Personaggi e interpreti sono di fiction ma le storie sono basate su fatti realmente accaduti. Questi gli ingredienti che hanno scatenato entusiasmi e dibattiti in Scandinavia fin dal 2016 quando è stata messa in onda la prima puntata di Sekasin, Mental in inglese.
Le vicende di un gruppo di ragazzi con problemi psichiatrici, alle prese non solo con le proprie patologie ma anche con i sentimenti, gli errori, gli interrogativi e le passioni dell’età adolescenziale, che complicano la vita fuori e dentro l’ospedale, sono al centro di Mental, la prima serie italiana ad affrontare il tema del disagio psichico tra gli adolescenti, basata sul format originale finlandese Sekasin,diventato un vero fenomeno crossmediale. Una co-produzione Rai Fiction e Stand by me, prodotta da Simona Ercolani, scritta da Laura Grimaldi e Pietro Seghetti e diretta da Michele Vannucci, disponibile in esclusiva su RaiPlay con tutti gli 8 episodi da 25 minuti in contemporanea.
Un coming of age dove le emozioni, i desideri, i vizi e la voglia di spaccare il mondo tipici dei sedici anni sono moltiplicati al cubo. Tra allucinazioni, tossicodipendenza, autolesionismo e voglia di fuggire lontano da tutto, i ragazzi troveranno, però, qualcosa in grado di farli stare bene per la prima volta: un gruppo di amici pronto a tutto. Un ritratto dell’adolescenza, per quanto estremo, universale. Perché, in fondo, chi a 16 anni non si è sentito almeno un po’ fuori di testa?
Protagonista è Nico (Greta Esposito), una ragazza di 16 anni che in testa ha un caos in cui neanche lei riesce a orientarsi: continui attacchi d’ansia, visioni, voci che le parlano… Dopo un forte episodio allucinatorio Nico viene presa in carico da una clinica psichiatrica con una diagnosi di schizofrenia. Lì incontra quelli che saranno i compagni di viaggio di un difficile ma fondamentale percorso di conoscenza e di accettazione di sé: Michele (Romano Reggiani), ragazzo borderline tossicodipendente con un padre ingombrante che non gli lasciano vedere, Emma (Federica Pagliaroli) anoressica autolesionista, esperta del glitter, maestra della manipolazione degli altri, persino dei dottori. È ossessionata dalla gelosia per il suo ragazzo che è fuori, nel “mondo vero”. E poi c’è Daniel (Cosimo Longo) logorroico bipolare, convinto di non avere nessun problema: perfino il gesso che ha alla gamba per lui è solo un modo per tenerlo buono, l’ennesimo tentativo dei medici di controllarlo o farlo impazzire.
Un racconto che mette in luce, attraverso un linguaggio diretto e lontano dagli stereotipi, come la differenza tra loro e gli altri ragazzi non sia poi così marcata, perché – come diceva Franco Basaglia, padre della legge 180 che chiuse per sempre i manicomi – “da vicino nessuno è normale”.
Pensata per un pubblico di giovani tra i 15 e i 24 anni e scritta con la consulenza scientifica della Dott.ssa Paola De Rose dell’Unità di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, la serie punta ad abbattere, attraverso le storie dei quattro protagonisti, lo stigma del disturbo mentale tra gli adolescenti, spesso considerato un problema marginale mentre è molto più diffuso di quanto si pensi: secondo i dati della Società Italiana di Pediatria, infatti, otto ragazzi su dieci tra i 14 e i 18 anni hanno sperimentato forme più o meno gravi di disagio emotivo, che nel 15% dei casi è sfociato addirittura in gesti di autolesionismo. Gli studi del Professor Stefano Vicari, Responsabile del reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, rivelano invece che in Italia il suicidio è la seconda causa di morte tra gli under 20 (peggio fanno solo gli incidenti stradali), la depressione colpisce quasi 1 ragazzo su 10, e l’anoressia – che è la malattia psichiatrica col più alto tasso di mortalità – colpisce l’1% delle ragazze.
Nel cast della serie anche Martina Bonan nei panni di Valentina, la compagna di scuola che ha preso di mira Nico, Elena Falvella Capodaglio nel ruolo di Tonia, la figlia del primario Simonini, interpretato da Gianluca Gobbi, e ancora Anna Bellato nel ruolo della psicologa Giulia, Simone Liberati che interpreta l’infermiere Mirko, Marco Cocci nei panni di Sebastiano, il padre di Michele, e Milena Mancini in quelli della madre di Emma.
“Un racconto sul disagio psichico tra gli adolescenti e dunque su un passaggio d’età delicato e difficile, nel segno della speranza e della forza del gruppo. Mental nasce nello spirito innovativo di Rai Fiction, per una condizione che per la prima volta in Italia si affronta in una serie, per una rappresentazione fuori dagli stereotipi e per la qualità sperimentale a tutti i livelli, dalla sceneggiatura alla regia all’interpretazione. E’ una serie che oltre il perimetro generalista vuole misurarsi con il nuovo consumo e con i giovani utenti di RaiPlay. Un prodotto di frontiera del servizio pubblico” – sostiene Maria Pia Ammirati, direttore di Rai Fiction
“Mental è un racconto universale di formazione e di accettazione di sé in cui tutti possono rispecchiarsi. Nessun adolescente si sente mai davvero ‘normale’ e nessun ragazzo con un disagio emotivo o psichico dovrebbe sentirsi ‘strano’. Attraverso un linguaggio diretto e senza filtri, lontano da buonismi e pietismi, sincero ed eccessivo, come lo sono del resto gli adolescenti, si parla di disturbo mentale, anzi, lo si mostra in tutta la sua potenza e tragedia, ma dietro le allucinazioni, le ferite autoinflitte, le droghe, i pensieri ossessivi, si svelano le fragilità, le emozioni, i sogni che accomunano tanti sedicenni. Questi quattro strepitosi ragazzi ‘fuori di testa’, con le loro storie estreme e complicate, in fondo ci dicono che ‘è ok non essere ok’ e ci raccontano qualcosa anche di noi stessi” – afferma la produttrice Simona Ercolani, AD e founder di Stand by me.
“Il racconto di una generazione passa attraverso le vite cosiddette normali e quelle più speciali. Con Mental entriamo dentro le paure, il coraggio e il disagio di un gruppo di ragazzi che lotta per stare bene e per trovare il proprio posto nel mondo, anche attraverso la dimensione della cura. Sono davvero contenta che RaiPlay accenda questa luce, grazie a questa produzione Rai Fiction e Stand By Me e soprattutto che lo faccia in modo così delicato” affermaElena Capparelli, direttore di RaiPlay.
Arricchisce il progetto una campagna social che ha l’obiettivo di sensibilizzare al tema del disturbo mentale tra gli adolescenti, normalizzarlo e spronare così i ragazzi a non vergognarsi e a chiedere aiuto agli esperti. Hashtag ufficiali: #èoknonessereok #davicinonessunoènormale #fuoridime #mental.
Mental è una co-produzione Rai Fiction e Stand by me. Prodotta da Simona Ercolani. Soggetti e sceneggiature di Laura Grimaldi e Pietro Seghetti. Produttore Rai Monica Paolini. Regia di Michele Vannucci.
Con la consulenza scientifica della Dott.ssa Paola De Rose – Unità di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Basata su un format originale di Yle e It’s Alive Films, distribuito da Magnify Media.