Non commedia dell’arte ma commedia sull’arte, è questo My Italy, il nuovo film uscito in questi giorni in Italia per la regia di Bruno Colella.
Star trainante della pellicola, il famigerato critico d’arte Achille Bonito Oliva, l’intellettuale campano che ha legato dagli anni 70 la propria figura alla Transavanguardia. Il film però è un viaggio in Italia con quattro protagonisti stranieri nel Belpaese, gli artisti Mark Kostabi, pittore e disegnatore americano, Krzysztof Bednarski, scultore polacco, il pittore e performer malese H.H.Lim e il video-artista e pittore danese Thorsten Kirchhoff.
Bonito Oliva crede che “l’Italia sia la Lourdes della bellezza”, un concetto molto caro a noi di The Way Magazine che cerchiamo di raccontarvela ogni giorno. Da questo assunto, la trana poetica e a tratti strampalata del film racconta il nostro Paese dagli occhi degli stranieri, che peraltro sono convinti durante tutta la narrazione che si stia realizzando un film su di loro, singolarmente, però. Una sorta di metacinema che coinvolge nomi celebri della nostra cultura, anche molto pop: Serena Grandi è chiamata in causa perché icona sexy nei ricordi di un produttore polacco che deve finanziare l’operazione, Rocco Papaleo è un idraulico che deve controllare una perdita d’acqua nella Certosa di Padula, Alessandro Haber e i Bennato sono esilaranti, Sebastiano Somma è interprete tragico, Enzo Gragnaniello è il re dei Quartieri Spagnoli, la femme fatale è a cura di Luisa Ranieri. Divertente anche Tony Esposito, qui in veste di artista visivo.
Il film, che curiosamente non ha lo status di “interesse culturale” (quello che serve per avere i fondi statali) è venduto già in Usa e vede anche la partecipazione di Pietra Montecorvino, Nino Frassica, Luis Siciliano.