L’Occitania è un Paese trasversale che dal Piemonte arriva alla Spagna. E c’è un festival estivo, Occit’Amo, che ne celebra la cultura. Quest’anno, giovedì 23 luglio a Lagnasco grande concerto Charamalhatomica _ Lou Dalfin + Bandakadabra.
Lunedì 27 luglio Andrea Scanzi porta a Saluzzo lo spettacolo teatrale E pensare che c’era Giorgio Gaber.
Al via il terzo fine settimana di Occit’amo 2020, la sesta edizione del festival che segna l’estate nelle Terre del Monviso, porta orientale dell’Occitania, il “paese che non c’è” che dal Piemonte si estende fino alla Spagna riunendo in un unico abbraccio culturale le persone che si riconoscono per caratteri, origini e passioni comuni.
Un patrimonio ricco di musica, tradizioni e cultura riletti in una chiave contemporanea, che sotto la direzione di Sergio Berardo, anima dei Lou Dalfin, diventa un percorso lungo 5 settimane (dall’11 luglio al 15 agosto) di concerti, appuntamenti, antiche chiese, camminate, rifugi, castelli, scoperte dei borghi alpini, anche in orari inconsueti che rendono le esperienze ancora più uniche. Protagoniste assolute sono le valli alpine ai piedi del “Re di Pietra”, il Monviso, riunite in un unico progetto di promozione territoriale che va sotto il nome di Terres Monviso: Valle Stura, Valle Maira, Val Varaita, Valli Po Bronda e Infernotto, Valle Grana e tutta la pianura che si estende intorno a Saluzzo, capitale dell’antico marchesato.
Occit’amo è un festival resistente, che ai grandi numeri da sempre preferisce eventi più piccoli ma unici: concerti all’alba, passeggiate musicali, scoperte di borgate alpine meno conosciute. Occit’amo vuole esaltare la territorialità e il legame con le radici, con le montagne, con i piccoli luoghi preziosi che sono ponte tra culture e paesi a cavallo delle montagne.
La formula del festival, rispettosa dei luoghi e della loro identità, porta già con sé quelle necessarie misure precauzionali che il buon senso impone. Non è stato necessario dunque cambiare rotta o individuare nuove soluzioni: Occit’amo è un festival radicato, già presente nelle abitudini dei luoghi che lo ospitano e dei numerosi appassionati, sostenibile dal punto di vista del territorio e della formula. Palcoscenico del festival sono le valli montane, ampie e accessibili: distanziamento e sicurezza sono garantiti.
Tra gli altri appuntamenti,
Sabato 25 luglio 2020 – ore 17.30 e ore 18.30
Manta (Cascina Aia)
Laboratori ludico-educativi realizzati con l’utilizzo di canti, movimento strutturato ed espressivo, strumentario convenzionale e non, attraverso la musica. A cura de LA FABBRICA DEI SUONI
CARTABAND: come creare un’orchestra che suona solo strumenti di carta? Costruendo una cartaband, per una esplorazione sonora ricca di fantasia, ingegno e senso del ritmo!
Età: 6-11 anni, massimo 8 partecipanti per gruppo – necessario arrivare 15 minuti prima dell’inizio
Ingresso gratuito.
Obbligatoria la prenotazione al numero 0175567840
Sabato 25 luglio 2020 – ore 21.30
Manta (Cascina Aia)
“FUNNE” – CINECAMPER
di Nuovi Mondi Festival
74’, Italia, 2016, Regia di Katia Bernardi
In occasione del ventennale del circolo dei pensionati Il Rododendro, la presidentessa decide con entusiasmo di dare il via alla raccolta fondi per la nobile causa di far vedere il mare a un gruppo di donne, ma di soldi ne servono tanti per realizzare questo progetto e le attività messe in campo non sempre si rivelano azzeccate. Comincia così l’avventura che le vedrà cucinare torte da vendere in paese, posare da modelle per un calendario e donne di Internet impegnate nel crowdfunding per raggiungere, non senza alcuni momenti di sconforto, il proprio scopo. Risate, lacrime, gelosie, timori accompagnano le funne (donne in dialetto trentino) e i loro sforzi che le porteranno anche ad una inaspettata notorietà.
Ingresso gratuito.
Obbligatoria la prenotazione sul sito www.occitamo.it
Domenica 26 luglio 2020 – ore 17.30
Busca (Ala, Porta Santa Maria)
DESTACHA LA DANÇA
Stage danza con Daniela Mandrile
Obbligatoria la prenotazione al +39 3397950104
Domenica 26 luglio 2020 – ore 21.30
Busca (Piazza Diaz)
PAOLO GERBELLA
Lo spettacolo La Regina di Paolo Gerbella, genovese classe 1962, è un Racconto-Canzone che affonda le sue radici tra il 19 e il 23 dicembre del 1900, quando a Genova il Prefetto emanò un decreto che impose la chiusura della Camera del lavoro della Città. In quei giorni “La Regina” – come veniva chiamata la merce al Porto di Genova – rimase ferma e i commerci si interruppero. Fu così che il Popolo insorse contro lo Stato, ottenendo il ritiro del decreto e il riconoscimento della dignità e il rispetto del lavoro.
Popolo, Appartenenza, dignità, come il Popolo Occitano a cui il disco è dedicato; concetti che oggi assumono significati diversi da recuperare. “Profuma di vero la storia che c’è dietro, di quelle che fanno venire salutari mal di pancia, a sentirla nominare, alla borghesia legnosa e arida della città che ama apparire in panni efficientisti. Paolo Gerbella l’ha raccolta ed elaborata ne La Regina. Il tutto in dieci saporite stazioni dalla lingua leggera, poetica e ad altissimo peso specifico, su un impianto folk rock tanto misurato quanto efficace.” (tratto da IL MANIFESTO – Guido Festinese)
Ingresso gratuito.
Obbligatoria la prenotazione sul sito www.occitamo.it