Un tributo d’eccezione al novantenne di Hollywood di questo mese: Sean Connery narrato dal biografo italiano di James Bond, Michelangelo Iossa.
Sul finire degli anni Cinquanta, il giornalista e romanziere inglese Ian Fleming incontrò due produttori abili e visionari, uno statunitense di origine calabrese e un canadese di famiglia ebrea: Albert Romolo Broccoli e Harry Saltzman erano entrati in scena e James Bond, l’agente segreto nato dalla penna di Fleming, poteva finalmente approdare sul grande schermo.
Ciascuno dei due produttori sapeva che l’altro era sulle tracce di Fleming e, piuttosto astutamente, decisero di unire le loro forze per poter realizzare un film più ambizioso e poter attrarre lo scrittore inglese con un’offerta più interessante: nel 1961 Ian Fleming siglò il contratto con Broccoli e Saltzman.
Pochi mesi dopo, nel 1962, in meno di un’ora di colloquio, il neonato trio riuscì a conquistare i dirigenti della United Artists: i tre si assicurarono la presenza della major cinematografica nella produzione di una serie di pellicole tratte dai romanzi di Fleming. Era l’atto di nascita dell’icona-007, ma mancava ancora un tassello fondamentale: l’attore che avrebbe dato volto e voce alla spia inglese.
Le candidature di Fleming erano chiare: Cary Grant, David Niven, James Mason e persino James Stewart. Per risolvere la questione, la EON Productions organizzò anche un referendum sulle pagine del quotidiano inglese ‘Daily Express’ per chiedere direttamente ai lettori quale attore avrebbero scelto per il ruolo di 007.
Tra le oltre 1.000 risposte raccolte dalla testata britannica e le decine di candidature che si susseguivano negli uffici di produttori, agenti e registi emersero alcuni nomi di attori relativamente poco noti al grande pubblico: lo stuntman Bob Simmons, l’attore statunitense di origine irlandese Patrick McGoohan, il popolare volto televisivo Roger Moore (già noto per “Ivanhoe” e scelto per il ruolo di Simon Templar nella serie “Il Santo”) e un trentunenne attore di origine scozzesi fattosi notare sul set del film “Il giorno più lungo” con John Wayne ed Henry Fonda. Il suo nome? Connery. Sean Connery.
Fu probabilmente la moglie di Saltzman a suggerire il nome di Connery al marito Harry e al suo socio Albert Broccoli: “abbiamo trovato il nostro 007!” sembra aver esclamato dopo averlo visto in una sua interpretazione cinematografica. Il volto di Connery, inoltre, rievocava quello elaborato dall’illustratore John McLusky per l’agente segreto 007 in una versione a fumetti dei romanzi di Bond. Anche l’iniziale scetticismo di Fleming venne superato quando lo scrittore vide andar via Connery dalla stanza in cui si tenne il loro primo incontro: “Sean cammina proprio come il mio James Bond!” avrebbe poi spiegato il romanziere.
Sarà proprio la saga di 007 a catapultare l’attore nato in Scozia nel 1930 nella storia del cinema internazionale e nell’Olimpo del grande schermo.
Nato in un piccolo sobborgo di Edimburgo, Fountainbridge, nell’agosto del 1930, Thomas Sean Connery si arruolò nella Royal Navy, la Marina Militare Britannica, salvo poi esserne congedato per un problema gastrico.
Verniciatore di bare, carpentiere, bagnino e modello per il College di Arte di Edimburgo: Connery ha affrontato decine di mestieri, ma fu solo intorno ai venti anni che il futuro 007 iniziò a prendere parte a piccole produzioni teatrali, per poi approdare al celebre musical “South Pacific” nella sua versione londinese. Classificatosi terzo al concorso di Mister Universo nel 1950, Connery proseguì la sua carriera attoriale con alcuni cameo in film per la tv e per il cinema, facendosi notare da produttori e addetti ai lavori.
