Si chiama Arturo di Modica, ma è originario di Vittoria, in provincia di Ragusa. Fu lui da scultore indipendente che portà nel 1989 a sue spese la scultura di bronzo del toro che è diventato il simbolo della rimonta di Wall Street, la Borsa di New York.
Di Modica nel 1989 spese 360.000 dollari per creare, lanciare e installare la scultura per dar fiducia ai mercati dopo il crollo del mercato azionario del 1987. La scultura è stata un’idea di Di Modica, e quest’anno è stato vittima di ben due episodi di vandalismo, segno che la scultura fa ancora discutere tra movimenti di attivisti e anti-capitalisti.
Uno dei regali più originali mai ricevuti alla città della Grande Mela è questo toro in bronzo lungo 5 metri e pesante 3,2 tonnellate. La scultura apparve davanti alla Borsa in Wall Street, la mattina del 16 dicembre 1989, sotto l’albero di Natale. Nessuno l’aveva commissionata ma da lì in poi diventò il simbolo del tempio della finanza americana, un amuleto caro ai broker scaramantici, tanto che ancora oggi si dice “il toro rimonta” per dire che il segno toro è sinonimo di guadagni. In americano la scultura è nota con il “charging bull”.
Ancora oggi, nonostante susciti ammirazione, è anche oggetto di controversie. Solo nel 2019 la scultura è stata vandalizzata due volte, per effetto di attacchi di manifestanti contro il potere della finanza. L’artista italiano è dovuto intervenire personalmente per ripararla.
Lo scultore siciliano Arturo Di Modica ha un suo insolito metodo di lavoro: creare a proprie spese imponenti opere d’arte e collocarle all’aperto. Il vulcanico Di Modica è protagonsita anche di un film di 30 minuti a distribuzione limitata di Nello Correale, che dal 2014 ogni tanto rispunta in festival cinematografici off. Nel filmato apre le porte del suo studio di New York, racconta le sue imprese e anticipa progetti, anche italiani, che di sicuro faranno discutere.
Il toro di Wall Street oggi è posizionato non lontano da lì dove il suo autore l’aveva posta durante il blitz il 15 dicembre 1989. Oggi si trova a Bowling Green Park, originariamente era proprio messa a Broad Street davanti alla Borsa, ma già allora le file di turisti per farsi la foto intralciavano il normale svolgimento delle frenetiche attività finanziare della capitale del mondo.
Il New York Times riprese la notizia 30 anni fa dicendo che quel lavoro di un artista italiano era il simbolo della rimonta americana. E così è stato perché la statua da 3,5 tonnellate ha portato bene: dalla fine degli anni 80 a oggi il listino della borsa americana, se si calcola l’andamento dell’indice Dow Jones, è salito a +919%.
Il colore bronzo e la consistenza dura e metallica della superficie della scultura enfatizzano la forza bruta della creatura. L’opera è stata progettata e posizionata in modo che gli spettatori potessero camminarci attorno, il che suggerisce anche che il movimento della creatura è illimitato.
Nel 2010, una scultura simile di Charging Bull di Di Modica è stata installata a Shanghai su commissione dell’autorità cittadina di Shanghai; viene chiamato in modo informale Bund Bull. Nel 2012 Di Modica ha installato ufficiosamente un’altra scultura di tori in carica fuori dalla Borsa di Amsterdam a Beursplein, Amsterdam.