27 Settembre 2022
FLORENCE ART DEPOSIT GALLERY

A Firenze opere e “inclusioni” ad arte

27 Settembre 2022
FLORENCE ART DEPOSIT GALLERY

A Firenze opere e “inclusioni” ad arte

27 Settembre 2022
FLORENCE ART DEPOSIT GALLERY

A Firenze opere e “inclusioni” ad arte

Florence Art Deposit Gallery dal 4 ottobre 2022 ospita la mostra INCLUSIONI – Sinergie di Linguaggi del gruppo artistico di Novara-Milano. Gli stili diversi con i percorsi artistici di varie esperienze internazionali parlano di maturità di ogni artista e mostrano sinergie che si uniscono in una ricerca sperimentale con passione immensa che si include in natura creativa degli artisti: Pako Bono, Angela Maria Capozzi, Davide Ferro, Enzo Fiore, Fabrizio Molinario, Massimo Romani e Ilirjan Xhixha.

Lo spazio della Florence Art Deposit Gallery con sede dell’associazione Save The Culture non è stato scelto a caso. Esso infatti è situato nel cuore del centro fiorentino in un luogo storico in quanto tabernacolo edificato agli inizi del XIV secolo, forse anteriormente alla Chiesa stessa di San Michele Visdomini di cui è parte della struttura. Secondo fonti storiche, in questo luogo avrebbe trovato sepoltura Filippino Lippi, allievo prediletto di Sandro Botticelli.

Questo è uno spazio artistico dove si coniuga la grande tradizione fiorentina con le nuove multiformi tendenze dell’arte contemporanea a livello internazionale, di cui la mostra collettiva INCLUSIONI – Sinergie di Linguaggi segna la peculiarità di arte contemporanea e si “include” nella storia del nostro luogo culturale.
Art critic e curatrice delle mostre presso Florence Art Deposit Gallery è Yuliya Savitskaya , presidente dell’Associazione Save The Culture & Florence Art Deposit Gallery Alesia Savitskaya.


Testo di presentazione di INCLUSIONI a cura di Maria Gabriella Lerario

Fare arte insieme amplifica ogni sollecitazione, ogni possibilità di stupore e di risposta da parte di chi osserva, si diverte, coglie aspetti estetici e dell’arte si nutre scoprendo il gusto di ogni espressione.
Firenze offre lo spazio di una mostra per realizzare un’esperienza, mettere in mostra un collettivo di artisti che con diversi linguaggi sanno declinare sapienza e sensibilità, gioco e serietà, piacevolezza e riflessione in un contesto nuovo, aperto e molteplice, luogo di incontri inaspettati.
La galleria apre a tanti visitatori di vicini monumenti storici e solenni, il dialogo necessario con la storia e con la vita: tra la maestosità del Duomo e la solennità di palazzi secolari, la contemporaneità parla il lin- guaggio di un’estetica senza tempo.
Una grande occasione per accostare la magnificenza del noto alla freschezza di nuove voci che si affiancano alle poderose pietre di una sofisticata architettura, al marmo, alle memorie. Una nuova storia che si sta scri- vendo oggi, attraverso vite dedicate all’arte, all’espressione secondo nuovi e diversi canoni in una città che difende sé stessa, la propria memoria con orgoglio, eppure cercando ponti che la portino al presente, perché del presente ha bisogno per mantenere viva la forma che meglio la rappresenta nel modo, la forma dell’arte. Inclusioni, secondo infiniti percorsi. Una mostra con possibilità di espansione e di interpretazione senza limiti, oltre i confini, oltre le diverse origini degli artisti provenienti da culture, storie personali e professionali diverse che restituiscono complessità di visioni, di prospettive, di nuove direzioni a un fare che segue un processo costruttivo intenso, fortemente voluto, cercato e ricercato.
Insieme: Bono, Capozzi, Ferro, Fiore, Molinario, Romani, Xhixha intrecciano poetiche. Forme, volumi, colori riflettono la contemporaneità.
Guardiamo e ci interroghiamo, allacciamo memorie, significati, emozioni. La tela fissa in momenti estatici le figure di Pako Bono, il bronzo lucido riflette la luce che avvolge i movimenti delle sculture di Angela Maria Capozzi, i colori delle tele di Davide Ferro tolgono il velo dell’abitudine al quotidiano; mentre la ma- teria di Enzo Fiore ci trasporta in sogni di natura, l’espressionismo di Fabrizio Molinario sottolinea distor- sioni prospettiche, Massimo Romani rinnova la pittura a olio sublimando iconografie antiche e recenti, Ilirjan Xhixha smalta l’acciaio con colori sgargianti per mettere in relazione forme e ambiente con azioni e installazioni.
Fare è anche mettersi in relazione come ascoltatori, osservatori, ammiratori dell’espressione che muove ul- teriori energie contro l’immobilità, anche sollevando tensioni che sempre portano a un risveglio e al rinno- vamento, inarrestabile del fare arte.

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