C’è un bel raffronto di location e sentimenti da fare nelle due vite da fotografo di Luca Cuomo. A 40 anni, il talentuoso obiettivo della Costa d’Amalfi si trova a essere un punto di riferimento per le cerimonie da sogno che in quel pezzo di terra paradisiaca si svolgono, in tempi normali, beneinteso. Ma c’è anche un’attitudine nascosta e intrigante che Luca ha nel ritrarre persone e costruire attorno a loro un immaginario, come in questo servizio alla ‘Peaky Blinders’. Che si discosta dalla bellezza tipica di Amalfi e abbraccia suggestioni lontane, per cultura e ambientazione. Succede con questo servizio che Luca ha dedicato agli amici del Masaniello Art Cafè, uno dei cardini dell’intrattenimento amalfitano e tappa culinaria obbligata accanto ai millenari arsenali dell’antica repubblica.
Nessuno ci aveva pensato prima ma il ristorante affacciato sul centro nevralgico della cittadina in provincia di Salerno si è trasformato, su intuizione di Luca, in un set alla Peaky Blinders. La serie televisiva britannica, creata da Steven Knight è ambientata a Birmingham dopo la prima guerra mondiale.
Niente di più distante dall’immaginario di colorati piatti in ceramica e limoneti, ma i modelli che Luca ritrae in queste foto sono incredibilmente parte dello staff del locale. Due le motivazioni: “Masaniello” era un ribelle e nel nome del locale è conservata questa accezione; per giunta, in un anno come il 2020 proprio questo ambito dell’industria turistica è stato duramente colpito, quindi il servizio che vi mostriamo è una bella opera di “reinvenzione” a cui tutti i protagonisti si sono ironicamente prestati.
“Ho datto le direttive stilistiche principali – racconta Luca – tenendo conto che i modelli dello shooting sono dei ragazzi che lavorano lì e niente più. Ma si sono adattati benissimo, reperendo giacche e camicie a tema. Per le ragazze soprattutto è stato un esercizio di creatività, mettersi le bretelle e organizzare le acconciature retrò. Ognuno ha fatto lo stylist dell’altro e in un pomeriggio abbiamo realizzato il tutto”.
Originariamente pensato come augurio di buon 2021, lo shooting è talmente cinematografico da costituire una bella prova di fotografia sia per il professionista che l’ha ideato che per i ragazzi che l’hanno impreziosito. “Tranne Francesco, mai nessuno di loro era mai stato su un set, ma si sono talmente calati nella parte, che sono risultati convincenti. Forse il segreto è stato quel brindisi a tema che gli ho fatto fare prima di iniziare a scattare”.
Il fotografo, che si descrive come “emotivamente appassionato del mestiere” dice di aver voluto ricreare la spontaneità di una locanda con musica di sottofondo e interazione intensa tra i personaggi: “Tutti avevano visto prima o dopo parte della serie e quello che ho dovuto fare è stato solo correggere dei colori e dare un effetto anticato omogeneo per tutti gli scatti. La naturalezza di come maneggiano sedie, whisky e sigari ha sorpreso anche me”.
Amalfi rientra solo in qualche scritta sullo sfondo con il logo di “Masaniello”. Lo shooting è quindi un bel “break” dalle solite tonalità vacanziere anche se le facce dei protagonisti parlano a volte più dell’ambientazione. “Ad Amalfi – racconta – tutti vogliono un pezzo di immaginazione quando vengono per ragioni fotografiche. Lo straniero vuole la luce e lo stereotipo, l’italiano vuole il primo piano e guai a cassare il cielo azzurro. A me piace averre riscontro del mio lavoro e se faccio foto per un matrimonio, dopo la consegna è finita: l’emotività delle cose e dei rapporti si perde perché il dovere finisce alla consegna. Nei ritratti è diverso, quando una persona torna e mi dice ‘non mi sono mai visto così bella’ per me è una vittoria. Anche perché per formazione uso poco Photoshop, al massimo correggo qualche colore”.
Dopo questo esperimento, Luca racconta di essere cambiato: “Mi sono dato con più vigore alla fototerapia, allo studio. La fotografia boudoir che è un genere fotografico tipicamente scattato in uno studio o in suite di lusso, mi interessa alla stessa stregua. Attraverso immagini sensuali di soggetti singoli o in coppia in ambienti interni di stile boudoir, si può lavorare sull’autostima. La mia ambizione è quella di crearmi un mondo parallelo alle cerimonie, nell’ambito della ritrattistica. E voglio proseguire su questa linea e coinvolgere la gente comune. Non mi interessa sperimentare con chi posa per professione“.
Il prossimo progetto dice Luca, sarà ricreare un’Italia anni 50 nelle immagini della costiera da consegnare come arredo a un ristorante nello stato di New York: “Per me la fotografia sono le persone, se non c’è la parte umana viene a mancare qualcosa, non faccio panorami da cartolina. Ho capito molto di più osservando i volti che le cose. Il tutto ebbe inizio quando nelle sagre di paese cominciai a osservare l’immedesimazione delle persone nei vestiti d’epoca. Quegli scatti mi aprirono un mondo di possibilità”.