Dall’8 ottobre è in tutte le librerie “Il paese più bello del mondo” di Alberto Saibene, storico della cultura italiana del XX secolo, che racconta per la prima volta la storia del più grande progetto culturale privato in Italia: il FAI e la sfida per un’Italia migliore iniziata nel 1975. Il libro in uscita per Utet, sarà presentato alla Triennale di Milano il 17 novembre.
Si trata di una storia italiana che ha dato vita a un’energia positiva che ha salvato molti benei grazie al lavoro di una fondazione privata che gestisce proprietà da aprire al pubblico. Come nacque il Fondo Ambiente Italiano? Inizialmente nell’associazione Italia Nostra, nata a Roma nel 1955, si conobbero Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni i quali, con la collaborazione di Antonio Cederna, organizzarono la mostra itinerante Italia da salvare (1967) che per la prima volta sensibilizzò l’opinione pubblica sui temi delle bellezze nazionali in pericolo. Crespi e Bazzoni fondarono nel 1975, insieme ad Alberto Predieri e Franco Russoli, il FAI – Fondo Ambiente Italiano.
Il FAI è una storia preziosa da tutelare proprio perché legata all’Italia, nazione sede del maggior numero di siti dell’Unesco, considerata dai tempi del Grand Tour “il Paese più bello del mondo”, un Paese unico per stratificazione di civiltà, testimonianze storico-artistiche, varietà di paesaggi. Questo ecosistema che era giunto più o meno intatto alla Seconda guerra mondiale si ritrovò, in un breve volgere di anni, seriamente minacciato. Più che i disastri della guerra, fu la rapidissima ricostruzione senza regole a rovinare il volto del nostro Paese. E oggi ne stiamo pagando ancora le conseguenze.