri, in particolare nel mondo dell’arte e della cultura, ci si affretta continuamente nella ricerca di eredi credibili nei singoli settori in cui il vuoto lasciato, nella maggior parte delle volte, è difficile da colmare. Nel mondo della musica, per non dire del cinema, spesso si cerca di scoprire o di trovare dei talenti possibilmente affini a colui che è passato a miglior vita.
Nel caso di Micheal Jackson, da dieci anni a questa parte, la voglia o meglio la necessità, proprio per colmare quel vuoto lasciato, nel cercare una soluzione di continuità in merito alla sua eredita artistica verso un cantante contemporaneo è ancor più forte. Il libro scritto a quattro mani da Michelangelo Iossa e da Luca Izzo, intitolato “Micheal Jackson – la storia e l’eredità artistica” tratta proprio di questo dilemma.
Del libro, di ben 252 pagine, ci eravamo già occupati quando venne presentato la prima volta qualche mese prima del decennale della scomparsa del Re del Pop. La nuova occasione si è presentata in un giorno non a caso, e con Micheal Jackson niente può esserlo. Presso l’Edenlandia, a Napoli, si è tenuto il Micheal Jackson day. Anche la data non è stata casuale: il 29 di agosto, giorno in cui ‘The King Of Pop’ avrebbe compiuto i suoi 61 anni. Certo, con l’aria da eterno ‘Peter Pan’ che aveva sempre mostrato di sé con questo traguardo è difficile immaginarlo.
Una giornata all’insegna dei ricordi, della musica e di fans che sono sopraggiunti dalla tarda mattinata fino alla sera per rendergli omaggio nel suo giorno di festa. Non sono mancati gli stand con tutti i gadget dedicati a lui come cuscini, magliette, portachiavi. Immancabili i vari long play, le sagome relative alla sua immagine. Le giacche storiche indossate nei video come ‘Thriller’ e ‘Beat It’, ma anche quelle usate durante i suoi concerti, come a Bucarest.
L’atto conclusivo dell’evento, intitolato ‘Micheal Jackson Legacy’ giunto alla sesta edizione, è stato interamente organizzato dalla ‘MJJ Foundation’, il cui vertice è rappresentato da Grazia Di Somma, ha visto protagonisti i vari ‘impersonator’ o anche imitatori dell’artista scomparso, i quali si sono esibiti in uno spettacolo serale.
Il libro è stato ampiamente trattato con una conferenza a metà della giornata. È intervenuto solamente uno solo dei due autori: Michelangelo Iossa, introdotto da Sara Di Costanzo. Di Iuca Izzo, invece, è stata posta all’ingresso una statua raffigurante l’immagine di Micheal Jackson.
Dicevamo, dunque, di questa sua eredità artistica. Durante la presentazione, confermato anche fra le pagine del libro, molti hanno cercato o stanno tentando di raccogliere quello scettro che Micheal detiene da tempo immemore. Tra i tanti artisti citati i due che sembrano avvicinarsi di più sono Justin Timberlake e Bruno Mars. Il punto, ed è qui che sorge il vero problema, nessuno dei due, come nemmeno gli altri indicati nel saggio-biografia, posseggono una forza mediatica che lo stesso Jackson imponeva. In poche parole non sono dei veri fenomeni di massa.
L’esempio che è stato posto, durante la discussione, è quello relativo alla scomparsa di Elvis Presley. Anche in quel momento storico musicale molti artisti erano pronti ad ereditare il trono da Re del Rock, senza però riuscire nell’impresa. È normale che in tali circostanze i paragoni, pure troppo spesso inutili, trovano spazio; alimentando anche polemiche ampiamente di parte. Eppure Il libro scritto da Iossa ed Izzo non cade assolutamente in questo tranello, anzi. Getta uno sguardo tutto nuovo sulla completa parabola dell’artista senza scadere, come spesso succede, nel tipico linguaggio da fan. Ovvero a senso unico. L’analisi sviluppata è una miniera di informazioni utili non solo per chi avesse voglia di approfondire l’argomento, ma anche per chi non ha mai conosciuto veramente la leggenda artistica dello showman di Gary.
I troppi record accumulati nella sua carriera e mai, nemmeno minimamente abbozzati da qualche autore contemporaneo, conferma quanto l’eredità artistica non sia un tipico “affaire” di uno solo ma, usando un termine improprio, da tanti “discepoli” che seguono gli insegnamenti del maestro.
Un maestro mai dimenticato e continuamente osannato nonostante le troppe maldicenze sul suo conto. Accuse irripetibili e che ormai sono sulla bocca di tutti fans e detrattori. Ma i primi sono quelli che lo difendono a spada tratta, che continuano a credere nella sua musica ed in tutto quello che ha fatto in ambito sociale: come la costruzione di alcuni ospedali.
“Micheal Jackson – la storia e l’eredità artistica” è stato scritto con estrema semplicità, con un linguaggio diretto, senza paroloni, capace, fin dalle prime pagine, di farti entrare nell’atmosfera sociale e musicale, in cui MJ iniziò con i suoi fratelli. In modo da comprendere, in tutta la sua essenza, la magica carriera di un mito ed una leggenda che non tramonterà mai.
Testo e foto a cura di Vincenzo Pepe