Il tempo sembra fermatosi nei ritratti dell’artista fiorentina Elisabetta Rogai.
Merito di un’arte che rende immortale un’espressione, un modo di porsi, che consegna ai posteri un’immagine iconica. Spesso scomparso dai circuiti artistici contemporanei, il ritratto è un gesto che continua ad affascinare artisti e committenti. Il mettersi a nudo davanti a una tela d’artista ci rivela nudi confessori e soggetti portatori di grandi emozioni.

L’artista fiorentina, che ci ha fornito questi particolari dei suoi lavori, mette in risalto la tenerezza della conquista della maternità di Mariangela, la fierezza imprenditoriale di Salvatore, l’ironia nel volto di Diana la produttrice di vino toscano, l’incanto gioioso di due gemelle, Francesca tra gli olivi rapita come in un labirinto sensuale, la sosta di Irene dopo una canzone, pensieri di Matteo con Firenze sullo sfondo, segni di vita nella sua forma umana, e l’interrogativo della corsa di due donne, ridenti, complici, l’aquila di Tiziano il falconiere.
I ritratti fermano nel tempo i modi del vivere quotidiano, codificando linguaggi e comportamenti, costruendo una identità, dunque producendo non solo immagini simboliche e desiderabili ma svelando principalmente la sua realtà di artista. Elisabetta Rogai è anche wine-artist (dipinge col vino e promuove la eno-arte) e sperimentatrice di decori su materiali insoliti, come il jeans.