Sulle ali del successo de “La Febbre del sabato sera” quello strano anno, il 1979, un passaggio temporale tra i Settanta e gli Ottanta del Novecento, un segno nella cultura popolare l’ha lasciato. In Italia si stava compiendo una difficile transizione culturale dagli anni di piombo all’era di papa Woityla e del presidente Sandro Pertini. In Gran Bretagna la furia distruttiva e sovversiva del punk aveva contaminato street culture, musica, televisione. Ovunque c’erano i Clash, che quest’anno sono celebrati come glorie nazionali a Londra con una mostra al London Museum.
Quando il terzo album dei The Clash “London Calling” fu pubblicato nell’inverno del 1979, fu chiaro che la band aveva fatto un classico istantaneo, un capolavoro che definiva l’era che si pone ancora come uno dei più grandi album di tutti i tempi del rock.
Per celebrare questa vera opera londinese, il Museum of London presenterà una raccolta di oggetti dell’archivio personale di The Clash tra cui note, vestiti, immagini e musica, molti inediti, in The Clash: London Calling, una mostra gratuita che aprirà il 15 novembre.
“London Calling” era ed è un melting pot enormemente avvincente di stili musicali, guidato da una passione per l’azione e una feroce rabbia politica, con musica e testi che rimangono rilevanti oggi come lo erano in uscita. Oltre a mostrare influenze e contesto per la scrittura e la registrazione del doppio album, questa nuova mostra esclusiva al Museum of London esaminerà anche come la capitale abbia influenzato i Clash quando sono diventati la band britannica più popolare del 20 ° secolo.
Per riflettere la vasta gamma di interessi politici, emotivi e musicali della band, sarà esposta una vasta gamma di articoli, tra cui:
• Bass Fender Precision Bass di Paul Simonon. Il basso è stato danneggiato sul palco del Palladium di New York City il 21 settembre 1979, quando Simonon lo ha fracassato sul pavimento in un atto di frustrazione spontanea e completa
• Una nota scritta in sequenza dell’album di Mick Jones che mostra l’ordine finale e corretto per i quattro lati del doppio album “London Calling”
• Uno dei quaderni di Joe Strummer del 1979, il periodo in cui l’album “London Calling” è stato provato e registrato. Apri alla pagina che mostra L’era glaciale, che doveva diventare il testo della canzone “London Calling”
• La macchina da scrivere di Joe Strummer utilizzata per documentare idee, testi e altri scritti
• Le bacchette di Topper Headon, che sono gli unici oggetti rimanenti di Headon che rimangono di questo momento
In coincidenza con l’apertura della mostra, il 15 novembre, Sony Music pubblicherà il London Calling Scrapbook, 120 pagine con copertina rigida che viene fornito con l’album su cd e contiene testi scritti a mano, note, foto e materiale mai visto prima da il periodo in cui è stata fatta la registrazione. Prima di questo, è già uscito l’album London Calling, su cd e vinile in una custodia speciale che metterà in risalto gli strati dell’iconica opera d’arte di Pennie Smith e Ray Lowry.
The Clash: London Calling è a cura di Robert Gordon McHarg III con The Clash e Beatrice Behlen del Museum of London e durerà fino alla primavera 2020.
WALKMAN – La Sony giapponese nel 1979 lanciò il walkman, il primo dispositivo che permetteva l’ascolto della musica “on the go”, in movimento. Ne furono venduti negli anni successivi ben 300 milioni di pezzi, complice il boom delle musicassette, finalmente un formato più compatto e gestibile (in viaggio) rispetto agli LP. Quest’anno per le vie di Tokyo l’anniversario non è andato inosservato ed è presente con una gigantografia dell’oggetto, che a tratti diventò anche uno status symbol tra le giovani tribù metropolitane di tutto il mondo.
Oltre a condizionare anche la qualità e la stessa composizione della musica pop, l’utilizzo del walkman portò alla ribalta anche un nuovo tipo di accessorio, le cuffie regolabili (in forma e volume) che ancora oggi sopravvivono nell’uso quotidiano. Siamo, in effetti, ancora 40 anni dopo, tutti figli di quell’esperienza.