18 Luglio 2023
LIBRO DI FRANCESCO PAOLO AMATO

Il mare d’Amalfi in “Nunziatella”

18 Luglio 2023
LIBRO DI FRANCESCO PAOLO AMATO

Il mare d’Amalfi in “Nunziatella”

18 Luglio 2023
LIBRO DI FRANCESCO PAOLO AMATO

Il mare d’Amalfi in “Nunziatella”

“Nunziatella”, il romanzo d’esordio di Francesco Paolo D’Amato (Colonnese editore, Napoli 2023, 15,00 Eu), affermato editore campano, racconta le vicende private d intime di un padre e un figlio.

La scrittura è quella delle epistole, oggi obsoleta e desueta, che Bartolomeo Pinto, medico e soldato, come egli stesso scrive in calce alla firma, scrive al figlio Andrea, prima di morire, lasciandole in una scatola ove è custodita tutta una vita;dalle medaglie alle foto, dai ritagli di giornale alle lettere. L’incipit si apre con la descrizione della “vecchia casa di pietra sulla costa, immersa nel grande limoneto” che preannuncia il tono poetico e intimistico che pervade il racconto intero; le due storie si dipanano, utilizzando un registro doppio in cui vicende storiche della Grande Guerra e cronache dei tempi nostri si fondono e sembrano distaccarsi. Queste ultime portano il lettore per mano verso un lieto fine che allarga il cuore e rende lucidi gli occhi che talvolta non riescono a trattenere la leggerezza e la profondità delle emozioni privatissime. Pagina dopo pagina, ci si immerge nelle atmosfere rarefatte dal tempo che l’autore fa rivivere come se si trattasse di una sceneggiatura per un film che lega il passato al presente: un grande affresco epocale all’ombra del Vesuvio, in quell’Ager Nucerinus che, scampato all’eruzione pliniana del 79 d. C., ha continuato ad esistere.
I protagonisti, da Bartolomeo al figlio Andrea, da Nunziatella a Margherita, da Lucio a Suor Andreina, ai tanti personaggi che compaiono e si defilano nella diacronia scompaginata di tutte le vicende narrate, si muovono in un territorio tra Sant’Egidio del Monte Albino, Corbara più in alto, la Costa d’Amalfi aperta versi l’ansa lunata del Golfo di Salerno e in basso, le terre lambite dal Sarno, da Angri a Pagani, a Nocera.

 L’autore ne descrive a tratti, ma con la precisione maniacale d’uno storico d’arte, opere e monumenti, dipinti e feste della tradizione dei luoghi. Salta fuori,nelle pieghe dei racconti paralleli, un’accurata mappa di quella geografia del cuore che segue non il palinsesto dei ricordi, bensì il legame che unisce entrambi, padre e figlio, alla propria gens, a quelle terre che conservano il profumo dei limoni e la semplicità degli “spaghetti alle vongole fujute”, al sapore dolce dei pomodorini di Corbara.

Sullo sfondo, la scenografia domestica delle stanze di “Zora” (traendo spunto dall’iconica città di Italo Calvino) ovvero la casa paterna dove il camino riscaldava d’inverno la famiglia e mitigava il caldo delle belle stagioni. “Zora” ha il suo alter ego, solo in apparenza nella “Casa del Sollievo” che compare più volte all’interno della struttura narrativa del romanzo. Tutto fluisce, seguendo sincronie e articolatissime fasi diacroniche in un plot diatopico che fa assurgere “Nunziatella” alla formula di romanzo storico consolidato dalla tradizione letteraria europea; quella stessa di cui Francesco Paolo D’Amato è gran conoscitore.
L’amore per la grande poesia d’ogni tempo e la musica napoletana dei 78 giri emessa dal grammofono gracchiante di casa e quella internazionale degli anni Settanta del Ventesimo secolo costituiscono le colonne sonore di questo bellissimo libro che ha la sapienza evocativa d’un film.

E i fotogrammi possibili si districano tra il bianco e nero della prima metà del Novecento e i colori brillanti del mondo contemporaneo. Ancora una volta, Napoli, la metropoli dell’immaginario del Grand Tour d’ogni tempo, compare con la forza linguistica di tante espressioni utilizzate dall’autore (superando risoluzioni foniche dei localismi di buonaparte della Valle del Sarno) e con la maestosità della “Nunziatella”, la Reale Accademia Militare (oggi Scuola Militare Nunziatella) fondata nel 1787 da re Ferdinando IV di Borbone. L’ex convento di Monte Echia a Pizzofalcone, sede illo tempore del noviziato dei Gesuiti, è uno dei trait d’union di Bartolomeo ed Andrea, entrambi allievi della gloriosa Scuola. La lettura, in questi giorni infuocati di mezz’estate avvince e, quasi refrigerio dell’anima, ci conduce ad una conclusione per nulla scontata.

Recensione a cura di Teobaldo Fortunato

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