Un disco davvero diverso da tutti gli altri, nato con passione e indipendenza totale dalla creatività di Minute Taker, un artista di Manchester che per promuoverlo, a febbraio 2018 farà un tour nelle chiese del Regno Unito. Cosa rende Ben McGarvey, questo il suo vero nome, una stella rispetto ai suoi contemporanei? Non la popolarità, ovviamente, ma la raffinatezza dei suoni, la filosofia di ricostruzione (il mini album si chiama infatti Reconstruction) e la calda tecnica vocale su un tappeto vellutato di elettronica e percussioni asiatiche. Per farci spiegare la sua idea di rinascita abbiamo ascoltato il disco e posto delle domande a questo cantautore a tratti dark, a tratti onirico.
Stai preparando due album per il 2018: a che ti ispiri per comporre?
Il concept album To Love Somebody Melancholy uscirà l’anno prossimo ma ha già avuto spettacoli audiovisivi che ho portato in giro con l’artista d’animazione visiva Ana Stefaniak. Questo progetto Reconstruction per me è un modo per trovare strade, dopo una frattura bisogna imparare dalle proprie debolezze per rendersi più resiliente per il futuro.
Come è iniziato questo processo?
Da uno stato d’animo che avevo quando ho iniziato a scrivere le prime canzoni per il mini-album. È iniziato con un brano che ho chiamato In Slow Motion, che è uno dei momenti più oscuri del disco, riferito a mal d’amore e mistificazioni. Parla di quel momento in cui tutto cade e temi di non avere più nulla. Da quel momento le canzoni diventano più positive per la maggior parte, che è anche un modo per riconciliare i pezzi rotti, quando si ricomincia ad amare ancora e avere fede.
Hai una cover dei Pet Shop Boys, Heart, in questo disco. Perché?
Mi piacciono un sacco i Pet Shop Boys, particolarmente i loro primi successi. Originariamente la cover l’ho fatta qualche anno fa con un loop da sperimentazione, con voci, synth, e il glockenspiel, uno strumento a percussione. Da lì con piano e voce ho sviluppato il pezzo per una performance video per il sito inglese The 405. Siccome i commenti erano incoraggianti l’ho finita e inserita nell’album.
Si adatta al resto?
Concettualmente ritengo funzioni bene alla fine del disco perché è una canzone che parla di una profonda connessione con qualcuno e di ritorno d’amore. Musicalmente volevo aggiungere una tensione di fondo, una specie di presagio negativo. Succede quando si rompe qualcosa e una parte di noi è sempre presa da paura che si possa ritornare vulnerabili. E quella stessa paura aumenta l’estasi e l’eccitazione di quando ci si innamora di nuovo.
Loro l’hanno sentita?
Ne dubito, forse Neil e Chris non la sentiranno mai. Chissà cosa ne penserebbero, l’ho sensibilmente alterata.
Perché hai deciso di fare un tour nelle chiese?
Mi piace molto suonare nelle chiese, come ho fatto nel 2017 per il progetto To Love Somebody Melancholy. L’architettura, l’acustica e l’atmosfera generale delle chiese funziona bene con la mia musica. In più spesso le chiese hanno dei pianoforti, il che è un plus perché molti luoghi di questi tempi non ce l’hanno e quindi scelgo le location anche in base a questo.
So che ti esponi per i diritti dei gay con la tua musica. Cosa ancora si può fare?
Certo, lo faccio con interesse e credo che la musica può fare la differenza in tema di uguaglianze. Da gay mi sono accettato da teenager e la musica era un modo per esprimermi e capire le cose. E lo faccio ancora oggi nei testi che scrivo.
Che tipo di pubblico hai in seguito a questa posizione?
Mi rende orgoglioso che una grande fetta della mia audience sia gay, perché significa che si identificano nei temi che esploro. E la cosa bella è che anche gli etero si rivedono in questi temi alla loro maniera. L’arte può aiutarci a vedere le somiglianze tra noi e chi pensiamo sia diverso da noi. Abbatte le barriere, fornisce approfondimento e promuove comprensione.
Il fatto che sei amato dalla critica ha cambiato il tuo modo di scrivere?
