Vincenzo Pennacchi alla Romberg di Latina porta opere su piccoli e grandi spostamenti e un flusso inesausto di pensieri. Pennacchi con una serie di materiali e ritrovati diverse, è un gran narratore di miti e leggende, di argonauti, avventure, di favole che spesso non hanno né capo né coda.
Il testo critico della mostra (di Gaia Conti) fa l’analisi soprattutto del soggetto immaginario della mostra di Pennacchi, che è colui che è in movimento: “Il viandante ha svuotato una valigia piena di ciò che possiede – un’arte in grado di raccontare di sé stessa e degli altri senza troppi tecnicismi, di incuriosire, emozionare, di far riflettere, un’arte primitiva e contemporanea, un’arte di questo e di altri mondi ancora da scoprire. Un racconto magico e misterioso, da ascoltare e osservare senza preconcetti nello spazio della galleria. Tutti abbiamo cuore, gambe e testa, e se, incuriositi, vi trovate nelle vicinanze, passate di qui, per caso“.
Emozionante l’allestimento, che ripercorre i concetti cardine dell’esperienza artistica del creativo fino ad ora: spaziare in ambiti fantasiosi con impatti visivi dirompenti. Pennacchi è partito dai teatri e dalle chiese. Ora, in una galleria è tutto un sapore nuovo da scoprire.
Migrations – dal 16 febbraio al 26 marzo 2017.
ROOMBERG PROJECT SPACE di ROMBERG
04100 Latina – Viale Le Corbusier 39 | Grattacielo Baccari – piano terra
info: www.romberg.it
In foto: Vincenzo Pennacchi, Trittico con crocefissione, 2017. Disegno a matita, stampa bruciata, lamiera e figura antropomorfa di tela riportata su legno, cm 200×200, courtesy Romberg, copyright foto Rubina Brugugnoli