4 Settembre 2022
ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

Jo Squillo, diritti e sociale nella sua nuova veste

4 Settembre 2022
ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

Jo Squillo, diritti e sociale nella sua nuova veste

4 Settembre 2022
ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

Jo Squillo, diritti e sociale nella sua nuova veste

Jo Squillo diva pop e paladina dei diritti. La celebre cantante e presentatrice è sbarcata a Venezia in questi giorni per un’importante causa sociale a cui dar voce durante la 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica.
Donne e Anoressia” questo è il titolo del documentario realizzato e prodotto da Wall of Dolls Onlus, che da otto anni si occupa di violenza sulle donne e temi sociali al femminile. Jo Squillo, fondatrice della Onlus, e Francesca Carollo, giornalista Mediaset e presidente della Onlus, hanno deciso di indagare su un argomento più che mai attuale, soprattutto in una società come quella di oggi dove sono quotidiani attacchi di bodyshaming.
Nell’estratto del film presentato allo Spazio della Regione del Veneto all’Hotel Excelsior è stata raccontata la testimonianza di Camilla, 15 anni, che ha sofferto di disturbi alimentari cadendo nella spirale dell’anoressia, ma che ce l’ha fatta anche se, ancora oggi, combatte la sua battaglia per non ricadere nel tunnel: era arrivata a pensare 33 kg quando è stata ricoverata.
Jo Squillo ha riferito al Corriere della Sera: «I dati dicono che l’età di chi soffre di disturbi alimentari sta vertiginosamente scendendo, tocca oggi anche i bambini di 8-12 anni. Ogni anno sono 4mila i morti per anoressia e bulimia. Questi disturbi sono un grido di dolore che molte ragazze soffocano e manifestano con i disordini alimentari, perché non si sentono abbastanza belle, perché non si sentono accettate, perché qualcuno ha detto loro che non sono abbastanza magre: una spirale tremenda. Come Presidente di Wall of Dolls vorrei che si sentissero meno sole, che potessero ascoltare la bellissima testimonianza di Camilla che ha ripreso in mano la sua vita».
Dagli anni della ribellione punk, quando cantava rabbiosi inni femministi e gettava tampax dal palco sul pubblico sconvolto, all’ascesa come star pop-dance, con la consacrazione popolare di “Siamo donne” insieme alla sodale Sabrina Salerno: Jo Squillo è da sempre un’icona che incrocia disimpegno e denuncia sociale. Tra dischi e programmi televisivi, avanguardia musicale e partecipazione a reality show, da anni è impegnata come presentatrice dell’universo fashion, sul canale Tv Moda, ed è sempre in prima fila nella lotta per i diritti delle donne, della comunità LGBTQ+ e dei giovani.
Classe 1960, Giovanna Maria Coletti, esordisce sulla scena Punk milanese negli anni 70 non ancora maggiorenne nella girl band Kandeggina Gang in cui inizia a delinearsi il personaggio Jo Squillo. Si presenta alle elezioni comunali come capolista con il Partito Rock nel 1980 e dopo l’episodio choc dei tampax imbrattati di rosso, pubblica il primo LP solista “Girl senza paura” (1981), con brani come “Skizzo Skizzo” e la famigerata “Violentami sul metrò” (provocazione anti-maschilista). Già dal secondo disco, “Bizarre” (1980), si registra però il passaggio alla disco e a sonorità decisamente pop.
Il successo mainstream è raggiunto al Festival di Sanremo 1991 con “Siamo donne” inno femminista cantato in coppia con Sabrina Salerno. Due anni dopo, esordisce come conduttrice televisiva con “Il grande gioco dell’oca” su Rai 2.

Nella sua carriera di presentatrice sarà, tra gli altri, in “Sanremo famosi”, al Festival di Castrocaro, in “La città delle donne”. Negli anni 2000, è tra i concorrenti a “La Fattoria 2”. Poi, partecipa a “Ciak… si canta!” e a “I Raccomandati” e nel 2014 è ospite fissa a “Domenica In”.
Jo Squillo negli anni continua a sfornare canzoni dance e, soprattutto è il volto di Class TV Moda, il canale satellitare di Class Editori interamente dedicato alle sfilate e al mondo fashion (sul numero 180 di Sky). Anche dal mondo delle griffe, però, Giovanna continua a dimostrare che “oltre alla gambe c’è di più”, con la sua verve femminista che non si è mai sopita.
Un’altra iniziativa importante è Wall of dolls, il muro delle bambole, un’opera di strada installata nel 2014 a Milano per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne, nata da un’idea di Jo Squillo. L’evento ha registrato da subito una grande attenzione da parte di pubblico e media, diventando rapidamente un simbolo della lotta alla violenza di genere, un successo che ha portato, negli anni successivi, alla realizzazione di opere analoghe in diverse città italiane.
Durante il lockdown della pandemia 2020 ha inaugurato su Instagram un doppio appuntamento diventato virale. «Jo in the House» e «Jo Squillo Live Show», dj set in diretta social. Jo Squillo, dopo aver cercato di alleggerire il peso della quarantena con la sua music ha voluto fare di più: trasformare un salotto in una pista da ballo, vestirsi a festa e dar vita ad un’era social in cui la condivisione sia tramite per tutto, ivi compresa la festa. «Niente tristezza, solo good vibes», ha preso ad urlare l’artista, agitando per aria il proprio pugno, un gesto che è diventato un leit-motiv per tutti i suoi seguaci.
Da sempre vicina alla comunità LGBTQ+ anche quest’anno ha sfilato al Gay Pride di Milano sul truck coloratissimo di Coca Cola.


E oggi si fa paladina dei giovani, arrivando a portare sulla ribalta internazionale delle giornate del cinema di Venezia il dramma delle malattie derivate dai disturbi alimentari. Jo Squillo è sempre in prima linea per dare voce anche ai problemi più silenziosi che hanno però la necessità di esser raccontati.

Articolo di Nicola Sacchi

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