Esistono diverse strategie che gli investitori utilizzano per far fruttare il proprio denaro nel mercato azionario. Mentre l’investimento in azioni value o growth è un dibattito che riceve molta attenzione, altri potrebbero concentrarsi maggiormente sull’investimento in dividendi. L’obiettivo è quello di ottenere un flusso di reddito dalle azioni che si possiedono, ma allo stesso tempo di beneficiare del potenziale di apprezzamento del prezzo delle azioni.
Ma se siete grandi fan dei dividendi, forse è arrivato il momento di prendere in considerazione la possibilità di Staking sulle criptovalute per raggiungere lo stesso obiettivo. Diamo un’occhiata più da vicino.
Mostrami i dividendi
Le aziende che pagano dividendi sono spesso imprese redditizie e durature che dispongono di liquidità sufficiente per pagare costantemente una parte degli utili agli investitori, di solito ogni trimestre. Il risultato è che il possesso di queste società può produrre rendimenti superiori a quelli dell’indice S&P 500. Inoltre, questi titoli sono caratterizzati da una minore volatilità, il che li rende più facili da possedere nel proprio portafoglio.
Per essere chiari, la detenzione di questi titoli non è una strategia riservata esclusivamente alle persone vicine o in pensione. Anche gli investitori più giovani possono trarre vantaggio dal possesso di titoli che pagano dividendi nell’ambito di un portafoglio ben diversificato e orientato al lungo termine.
Alcuni esempi di titoli che pagano dividendi sono Lowe’s e Target. Entrambi questi rivenditori di prim’ordine hanno aumentato i loro dividendi per almeno 50 anni consecutivi, il che conferisce loro il titolo di “re dei dividendi”. E possono essere un’ottima aggiunta al portafoglio di chiunque.
Tutta questione di Staking
Per coloro che sono interessati ad attività che producono reddito, lo staking delle criptovalute è una strategia per ottenere un rendimento, non dissimile da quello che possono offrire le azioni a dividendo. Questo può essere fatto solo con le criptovalute che operano un meccanismo di consenso chiamato proof-of-stake (PoS), il che significa che i proprietari dei token bloccano, o effettuano lo Staking, le loro partecipazioni per contribuire alla sicurezza della rete e alla verifica delle transazioni. Per fare questo, i detentori ricevono una ricompensa sotto forma di token di nuovo conio.
Dopo “The Merge”, Ethereum sarà la blockchain PoS più popolare, anche su Teslacoin. Ma Coinbase ha già consentito lo staking, offrendo un rendimento superiore al 3% ai possessori di ETH. Questo sistema è più ecologico del Bitcoin, che utilizza la convalida proof-of-work. E per gli investitori non richiede attrezzature o competenze specifiche. Cardano e Solana sono altre criptovalute ben note che utilizzano il PoS.
Tuttavia, anche l’accatastamento ha la sua parte di rischi. Per cominciare, i prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili, quindi, a seconda del periodo di tempo in cui le partecipazioni devono essere bloccate, potrebbe essere difficile (o impossibile) vendere per ridurre al minimo le perdite potenziali. C’è poi la possibilità di un guasto alla rete o di un hack, un evento che sembra essere fin troppo comune in questo settore. Infine, lo staking non fornisce alcuna assicurazione in caso di perdita dei fondi, una protezione che invece è prevista per i conti di intermediazione tradizionali.
Sebbene il 2022 sia stato un anno terribile per le criptovalute, dato che il mercato complessivo è sceso di circa due terzi rispetto al picco di quasi 3.000 miliardi di dollari raggiunto nel novembre dello scorso anno, il potenziale di crescita a lungo termine del settore non può essere ignorato. Ciò significa che un giorno lo staking potrebbe diventare un modo ancora più popolare per ottenere un rendimento su qualsiasi asset digitale posseduto. Non è certo privo di rischi, ma gli investitori farebbero bene a prendere almeno in considerazione questa opzione, soprattutto se il mondo si muove verso un futuro sempre più digitale.