Alto, slanciato ed estremamente seduttivo nonostante una precoce calvizie, Connery era molto amato dal pubblico femminile inglese. Il ruolo di James Bond in ben sette film (sei della serie ufficiale e uno, ‘Mai dire Mai’, non inserito nel franchise firmato dai produttori dei film di 007) trasformò, a partire dal 1962, il trentaduenne attore scozzese in una star planetaria e in un sex symbol per i successivi 50 anni, collocandolo tra le stelle del cinema più amate di ogni epoca.
“Agente 007 – Licenza di Uccidere”, “A 007 Dalla Russia con Amore”, “Agente 007 – Missione Goldfinger”, “Agente 007 – Thunderball (Operazione Tuono)”, “Agente 007 – Si vive solo due volte”, “Agente 007 – Una cascata di diamanti” e “Mai dire Mai”: questi i sette “titoli d’oro” che hanno visto impegnato Sean Connery nei panni della spia inglese creata da Ian Fleming e che hanno segnato le sorti della saga sin dai primissimi titoli prodotti negli anni Sessanta.
“Marnie” di Alfred Hitchcock, “La collina del disonore” e “Assassinio sull’Orient Express” o “Sono affari di famiglia” di Sidney Lumet, “L’uomo che volle farsi re” con Michael Caine, “Robin e Marian” con Audrey Hepburn, “I banditi del tempo” del Monty Python Terry Gilliam, “Highlander – L’ultimo immortale” con Cristopher Lambert, “Il nome della rosa” di Jean-Jacques Annaud, “Indiana Jones e l’ultima crociata” di Steven Spielberg, “La casa Russia” con Michelle Pfeiffer, “Caccia a Ottobre Rosso” con Alec Baldwin, “Entrapment” con Catherine Zeta Jones o ancora “Scoprendo Forrester” di Gus Van Sant: basterebbe rivedere le pellicole interpretate da Sean Connery per rendersi conto della potenza e della ricchezza espressiva dell’attore scozzese e del suo carisma attoriale.
Capitolo a parte meriterebbe il film “Gli Intoccabili” di Brian De Palma degli anni Ottanta. Sean Connery interpretò il ruolo di Jimmy Malone al fianco di un cast strepitoso: Robert De Niro, Kevin Costner e Andy Garcia. Quel ruolo gli valse un Oscar e un Golden Globe come miglior attore non protagonista.
Nel corso della sua carriera Connery ha conquistato innumerevoli premi, dai BAFTA agli Henrietta Awards, dai Golden Globes al Cecil B. DeMille, dai Bambi al David di Donatello fino ai riconoscimenti dell’AFI – American Film Institute, London Critics, Roma Film Festival, Los Angeles Film Critics Association, MTV Movie Award, National Board of Review USA, National Society of Film Critics Awards USA, People’s Choice Award – USA,New York Film Critics Circle Awards.
Connery è stato insignito del titolo di Sir dalla Regina Elisabetta II d’Inghilterra, dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dalla Repubblica Francese e del Kennedy Center Honor dalla Presidenza degli Stati Uniti d’America.
Oggi Connery compie 90 anni: l’attore scozzese è universalmente considerato il punto di riferimento per l’intera saga di 007: Sean Connery è – con il solo Roger Moore – il termine di paragone per tutti gli interpreti cinematografici di James Bond. Timothy Dalton, quarto volto dell’agente segreto sul grande schermo, una volta ebbe a dire: “Una metà del pianeta ama Sean. L’altra metà preferisce Roger. Insomma, noi successori non abbiamo speranze!”.
Testo riadattato per The Way Magazine da Michelangelo Iossa, tratto dal volume 007 OPERAZIONE SUONO Solo per le tue orecchie: canzoni e colonne sonore al servizio segreto di James Bond
di Michelangelo Iossa
(Rogiosi Editore | Collana Saggi)
Il volume uscirà in autunno, in concomitanza con il lancio mondiale di NO TIME TO DIE, 25esimo capitolo della saga di 007, interpretato da Daniel Craig.