Il mio pubblico è cresciuto molto nell’ultimo anno e mi sono concentrato sulla promozione e sul trovare nuovi ascoltatori. A essere onesti in questo ultimo periodo non ho scritto cose nuove perché sto ultimando i progetti già in programma. Credo comunque che la scrittura sia sempre un processo naturale, quindi non scriverei mai cose per piacere a qualcuno. La musica viene prima, poi solo in un secondo momento devi pensare a come promuoverla, non il contrario. Altrimenti sarebbe stantìa e scontata.
Qui è possibile acquistare la musica di Minute Taker.
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Minute Taker, aka Manchester-based alternative singer-songwriter Ben McGarvey, releases new mini-album Reconstruction, his first offering since 2013’s critically acclaimed album, Last Things. For Reconstruction. The mini-album features an extended version of Nothing To Fear, a song from HOAX My Lonely Heart, the dark stage musical Minute Taker composed and toured with earlier this year Minute Taker will be supporting the release with a mini-tour of English churches in February 2018.
Reconstruction is available to buy on CD / Download / Limited Edition 12” Vinyl from here.
What does Reconstruction mean to you as a word in real life and as a word in title?
Reconstruction, for me, is about finding new improved ways of rebuilding yourself when your world has been shattered. Learning from the things that have been your weaknesses in the past and making yourself into something more resilient for the future. When I put the songs for the mini-album together that is what really came through to me. It starts with a track called In Slow Motion which is one of my darkest songs, about heartbreak and deceit. That moment when everything is falling apart and you feel you’re left with nothing. From then on, the songs take a much more positive stance, in the most part. The pieces start to reconfigure and you find your way back to a place where you can begin to love and trust again.
What inspired you to have a cover of the Pet Shop Boys and did the boys know of this decision and did they hear the rendition?
I love the Pet Shop Boys, particularly the early stuff. I covered Heart originally a few years ago. It started as a loop pedal experiment with vocals, synths, glockenspiel, piano and drums, and developed from there really. I recorded a performance video of it for British music blog The 405 a few years ago and since then I’ve had lots of encouraging comments about it, so I decided it would be nice to develop it further into an album track. Conceptually I think it works well at the end of the mini-album because it’s very much a song about feeling a deep connection with somebody and falling in love again. But musically, I also wanted to add in a tension underneath, a foreboding almost, because once we’ve been broken there’s always a part of us that fears being back in that vulnerable position again. And, in a sense, that fear actually heightens the ecstasy and excitement that comes with a new love interest. I very much doubt Neil and Chris have or will ever hear my version. Who knows what they would think. I have changed it up quite a bit! 🙂
Do you specifically choose to perform these new songs in churches and why?
I love performing in churches, I played in several this year when touring an audiovisual show I made called To Love Somebody Melancholy. It’s something about the architecture, the acoustics and the general atmosphere of churches that I feel work well with my music. Plus they quite often have pianos too and it’s hard to find venues with real pianos these days, it rules out a lot of places for me.
Do you expose yourself for gay rights in your country and think music can make a difference?
I do take an interest in gay rights and I definitely think music can make a difference when it comes to promoting equality. As a gay man coming to terms with my own sexuality when I was a teenager, music was very much my way of expressing myself, of figuring things out. And I still continue to do that in my lyrics to this day. It makes me proud that a large portion of my audience are gay people. It must mean that they relate to the themes I’m exploring. And the beauty of it is that straight people also relate to those themes in their own way. I think art can help us to see the similarities between ourselves and others that we perceive as being ‘different’. It breaks down barriers in that sense, provides insight and promotes understanding.
How did you take the good critical response you had and and how do you write now that you know there is an audience ready to listen to you?
My audience has grown a lot during the past year as I’ve been putting a big effort into promotion and reaching out to find new listeners. To be honest, I haven’t really written much music in that time as I’ve been so busy finishing off Reconstruction, producing songs for 2 future albums I’ve already written, touring the audiovisual show and then all the promotional stuff too. I’m very much a believer in writing what comes naturally though so I don’t think I would write in a certain way to please anybody. I believe the music should come first and then you sit down and figure out how the heck you’re going to promote it, not the other way round. Otherwise I fear the music would become stale and formulaic.