Il viaggio introspettivo inscenato dai brand durante la settimana di Milano Moda Uomo appena conclusa, suggerisce un viaggio introspettivo nell’infanzia.
Quel momento in cui le emozioni si vivevano con autentico e puro pathos, diretto e senza troppi filtri.
Quel periodo in cui ciò che entusiasmava, emozionava, spaventava, feriva, inevitabilmente poi, ci costringeva a creare pian piano la nostre gabbie.
Il messaggio che arriva è positivo e pieno di speranza. Uomini pronti ad aprire queste gabbie, consapevoli che le fiabe sono piene di cose terrificanti ma non fanno più paura.
Uomini audaci nel ridefinire i confini tra uomo e donna, tra maschile e femminile, senza farne più una questione di genetica o di identità di genere.
Cogliendo piuttosto la chance di viversi nella totale libertà dell’essere uomo ma anche madre, sorella, figlia.
Un autodeterminazione priva di conflitti sociali, di sanzioni autoritarie e di stereotipi soffocanti.
Non è più una questione di “guardaroba condiviso” alla Yves Saint Laurent, ma una libera scelta di maschi che acquistano e indossano quello che sentono e che vogliono, uscendo così dalla gabbia.
Come bambini in grado di osare in un gioco pieno di capriole. E di stupirsi per un mondo che diventa nuovo.

Foto d’apertura, da sinistra modelli di Gucci e MSGM visti sulle passerelle di Milano Moda Uomo, gennaio 2020 (stills da instagram.com/stevregina)