8 Gennaio 2024
STRANIERA A SALERNO

Calendario De Luca, arte per l’anno 2024

8 Gennaio 2024
STRANIERA A SALERNO

Calendario De Luca, arte per l’anno 2024

8 Gennaio 2024
STRANIERA A SALERNO

Calendario De Luca, arte per l’anno 2024

De Luca Industria Grafica e Cartaria di Salerno, per il Calendario 2024, ha ottenuto la licenza della riproduzione di opere dell’artista polacca Irene Kowaliska. Il calendario d’arte, di cui vi anticipiamo delle immagini, è curato da Marco Alfano realizzato dalla De Luca Industria Grafica e Cartaria.

Il lunario nuovo, dedicato per intero al sorriso artistico di Irene Kowaliska, una delle più importanti protagoniste della scena artistica europea, curato da Marco Alfano, ha quale titolo “Il sogno del Nuovo”.

Una storia centenaria iniziata con Andrea De Luca, nel 1924, capostipite di quella che oggi è diventata l’azienda leader nella produzione e lavorazione di grafiche e prodotti di carta stampata.

Un viaggio, quello dell’artista polacca, che la portò in Costiera amalfitana per amore di Armin Wegner, generale coraggioso, lo scrivente di una lettera a Hitler in cui denunciò l’eccidio degli Armeni, facendo tappa a Positano “Città rifugio”, per i perseguitati, in fuga dai nazisti che dai sovietici. La nostra provincia, le nostre coste, luoghi prediletti del gran tour, del viaggio che è sfida lanciata a se stessi, alla propria misogenìa e alla alterità, alla diversità dell’estero, di dove si torna, o vi si rimane contaminati dalle esperienze altrui nella lingua, negli abiti, nelle architetture, nei mangiari, nelle usanze e nelle musiche, rivivono in questo calendario. Giunta a Vietri sul Mare nel 1931, Irene nell’immediato si dedicò principalmente alla ceramica entrando in contatto con Barbara Margarethe “Bab” Thewalt-Hannasch, Richard Dölker ed Elsie “Elle” Schwarz, divenendo caposcuola in Costa d’ Amalfi sia nell’arte ceramica, che nella Moda di Positano, per la quale, alcuni artigiani hanno successivamente preso ispirazione. La creazione di questo calendario prende spunto dal ritrovamento di una cartella di disegni, quasi tutti annotati, con gli elementi che hanno caratterizzato il lavoro presso la Ceramica Pinto dal 1934 al ‘36 e l’inizio dell’attività indipendente nella fornace di Molina di Vietri nel 1937. Nel disegno, infatti, o per meglio negli schizzi o bozze, possiamo trovare e vedere la scintilla creativa di ogni artista, o, magari, di ogni persona comune. Il disegno è studio che serve a far “maturare” il progetto che immette, più che mai, nel crogiuolo del ricercare quotidiano dell’artista. Diviene un “genere” che, se per certi aspetti attiene ancora in qualche misura alla sfera ideale, alla definizione ideativo, relativo ad una attualità sperimentale assai aperta e ipotetica, che sonda, tenta, suggerisce, ghermisce, molto più che compiutamente definire, l’immagine: il disegno qui appare anzitutto qualcosa come il frammento di un diario immaginativo, spesso ininterrotto: spazio di prima e continua sperimentazione. Accanto ai disegni, intraprenderemo un viaggio con Irene, tra le sue opere ceramiche, stoffe, ricami, custodite tra i vari musei di Villa Guariglia, Pinacoteca provinciale, Raccolta d’Arte Applicata di Nocera Superiore, nonché Museo Internazionale della ceramica di Faenza, accompagnati dai testi di Domenico Irace, Sigismondo Nastri, Rosa Fiorillo, Claudio Caserta, Matilde Romito e dello stesso Marco Alfano, a caccia della felicità, della luce, della gioia. Un calendario attraverso cui si realizza il sogno di Irene, del suo muoversi per amore, alla ricerca della Gioia, joie, che è in connessione con gaudium e che a sua volta proviene da getheo (gioire) e si compone del ghe della terra e del theo brillare, che è il fuoco con cui si fa la ceramica, ma anche del muoversi, rapidamente. La gioia, uno degli elementi primordiali, assoluti, imprescindibili per la vita, insieme all’aria, al fuoco, alla terra, all’acqua o molto meglio, all’etere e al tempo, ha la stessa radice di giocare, mentre la terra quella di γιγνώσκω, che è conoscenza, quindi, dell’arte tutta, unica capace di muovere liberamente le emozioni e di farci ritrovare in esse, grazie alla differenza e al dialogo, che si risolverà in discorsi, racconti d’Amore, come quelli di Irene Kowaliska, unico viatico valido per il futuro dell’ Umanità.

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