Avremmo voluto aprire con un bel commento dedicato all’abbigliamento e allo stile delle star presenti all’89° Academy Awards ma il clamoroso errore di Warren Beatty nel leggere il vincitore dell’Oscar per il miglior film ha catalizzato tutta l’attenzione sulla gran confusione che si è generata sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles.
Accompagnato dall’amica e collega Faye Dunaway, anche per festeggiare il cinquantesimo di Bonnie e Clyde, l’attempato Warren apre la busta sbagliata (quella precedente) e chiama sul palco il cast di “La La Land” per premiarlo con l’Oscar al miglior film; l’incanto si rompe quando Jordan Horowitz è costretto a interrompere il suo discorso per cedere il microfono non appena Warren Beatty viene informato dell’errore. Ecco allora che sul palco avviene il cambio di cast. Imbarazzante.
Entusiasmo “smorzato” per Barry Jenkins ma comunque felice per la statuetta conquistata. Probabilmente sarà a causa di questo episodio che il 2017 per gli Oscar passerà alla storia eppure tutto è stato rispettato, come sempre, nella miglior tradizione.
Eleganza, a volte con qualche eccesso, vedi la camicia jabot indossata da Ryan Gosling, e stile come si conviene. Emma Stone, vincitrice delle statuetta come miglior attrice per “La La Land”, scontata e senza sorprese, ha indossato un favoloso abito dorato di Givenchy, colori forti oro e argento dunque, anche scuri come il vestito di Charlize Theron.
In rosso la vincitrice dell’Oscar per la miglior attrice non protagonista, Viola Davis, per il film “Barriere”. Spunta su alcuni abiti anche il fiocchetto blu anti Trump.
Abbiamo già visto la “pesantezza” della camicia di Ryan Gosling per giungere al colore sbagliato del papillon di Damien Chazelle, vincitore per la miglior regia con “La La Land”. Panna, un papillon color panna sullo smoking, non si fa, non si fa, lo smoking, per essere tale, prevede solo il papillon nero, al massimo con disegni arabescati ma sempre neri, oltretutto Chazelle, accompagna al papillon una pochette sempre color panna, un po’ come dire due volte la stessa parola in una sola frase.
Bene Casey Affleck, vincitore come miglior attore protagonista con “Manchester by the sea”, elegante è una parola un po’ grossa comunque lo smoking è stato rispettato, barba poco curata per l’occasione.
Anche Barry Jenkins, Oscar al miglio film, “Moonlight”, centra lo smoking ma esagera con la camicia, colletto diplomatico basso e papillon confezionato già annodato, peccato; bene in vista invece il nastrino blu anti Trump.
Chi si aspettava un’incetta di premi da parte di “La La Land” è rimasto deluso, “solo” sei infatti le statuette vinte dal super favorito: miglior attrice Emma Stone, miglior regia Damien Chazelle, miglior colonna sonora Justin Hurwitz, miglior fotografia Linus Sandgren, miglior scenografia Sandy Reynolds-Wasco e David Wasco, miglior canzone “City of Stars” Justin Hurwitz, Benj Pasek e Justin Paul.
Anche due italiani hanno vinto l’ambita statuetta, Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini per il miglior trucco del film “Suicide Squad”. Pochi gli elementi “esterni” che hanno tentato di turbare l’evento, uno su tutti il presidente Donald Trump, solo qualche battutina da parte del conduttore Jimmy Kimmel che ha inviato in diretta un tweet chiedendo al presidente se fosse ancora sveglio, solidarietà è stata espressa nei confronti di Meryl Streep per i suoi scontri con Trump mentre per protesta contro il “Muslim ban”, il decreto anti immigrazione emesso dall’amministrazione Trump, il regista iraniano Asghar Farhadi, vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero non ha ritirato la statuetta disertando la serata.
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Credit images: A.M.P.A.S.