Concedersi una vacanza di relax dovrebbe essere un piacere per tutti ma soprattutto una possibilità disponibile a chiunque ma spesso non è così: frequentemente per una determinata categoria, come le persone affette da disabilità, diviene quasi un diritto fino a diventare una vera e propria complicanza.
Secondo una statistica in Europa sono circa 150 milioni le persone con disabilità e difficoltà motorie e nonostante ciò, i problemi che riscontrano sono sempre gli stessi: viaggiare in aereo, prendere un autobus o anche ricercare siti che offrano delle carrozzine. In Italia, infatti, risulta a tratti impossibile trovare degli stabilimenti o delle strutture alberghiere che includano anche questa categoria di persone perché ancora oggi non sono attrezzati per i servizi più basilari come i bagni o dei semplici montascale che consentano una maggiore mobilità senza dover chiedere aiuto a nessuno. Ovviamente ogni persona ha delle esigenze diverse rispetto alle altre in base alle loro condizioni fisiche ma il fatto che ad una determinata fascia di persone non venga permesso di poter fare le cose più semplici fa rabbrividire.
Sebbene ci siano alcune strutture attrezzate in tutto questo, esse risultano essere l’eccezione alla regola perché la maggior parte non garantisce l’accessibilità a tutti in maniera equa. Per molte di queste persone però viaggiare non significa soltanto utilizzare dei mezzi di trasporto o visitare posti nuovi ma di avere l’opportunità, come chiunque, di uscire di casa scoprendo nuove realtà o semplicemente relazionarsi con altra gente.
Fino a quando non verrà attuato un vero e proprio piano di inclusione anche per i disabili, non si farà altro che sfociare in una vera e propria discriminazione nei confronti di queste persone facendo sì che i posti che potranno frequentare saranno sempre più limitati, privandoli dell’occasione di poter fare o scoprire cose nuove. Un esempio molto recente che ha indignato tutti è il caso di una bambina di 4 anni, affetta dalla sindrome di Down, a cui è stato negato il libero accesso al baby club di un resort ad Ostuni.
Questo ennesimo caso di discriminazione ha iniziato a far riflettere tutti su quanto realmente e seriamente sia importante riconoscere il diritto all’inclusività delle persone affette da disabilità. Adesso sono più di una centinaia, ad esempio, le strutture con delle spiagge accessibili in Italia che offrono bagni ben attrezzati e carrozzine apposite mentre sono ancora in espansione degli stabilimenti balneari pensati appositamente per bambini con difficoltà cognitive e bambini affetti da autismo.
Nel corso del tempo riuscire a prenotare delle strutture accessibili a tutti senza distinzioni in Italia è diventata una priorità perché il vero turismo non debba più porre in difficoltà i suoi fruitori. Dopo lo scandalo avvenuto nel resort ad Ostuni, il piccolo paese pugliese ha aumentato la sua attenzione nei confronti dei bisogni e delle esigenze delle persone che necessitano di assistenza, come coloro che hanno delle difficoltà motorie e gli anziani non autosufficienti.
In merito ai voli aerei, invece, l’Unione Europea sta pensando a delle specifiche normative che possano favorire “il diritto alla mobilità, all’accessibilità e all’assistenza personale durante le operazioni di imbarco e il trasporto della carrozzina”.
È necessario rendere più funzionale e inclusiva l’occasione di trascorrere delle vacanze estive senza dover chiedere aiuto a qualcuno o sentirsi a disagio, in completa autonomia, contando in ogni caso sull’aiuto di personale formato e preparato ad assicurare al turista la sicurezza.
Rendere accessibile ogni luogo, senza escludere nessuno, è un investimento molto importante nella crescita del turismo. Questa risulta essere una scelta vincente, poiché i vantaggi che ne deriveranno ricadranno in maniera positiva sui guadagni delle aziende impegnate nel settore del turismo.