Cambiano i tempi e cambiano le parole. E quando si parla di personaggi che hanno a che fare con il pensiero umanistico, le parole hanno un peso notevole. Lucia Rodler, che di mestiere insegna Letteratura, pregiudizi e stereotipi e Comunicazione scientifica all’Università di Trento, in un saggio in uscita per Marsilio si interroga proprio su come vengono comunicati oggi gli scrittori del passato e le loro opere. Si chiama “Con altre parole. La divulgazione umanistica” ed è un libro dove l’autrice si interroga sui modi in cui, dal XVIII secolo, la cultura è stata divulgata, disseminata, comunicata ai non addetti ai lavori: donne, bambini, lettori che conoscono alcune cose ma non altre. Già da tempo le scienze e la storia hanno saputo diventare “pubbliche”, si sono cioè impegnate per condividere le conoscenze e le competenze fuori dal mondo accademico. Anche la cultura umanistica si sta muovendo in tal senso: sugli scaffali delle librerie sono esposti testi enciclopedici che raccontano opere letterarie in pillole e biografie che narrano a un pubblico di tutte le età la vita di donne e uomini memorabili. E tutto ciò con un linguaggio chiaro, semplice, efficace. Così si afferma un nuovo modo di pensare il rapporto tra narrazione e pubblico, con possibilità e limiti indagati in questo volume.
Lucia Rodler insegna Letteratura, pregiudizi e stereotipi e Comunicazione scientifica all’Università di Trento. Ha studiato la fisiognomica (Leggere il corpo. Dalla fisiognomica alle neuroscienze, 2009) e curato un’edizione commentata di Lombroso, L’uomo delinquente studiato in rapporto all’antropologia, alla medicina legale ed alle discipline carcerarie(2011). Tra i volumi recenti: Goffredo Parise, i sentimenti elementari(2016), Leggere oggi favole e fiabe(2020).