C’è sempre stata lotta attorno all’arte. Omicidi, furti, razzie, corruzioni, contrabbandi, soprusi, roghi, devastazioni, confische hanno contraddistinto la vita di molti capolavori. Da Caravaggio a Picasso, da de Chirico a Munch, da Renoir a Klimt, fino alle statue della classicità, sono molti gli episodi, alcuni celeberrimi, altri poco conosciuti, alcuni risolti, molti altri ancora sotto indagine, che ci portano nel cuore dell’illegalità, della criminalità, del mercato nero, della cupidigia, della volontà di potenza, che si nasconde dietro ogni ladrocinio.
Partendo dalla rubrica che Luca Nannipieri tiene al Caffè di RaiUno, “Capolavori rubati” (Skira, 2019), libro uscito in questa estate 2019, illustra i casi più clamorosi di furti di opere d’arte, affrontando anche i traumi storici di saccheggi e spoliazioni coloniali e imperialiste.
Attraverso la narrazione e la spiegazione giudiziaria dei furti, il commento sullo stile artistico delle opere rubate, l’inquadramento storico, la disamina museografica sulla sicurezza e sulla protezione dei capolavori, il libro affronta il grande tema dell’arte nel suo rapporto con la complessità del male.
Critico d’arte e già autore di “Bellissima Italia” pubblicato da Rai Eri, lo studioso dirige Casa Nannipieri Arte, con cui cura mostre e conferenze d’arte moderna, da Giacomo Balla a Keith Haring fino ai contemporane.
Si legge nel volume: “Si dice, citando malamente L’idiota di Dostoevskij, che la bellezza salverà il mondo. Se la bellezza fosse sufficiente a salvare il mondo, basterebbe riempiere il mondo di bellezza e saremmo tutti salvi, tutti santi. In realtà, la storia dell’arte è, anzitutto, storia di capolavori scomparsi, collezioni disperse, opere inaudite di cui si posseggono soltanto copie postume, calchi, riproduzioni fedeli o varianti perché gli originali si sono perduti. E si sono perduti perché sono stati distrutti, frantumati, contesi: i bottini di guerra, dalle antiche civiltà fino a qualche decennio passato, sono stati soprattutto razzie non solo di materie prime, ma di opere d’arte, preziosità, sculture che dai territori dei vinti venivano trasferiti con forza e autorità nei paesi, nelle città, nelle corti, nei palazzi dei vincitori. Il furto, in fondo, è stato forse il gesto criminale più saltuario, più occasionale, in una sequenza assai più fitta di indebite appropriazioni, sciacallaggi, spoliazioni pianificate su vasta scala”.
Luca Nannipieri / Capolavori rubati – Skira, 2019. pagg. 173 e XVI a colori, 15 euro.
Presentazione milanese del libro: Giovedì 12 settembre ore 18.30 Pinacoteca di Brera, Sala della Passione, Via Brera 28 Milano
Con l’autore intervengono Francesco Boni, Carlo Hruby, Mario Mazzoleni, Francesca Sacchi Tommasi.